venerdì 30 gennaio 2015

Ancora molto critica la situazione dei ventidue precari della Città Metropolitana. Ultimi aggiornamenti.


Al momento, purtroppo, la situazione dei 22 precari della Città metropolitana di Torino è rimasta critica: continuiamo a rimanere disoccupati nonostante il Sindaco Fassino in data 9/1/15 in conferenza stampa, dinanzi a giornalisti, TV locali, sindacati e soprattutto dinanzi ai diretti protagonisti, i precari, abbia dichiarato: “la proroga del contratto dei precari è questione di ore”. Da quel giorno sono trascorse 504 ore!!! Mentre i nostri colleghi precari (sono in 55) della Città Metropolitana di Milano stanno continuando a lavorare e il giorno 27/1 hanno, giustamente, ricevuto lo stipendio, noi stiamo aspettando con ansia e preoccupazione che l’ente ci rinnovi il contratto. Dopo aver lavorato per oltre 10 anni nell’ente abbiamo ricevuto, per la prima volta, la busta paga di gennaio con importo 0. Da questa “cifra” partiamo ad affrontare il mese di febbraio che sta arrivando cercando di rispettare i nostri impegni quotidiani come cittadini. Proprio come cittadini facciamo difficoltà ad accettare questa situazione assurda: noi, al momento, non prorogati e i colleghi precari di Milano, grazie alla volontà politica del Sindaco Pisapia, stanno lavorando e con il loro lavoro stanno garantendo il Pubblico Servizio al cittadino. Intanto i servizi di portierato, 23 colleghe di una ditta in appalto, rischiano il taglio a partire dal mese di marzo nonostante il contratto sia in scadenza a dicembre 2015 Si colpisce sempre e comunque il più debole. La domanda nasce spontanea: ma viviamo nello stesso paese: o, meglio, in quale paese viviamo!  
Michele Siani Gian Luc                                     a Lano Michele Siani Gian Luca Lano

giovedì 29 gennaio 2015

No Tav: abbandonare il campo, vincere la battaglia e perdere la guerra. Il paradosso della partecipazione in Val Susa.

L'estetica delle assemblee popolari di Bussoleno lascia sempre senza parole.
Centinaia di corpi che si stringono, capelli bianchi e bastoni, creste e giacche a vento nere, sciarpe di ogni colore, giovani e vecchi, il benzinaio e il contadino, lo squatter e l'imprenditore.
La dimostrazione plastica di un popolo che non arretra, tignoso, apparentemente indomabile.
Un'immagine retorica, anzi, pletorica, si dirà.
Eppure è così, da anni, da molti anni.
Peccato che i giudici non abbiano tenuto conto di questo processo democratico, con tutti i suoi limiti, e si siano rinchiusi nel recinto ristretto del Codice Penale per giudicare il lancio di un sasso, un insulto, una rete strappata.
Gesti intrinseci ad un sentimento popolare che non capiscono e non conoscono.
D'altronde la val susa raccontata dai media è il luogo più lontano dell'universo dalla realtà, come potrebbe essere diverso?

martedì 27 gennaio 2015

La memoria della guerra. Intervista a Valter Peirolo, mio nonno

Valter  Peirolo
Il racconto del periodo di progionia in vari campi di concentramento nazisti vissuto da Valter Peirolo (4 gennaio 1929 - 15 ottobre 2013), raccolto da Viviviana Babette Agnès, la nipote.
“La richiesta di spiegarti come si viveva cinquant’anni fa, mi mette a disagio perché dovrò descriverti avvenimenti così brutali che è difficile possano essere compresi e creduti, ma ora che alla televisione vedi le brutture di cui è capace l’umanità nei paesi in guerra, ti renderei conto che sono verosimili.
Eravamo stati coinvolti nel giro di trent’anni in due guerre mondiali, più altre in Etiopia, Eritrea, Somalia, Albania, Spagna.
L’ultima guerra mondiale, che stava per concludersi nel 1945, mi ha visto protagonista di alcuni eventi.
Ti descriverò perciò solo come ho vissuto quest’ epoca.
Avevo quattordici anni, frequentavo la quarta Ginnasio a Susa.
C’era tanta miseria e usavamo le tessere per i generi alimentari. Non c’erano mezzi di trasporto, perciò dovevo andare a scuola in bicicletta ed ero fortunato quando non foravo le gomme, perché a quei tempi per risparmiare si usavano le scarpe chiodate e spesso si trovavano dei chiodi per le strade: se si foravano non rimaneva altro che fare la strada a piedi ed erano 8 Km.

