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martedì 12 maggio 2015

Critical Wine vs. Expo 2015


Due concezioni di mondo diverse. Il gigantismo contro la moderazione,  il consumo contro la valorizzazione, il locale contro il globale. Denominatori comuni: il cibo, la terra, il lavoro, il futuro.
Il mondo intero conosce l’Expo, alcune migliaia di persone sanno cosa sia Critical Wine. In un fine settimana di maggio a meno di duecento km. si sono confrontate due manifestazioni culturali opposte.
L’Expo tutti lo conosciamo, anche perché l’opera di convincimento ad amarlo ed adorarlo, ma soprattutto a visitarlo, è incessante.
Critical Wine merita invece una breve descrizione ad uso di chi l’avesse perso.
A chi scrive è sembrata una festa, in cui produttori vinicoli di tutta Italia hanno portato il frutto del loro lavoro. Lungo la stretta via che attraversa il paese, Bussoleno, non più lunga di mezzo chilometro, migliaia di persone hanno fatto su e giù per due giorni, passando dall’assaggio di un amarone a un panino alle acciughe.
Chi sono costoro? Luddisti? Gente che vuole tornare la passato?
La prima differenza, evidente a tutti,  è la contrapposizione tra la immensa dispersione dell’Expo e la ristrettezza di Critical Wine.
Che Expo sia un’esposizione universale atta a far incrociare culture diverse non v’è dubbio. Ma è una pura opera di attraversamento e consumo. Come è possibile penetrare dentro valori, costumi, usi, tradizioni del mondo intero in pochi minuti? Vagare dentro spazi enormi, inglobati da padiglioni giganteschi. Deve essere un’esperienza interessante, ma quale livello di profondità raggiunge? Quale relazione instauri con l’altro? Oppure abbiamo totalmente abiurato anche questo? Il concetto di relazione umana scalzato dal consumismo commerciale?
Critical Wine è la scelta di calarsi in profondità dentro rapporti umani, l’Expo, obbiettivamente, no.  In quella stretta via di Bussoleno erano ammassati curiosi e consumatori obbligati ad incrociarsi, a scambiare due parole vicendevolmente. Critical Wine non vende nulla di spettacolare e probabilmente fa affari sufficienti a vivere con dignità. Reca in sé, però,  una concezione che inquadra il problema delle risorse limitate del pianeta, cioè il problema numero uno di questi tempi recenti.
La propensione al consumo compulsivo stoppata dall’obbligatorietà della relazione umana, la ristrettezza dell’offerta. Cosa  meglio? Cosa è più desiderabile? Siamo veramente sicuri che un visitatore di Expo trapiantato dentro Critical Wine non sarebbe stato altrettanto, o ancor più, felice?
Si dirà: Expo crea infinti posti di lavoro in più.
Ma, domanda, se la formula Critical Wine fosse riproposta in centomila comuni italiani? Cosa lo impedisce? Perché non è possibile moltiplicare all’infinito esperienze così? Non abbiamo dati al riguardo ma, per quanto riguarda le opere pubbliche, sappiamo che l’effetto moltiplicatore dei piccoli interventi su scala ridotta è molto maggiore di quello delle grandi opere (a parità di investimento).
Il piccolo non va bene perché mancano i grandi appalti forse? Perché manca la speculazione edilizia? Perché non c’è possibilità di grandi ruberie?
Sicuramente è così.
Un approccio economico che abiuri il gigantismo e abbracci la sobrietà è l’unica opzione d’avanguardia possibile. Esplodendo questa piccola riflessione che parte da un piccolissimo appuntamento cultural culinario si possono affrontare gli unici veri problemi del mondo odierno: la crisi ambientale, l’impatto devastante dell’iper consumismo, la deriva individualista consumista.
Scegliere per il modello Critical è scegliere per una visione d’insieme completa, prima di retorica, sociale e socializzante. Il resto è solo passato, arcaico e pietroso.

