giovedì 14 luglio 2016

TORINO CAPITALE DELLA CULTURA: IL SISTEMA SALONE

E’ quasi imbarazzante trovarsi a scrivere un articolo che rischia di ricalcare lo stile de “Il Fatto Quotidiano”: ci viene difficile fare come Travaglio (tranquilli, non inviteremo nessuna donna ad occuparsi di cellulite) ed esultare per il tintinnar di manette, mentre ci viene forse più facile affermare scanzianamente “noi l’avevamo detto”. 

I rapporti stretti, strettissimi tra GI Events (gruppo francese quotato alla Borsa di Parigi dal 1998, società specialista nella gestione ed organizzazione dei grandi eventi), Fondazione per il Libro e Amministrazione pubblica erano visibili “ad occhio nudo” senza esser necessariamente un gufo gombloddista come noi: quanto emerge sui giornali dalle intercettazioni dell’inchiesta che ha mandato in carcere per turbativa d’asta Valentino Macrì, segretario della Fondazione per il Libro, Regis Faure e Roberto Fantino dirigenti di GI Events, ai domiciliari  Antonio Bruzzone, dirigente di Bologna Fiere, e che vede indagato l'ex assessore comunale alla Cultura Maurizio Braccialarghe, è una fitta trama di potere che ha portato per anni vantaggi di diverso tipo a tutti gli attori coinvolti.

venerdì 1 luglio 2016

LA BREXIT VISTA DA RADIO KABUL


Quanto accaduto ormai una settimana fa, con il referendum sulla Brexit nel Regno Unito (la scelta tra “Remain” e “Leave” chiesta agli elettori britannici sulla permanenza o meno del Paese nell’Unione Europea), ha secondo me infine dispiegato le sue caratteristiche di, fondamentalmente, commedia all’inglese. Commedia che trova le sue radici nella storia, nella letteratura, e nella cultura di massa del Regno Unito, e in particolare, con uno sguardo più storico, all’Inghilterra. Veniamo ai fatti.

Il primo ministro britannico David Cameron, conservatore, ha indetto un referendum (che come noto ha perso) sull’uscita del Regno Unito dalla UE, perché pressato direttamente da ambienti interni al suo stesso partito, a loro volta pressati da una emorragia di tradizionali voti popolari, diretti ormai da alcuni anni, lentamente ma inesorabilmente, verso il partito nazional-populista (di destra) UKIP.