24 gennaio, corteo antifascista a Cremona

Giornata fantastica, una di quelle giornate d’inverno torinese che ti fanno venir voglia di andare sul fiume a far due passi. Invece ti prepari per andare a Cremona al corteo antifascista perché il pestaggio inferto a Emilio Visigalli da una squadra fascista, è davvero troppo grave. Così quella fantastica giornata di sole d’inverno, diventa immediatamente una splendida giornata contro il fascismo.
C’è una parte di te che però sente una strana sensazione di noia, la stessa che se ascoltata ti solleva una domanda chiara: “ma ancora?”. Sì perché è più di sessant’anni che abbiamo deciso che i fascisti non ci devono essere: per i più scettici c’è anche una legge del 1952 che sanziona i reati per apologia fascista. Quindi un po’ ti dispiace dover perdere il tuo tempo, quando di fatto non spetterebbe a te farlo, quando ci sono le forze dello Stato. Ma a questo ci arriveremo dopo.
Continuando sulla giornata. Ti chiedi immediatamente quante persone ci siano e a occhio ti rispondi "tante". Ne sei contento perché immediatamente ti senti più sicuro. E qui si apre il buco nero delle domande alle quali trovare fine sembra impossibile. Pur essendone consapevole, cominci comunque a farlo.
Da cosa mi sento più sicuro quando immediatamente mi accorgo che alla manifestazione nazionale antifascista, chiamata dal Centro Sociale Occupato Dordoni di Cremona, hanno risposto più di settemila persone?
Dalla polizia?
Dai fascisti di Casapound?
Dai celerini che difendono Casapound?
Dai celerini che fanno anche parte di Casapound?
Ma questo è solo l'inizio.

giovedì 22 gennaio 2015

Dipendenti precari e non della Provincia in sciopero della fame. Accade nella nostra smart city.

Una piccola saletta accogliente, molti striscioni di protesta, sorrisi tirati, occhi stanchi e una grande paura del futuro.
Sono i lavoratori precari della ex Provincia di Torino che rischiano grosso.
Di fianco a loro, appena attraversata la strada, si erge maestoso il grattacielo di Intesa San Paolo a dimostrare plasticamente chi comanda in città e chi no.
"Rinnoveremo il contratto ai precari della Provincia. Il problema è cosa accadrà da qui all'approvazione del provvedimento." Sono le parole del Sindaco Piero Fasisno, pronunciate il 9 gennaio. Nel mentre non è accaduto molto e ancora oggi il futuro di ventitrè lavoratori precari della ex Provincia è molto fosco.
A Torino i contratti non sono stati ancora prorogati, differentemente da quanto accaduto a Milano dove il sindaco Pisapia, capo della città metropolitana, ha mantenuto fede alla promessa fatta.
Non si sa perché.

mercoledì 21 gennaio 2015

Pracatinat: intervista a Marco Grimaldi, Consigliere Regionale del Piemonte

Nelle elezioni del 2014 Marco Grimaldi è stato eletto per la prima volta al Consiglio Regionale del Piemonte nella lista maggioritaria.

Grimaldi, allora chiudete Pracatinat? Quale è la situazione?
La situazione è complessa. Si tratta di una Società molto importante da un punto di vista industriale e culturale che, se fossimo in un momento economicamente roseo,  dovrebbe essere ristrutturata da tutti i punti di vista per renderla più idonea ad una rafforzata vocazione alberghiera e culturale. La fase economica è invece molto complessa, per questo crediamo che la ricerca di un attore che possa compartecipare alla gestione nella funzione turistica possa rappresentare un buon compromesso che, in primis, ne eviterebbe la liquidazione. C'è chi pensa che le finalità educative si possano pagare attraverso i privati. Spero e penso che la De Santis (Giuseppina De Santis, Assessore alle attività produttive della Regione Piemonte, n.d.r.) non si stia muovendo in quella direzione.

martedì 20 gennaio 2015

La favola dei beni comuni: regole e principi per renderla reale.

Ci vorrebbe una riforma grammaticale, logica e lessicale prima che costituzionale, una poesia di Rodari o di uno dei suoi lettori. Una riforma del pensiero, del significato di 'possedere', di 'condividere' e di 'rappresentare' prima ancora dell'invenzione di una nuova categoria giuridica. Ci vorrebbero nuove pratiche di rispetto e responsabilità per ciò che è 'nostro' ma che non  può considerarsi né mio, né tuo, né di tutti né di nessuno. Alice in Wonderland risolverebbe il paradosso con una giravolta; a noi, invece, che con la realtà dobbiamo farci i conti, tocca essere ingegneri: inventare strumenti concreti e costruirli in modo giusto. 

Comuni sono quei beni riconosciti e rivendicati dalla collettività, beni partecipati, curati, tutelati. E ancora: beni né pubblici né privati, materiali e immateriali, funzionali all'esercizio dei diritti fondamentali della persona, beni da difendere nell'interesse delle generazioni future. E, aggiungerei: beni che producono beneficio per le collettività presenti e future, beni verso cui, è evidente, non si può muovere alcun interesse privatistico ma solo un'interesse di tipo comune.

lunedì 19 gennaio 2015

Chiudete Pracatinat, vogliamo un centro commerciale.