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EXPORTO 2022 
il nuovo spettacolo di Sistema Torino

lunedì 27 aprile 2015

EXPORTO 2022 A NOEXPODAYS - LE 5 GIORNATE DI MILANO




NOEXPODAYS - LE 5 GIORNATE DI MILANO
giovedì 30 aprile, ore 21 
Campeggio Internazionale NoExpo
Parco di Trenno  (M1 Bonola)

SISTEMA TORINO e Domenico Finiguerra presentano

"TALK SHOCK - Basta con le Grandi Opere Provvisorie! EXPORTO 2022, l’opera definitiva
" 
puntata zero, live con interventi del pubblico.

venerdì 24 aprile 2015

Lettera a Landini da un sindacalista No Expo

Ciao Maurizio,
sono Paolo Tex, impiegato informatico, sindacalista RSU FIOM. Orgogliosamente. E mi piace chiamarti per nome, anche con un pizzico di ironia nei confronti dei molti compagni che lo fanno per palesare (o millantare?) un' amicizia con te.
Vengo al punto subito con la stessa chiarezza e il tuo stesso modo diretto ed asciutto di comunicare: mi ha deluso profondamente la mancata adesione della FIOM alla manifestazione del Primo Maggio contro l'EXPO*. Mi ha deluso perché non me lo aspettavo proprio: venni a Milano qualche mese fa per aderire allo sciopero nazionale, e dal palco di Piazza Duomo assolata mi avevi fatto emozionare. Avevo i brividi a sentire le tue parole di fuoco con alle spalle lo striscione "Gratis non vi taglieremo neanche un pezzo di torta". Invitasti anche un rappresentante del Social Steike a parlare sul palco: un bel gesto, che apprezzai molto. Un passo verso "il mondo dei giovani", verso quelle realtà che diciamo come Sindacato di voler avvicinare. Un mondo fatto di precariato e di lavoro gratuito o malpagato, come la boutade di Aldo Grasso ha fatto involontariamente emergere anche sui giornali mainstream. Ed il lavoro è chiaramente il tema centrale della mia missiva: non vorrei che, dopo l'errore della sottoscrizione dell'accordo sul lavoro con Expo2015 S.p.A. da parte della Cgil, il messaggio sotteso sia quello di non esporsi troppo perché, in fondo, il Grande Evento porta investimenti, turisti e qualche assunzione. Ecco, quelle che loro chiamano opportunità io le definirei piuttosto briciole, lasciate sul tavolo della grande scorpacciata che unisce politicanti di diverso colore, affaristi e lobbisti di ogni genere. E dell'elemosina del Potere ci siamo stancati. Per questo migliaia di precari, disoccupati, studenti saranno in piazza il Primo Maggio. E, ne sono certo, anche tanti tesserati Fiom: fa parte di quella unione delle lotte che sta alla base della Coalizione Sociale. Saremo in tanti ad opporci alla devastazione ambientale di una cementificazione fine a se stessa, ammantata da un green washing che usa tutte le migliori tecniche comunicative per farci credere che il cibo sano sia veramente al centro dei loro interessi. Una comunicazione che ha utilizzato Slow Food ed il loro accettabile progetto originario per nascondere quello che è il vero obiettivo di Expo: una Fiera dell’1% più ricco del pianeta, che sfila davanti al mondo per celebrare la propria immunità da ogni contestazione, lontanissimi da ogni sensibilità sociale.
Tu stesso, Maurizio, hai denunciato per mezzo stampa la gestione “allegra” degli appalti e di tutto quel fiume di soldi che si è deciso di generare per farle finire nelle mani lobbistiche di affaristi senza scrupoli.
Per cui, caro Segretario, cosa ti voglio chiedere? Non certo di "ribaltare" le decisioni del Comitato Centrale, la democrazia si rispetta sempre e comunque. Il Segretario può però esprimere pareri personali e fare scelte proprie: partecipa alla manifestazione di Milano del Primo Maggio. Invita i nostri compagni a scendere in piazza con il Comitato No-Expo, fallo con l'energia e la vis polemica che ti contraddistingue. Porta il Sindacato, il nostro Sindacato vicino a quei ragazzi e ragazze: è una lotta importante, forse vitale per il futuro del nostro Paese. E come tale va considerata, anche e soprattutto dalla Fiom e dalla Coalizione Sociale.
Opporsi all'Expo e alla retorica dei Grandi Eventi salvifici è fondamentale, e dobbiamo farlo subito. Qui ed ora.
Aiutaci anche tu!
Con immutata stima,
Paolo Tex


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