L'educazione ambientale pubblica è morta, viva l'educazione ambientale pubblica!
Proprio nel momento in cui il Governo acconsente all’inserimento dell’educazione ambientale nelle scuole in forme che non sono ancora ben definite ma che concludono un percorso di decenni di sensibilizzazione a fasi alterne, un luogo vetusto ma carico di onori come il Centro Didattico di Pracatinat, una vera e propria lamasseria laica in cima a bellissimi monti che ha ospitato 200.000 alunni delle scuole italiane, forse chiuderà. Lo fa schiacciato dai debiti e dalla sua posizione, sì magnifica ma non strategica, lontana dai circuiti smart del turismo locale. Lo fa avendo attraversato la storia del welfare di questa Regione. La stessa Regione che esprime assessori e delibere che vogliono risolvere un buco di bilancio gravoso.
Va bene, Pracatinat che è il luogo dove si elaborano percorsi formativi sulla sostenibilità, forse non è sostenibile: per costi di gestione, per un esaurirsi dei soldi pubblici. Ma siamo in un’epoca dove abbiamo visto ministri della Repubblica dire che con la cultura non si produce reddito, e in risposta attività sponsorizzate nell’enfasi per dimostrare che la cultura rende.

domenica 18 gennaio 2015

Da Rebibbia a Kobane fino alla Val di Susa – Intervista a Zerocalcare

“La Val di Susa? All’altezza della mitologia e dei racconti ed è un punto di riferimento politico per la dignità che ha saputo esprimere e che ha espresso”. E’ questa la prima impressione di Zerocalcare, da qualche giorno a Bussoleno per la presentazione del suo ultimo libro “Dimentica il mio nome” e il reportage da Kobane uscito venerdì scorso su L’Internazionale.
Venerdì il Palanotav a Bussoleno era strapieno, come nelle grandi occasioni, per Zerocalcare, alias Michele Rech.  L’evento, con aperitivo benefit per le spese legali, è stato organizzato da un collettivo dei Giovani No Tav. Tantissime le persone presenti, che hanno fatto la fila per un disegno del fumettista romano, famoso anche per le lunghissime sessioni di disegni e dediche per i suoi fan. 
“E’ la prima volta che vengo in Valle. Mi è sembrata di conoscerla già, dopo tutti i racconti sentiti dagli amici e i tanti resoconti letti. E’ un posto bellissimo, soprattutto per me che sono cittadino. Quel cantiere, insieme all’autostrada, è un vero e proprio sfregio alla natura”.
Quello in Clarea è stato un giro nel cuore e nella lotta che a Chiomonte va avanti dal 2011: “ho visto i luoghi della resistenza e degli scontri del 27 giugno e del 3 luglio. Ma anche tutta la parte più storica come la zona archeologica, i massi e le grotte, il traliccio dove è caduto Luca”.
La gita si è conclusa con un brindisi e con la consegna della tessera dell’NPA, Nucleo Pintoni Attivi, nonostante Zerocalcare sia rigorosamente astemio. 

mercoledì 14 gennaio 2015

Cari Valsusini, "Il Sistema Torino non esiste" vi aspetta venerdì 23 gennaio ad Avigliana!

Cari Valsusini,
vi scriviamo dal luogo più lontano dell'universo dalla vostra valle, come dice Luca Rastello, Torino.
Vi scriviamo per invitarvi il 23 gennaio alle ore 21 ad Avigliana, presso la Scuola Defendente Ferrari in via Vittorio.
Grazie al Comitato Notav di Avigliana avremo il piacere, e l'onore, di essere ospiti del "Grande Cortile", rassegna che tutti voi conoscete. Lo faremo con il nostro spettacolo teatrale "Il Sistema Torino non esiste", un racconto grottesco, comico, tragico e soprattutto vero del sistema di potere che governa Torino da circa venticinque anni.
E che ve lo diciamo a voi quanti anni ha il progetto strategico per eccellenza, il non plus ultra del "ce lo chiede l'Europa", il campione incontrastato che unirà Torino e la Val di Susa all'universo per nuovi intergalattici traffici di merci?
Vi aspettiamo dunque, lo spettacolo ha fatto il pienone a Torino e di questo siamo contenti. Ma sopratutto ha fatto incazzare un sacco di gente, e di questo siamo ancora più contenti. Significa che vi piacerà.
Introdurrà Claudio Giorno.
Vi aspettiamo

martedì 13 gennaio 2015

"J’aime plus Paris"

Valeria Daniele scrive dai dintorni di Parigi, città in cui lavora, iniziando con la citazione del titolo di un canzone di Thomas Dutronc, "J’aime plus Paris"

"Provo un senso di straniamento. C’è un contrasto molto forte tra la realtà che sperimento in prima persona, con la vita che va avanti, tra lavoro e risate, e quello che mi arriva dal mondo esterno, attraverso i giornali che leggo, attraverso amici e parenti che mi chiamano preoccupati per sapere come sto.
Allora inizio a pensare che, forse, quella strana sono io. Forse c’è qualcosa che mi sfugge.
Cerco e leggo un numero sempre maggiore di articoli sugli attentati degli ultimi giorni. In sottofondo, appena al di sotto del livello della coscienza, avverto che c’è qualcosa di vagamente assurdo in questo mio starmene chiusa nella mia stanza in affitto, impegnata in una ricerca ossessiva di informazioni su una realtà che si trova appena là, al di fuori della mia finestra. Ma vado avanti imperterrita.

venerdì 9 gennaio 2015

Io sono Charlie. No, io sono Ahmed. Io sono... semplicemente confuso

Gli atti di terrorismo non sono tutti uguali. Questo mi ha colpito particolarmente: aldilà della "eccezionalità statistica" del primo attentato nel cuore d'Europa eccetera eccetera, c'è qualcosa che mi ha immobilizzato nella reazione. Forse perché all'Hebdo ci avrei lavorato sul serio, insieme a coloro che con un semplice tratto di matita traducono quotidianamente il motto "una risata vi seppellirà", come recitava una mia splendida maglietta gialla post-punk. Così ho passato dodici ore ad ignorare l'evento, a rimuoverlo, a fare semplicemente finta di nulla.
Solitamente la mia reazione è esattamente contraria: fagocitare ogni articolo, analisi, approfondimento esistente su un quotidiano o condiviso su Facebook, come se il grado di empatia fosse in qualche modo commisurato a quanto leggi ed a quanto ti informi sulle sorti del mondo. E così pian piano entri "in confidenza" con la tragedia: conoscerla a fondo la rende meno traumatica, familiarizzare con essa la rende in qualche modo vicina e razionalizzabile, decomporlo e sviscerarlo senza rispetto ti dà l’illusoria certezza di poter dire "MAI PIÙ".

mercoledì 7 gennaio 2015

"Il Sistema Torino non esiste" al Grande Cortile

Sistema Torino arriva in Valle di Susa con il suo spettacolo "Il Sistema Torino non esiste", che verrà rappresentato il 23 gennaio all'interno della rassegna "Il Grande Cortile", ad Avigliana.
Per noi questo è un punto d'arrivo.
Il Grande Cortile è un ciclo di dibattiti, confronti e discussioni che il Movimento NoTav ha avviato nel 2005, in dichiarata e orgogliosa polemica con chi voleva rinchiudere le sue Grandi idee nel ristretto orizzonte dell'egoismo locale.
Sistema Torino e il suo spettacolo sono nati proprio perché abbiamo sentito la necessità di far sentire una voce critica in una città dominata da una monolitica visione politica e culturale. Una visione che, come nel caso della strategicità-indispensabilità-necessità della Torino- Lione, ha scarsa attinenza con la realtà: e così facciamo pure la rima baciata.
"Il Sistema Torino non esiste" racconta senza peli sulla lingua "la città più lontana dell'Universo dalla Val Susa", come ama dire il nostro amico e maestro Luca Rastello.
Vi aspettiamo quindi, il 23 gennaio alle  21 presso l'Auditorium della Scuola Defedente Ferrari, Via Vittorio Veneto 1, Avigliana

"IL SISTEMA TORINO NON ESISTE"
spettacolo di e con Massimo Giovara
in collaborazione con Maurizio Pagliassotti
video Damiano Monaco
luci e consulenza alla regia Francesco Dell'Elba
suono Tino Paratore

introduce Claudio Giorno

Video - Il patto del Nazareno spiegato in 30 secondi



Il patto del Nazareno spiegato in 30 secondi

lunedì 5 gennaio 2015

Torino, i Murazzi e la disoccupazione.

Fino ad ora abbiamo quasi sempre scherzato su questo argomento ma è giunto il tempo di una riflessione seria.
Torino è la città con il maggior tasso di disoccupazione giovanile del Nord Italia. Siamo la città più ricca tra quelle povere.
Ad agosto 2014 il tasso di disoccupazione era pari al 12,3%, dato tra i peggiori in Italia. Ma il vero disastro è relativo ai ragazzi tra i 15 e i 24 anni, dove i senza lavoro sono pari al 44,2% , 3,6 punti in più del dato registrato un anno prima. In provincia di Torino il tasso di disoccupazione è pari al 46,4%, 6,4 punti in più della media nazionale. E' un record senza precedenti che testimonia la fallacia di tutto il piano strategico attuato negli ultimi venti anni, e lo condanna senza appello.