giovedì 23 febbraio 2017

BILANCIO PREVISIONALE: SARÀ UN “TUTTAVIA” CHE VI SEPPELLIRÀ?

Vi ricordate i bei tempi andati in cui canzonavamo l’ex Assessore Lo Russo per il proliferare di centri commerciali e gallerie del lusso autorizzati sull’intero territorio cittadino? Si stava meglio quando si stava peggio: la nostra rubrica “sarà un supermercato che vi seppellirà” ebbe un successo altissimo, ripetuto ad ogni non-luogo del consumo che vedeva la luce. Ora il tormentone è cambiato, e a distanza di otto mesi “il cambiamento è reale?” è la domanda che dobbiamo quotidianamente farci di
fronte a quel “tuttavia” che rischia involontariamente di diventare il nuovo tormentone stile Zelig.

La delibera di Giunta firmata ieri dalla Sindaca Chiara Appendino e dall “Assessore al Bilancio, Tributi, Personale e Patrimonio” Sergio Rolando è perfettamente esplicativa del mood di questi otto mesi: viene citata la delibera di Consiglio Comunale di novembre 2016 con la quale si autorizza, in via straordinaria e certamente anomala, l’utilizzo de i proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni in materia edilizia per finanziare in parte corrente le spese elencate dalla Legge di Stabilità 2016”. Ovvero, uscendo dalla citazione diretta, non solo si fa utilizzo degli oneri di urbanizzazione (derivanti dall'autorizzazione a costruire nuovi centri commerciali in città) tanto vituperati in campagna elettorale ma lo si fa a scopo non di investimento, ma di copertura della spesa corrente, sfruttando una deroga della Legge di Stabilità. La lotta contro i supermercati fu una lotta che vide gli attivisti a 5 Stelle al nostro fianco; ora le retromarce sono parecchie, Westinghouse su tutte. Il fatto che la retromarcia venga oltretutto utilizzata a scopo diverso dall’ investimento rende il tutto ancor più indifendibile.
Ma non è finita qui: nello stesso Consiglio di novembre 2016 si approva una mozione che impegna Sindaca e Giunta a non utilizzare mai più gli oneri di urbanizzazione in futuro come copertura delle spese correnti. E qui entra in gioco il “tuttavia” di prima: TUTTAVIA, l'esigenza di provvedere ad interventi di manutenzione ordinaria del verde, delle strade e del patrimonio comunale, unitamente alle considerazioni derivanti dalle sempre crescenti difficoltà che gli Enti Locali si trovano ad affrontare nella predisposizione dei bilanci di previsione in una situazione di costante diminuzione delle entrate e di vincoli normativi introdotti dalla riforma della contabilità, rende opportuno rivedere l'indirizzo assunto in tale occasione.”

Oh raga, ci abbiamo provato ma ci dobbiamo rimangiare tutto! Esorcismo degli oneri di urbanizzazione, da strumento del demonio a strumento di bilancio: da copertura dei “buchi che ci avevano lasciato loro” (cit.2016), a “volontà di non consentire che l'aspetto anche estetico della Città possa subire un degrado, processo che interventi di manutenzione ordinaria rallentano o addirittura impediscono.” (cit. proposta di delibera di Giunta Comunale, 22 febbraio 2017). Cioè autorizzano supermercati e utilizzano oneri di urbanizzazione in spesa corrente ma lo stanno facendo per le nostre periferie. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere: la comprensione da parte nostra è ampia anzi, nessuno quanto Sistema Torino considera il debito della città dirimente. La rinegoziazione è contenuta nel nostro simbolo da sempre, il tema dell’eredità di deficit olimpico è in cima ai nostri interessi e approfondimenti dalla nascita del nostro collettivo, ma oggi ci aspettiamo uno scatto in avanti molto più grintoso di un “ci abbiamo provato ma siamo rimasti incastrati” e quindi facciamo un triplo carpiato all’indietro.
Ricordiamo che le premesse e le promesse erano molto differenti: nello stesso documento di ieri, leggiamo di “stanziamenti del bilancio di previsione attualmente in fase di formazione” e che verranno presentati il 7 marzo. Strano perché, in ottica di comitati di Assemblea21, questo stride con quanto affermato nella ormai famosa assemblea pubblica del 21 gennaio, di confronto tra associazioni del territorio e Assessori e Consiglieri Comunali. Lì fu richiesta una partecipazione alla redazione del bilancio che fosse precedente la presentazione finale, sulla falsariga di altre esperienze positive di bilancio partecipato che la stessa Sindaca, ai tempi in cui la fascia tricolore non era neanche immaginabile, indicava come la via da seguire e perseguire per riportare l’interesse dei cittadini al centro dell’attenzione.

Esattamente due anni fa infatti, in una nostra intervista (qui il testo completo) relativa alla questione Cavallerizza, l’allora consigliera di minoranza Chiara Appendino parlò apertamente di “forme di democrazia partecipativa deliberativa” e di sostegno a “la scelta della città di sperimentare il bilancio deliberativo in Circoscrizione 7 e nell'ambito del nuovo disegno delle circoscrizioni abbiamo spinto affinché quei luoghi possano divenire luoghi reali di partecipazione e confronto, cosa che oggi non sono. (…) Allo stesso modo, oltre a processi di partecipazione “consultivi “, sono indispensabili percorsi partecipativi che si concludano con votazioni di cui l’amministrazione deve prendere atto e tradurre in azioni concrete (i cosiddetti percorsi partecipativi deliberativi).” A proposito del debito invece, Chiara rispose “per rimanere sul punto, reputo siano indispensabili due azioni: la ricognizione dell'ammontare del debito della Città e degli enti ad essa collegati (recentemente si è parlato di 126 milioni di euro per un prestito bullet alla finanziaria Città di Torino), e l'analisi della sua composizione. Una eventuale rinegoziazione la si potrà fare successivamente andando anche a ricercare eventuali forme di anatocismo a danno dell'ente pubblico.”.

Cosa è successo nel frattempo? Difficile immaginare che abbiano scoperto l'indicibile in tema di bilancio, dato che tra l'altro Chiara Appendino, in compagnia di Vittorio Bertola, già era in Consiglio Comunale e nelle Commissioni. Pare inverosimile pensare che vi sia un tale "solco di conoscenza" dello status quo tra opposizione e governo della città.
Ci sembra di essere ancora tanto, troppo, lontani da quanto prospettarono nel remoto e recente passato di una campagna elettorale che al momento non ha ancora visto corrispondenti azioni concrete e coraggiose.


Cavallerizza Reale e il "Ricomincio da tre" della Giunta Appendino.

"Oggi vogliamo ascoltare la vostra parola", sono queste le poche scarne battute di Francesca Leon, Assessore alla cultura della Città, che segnano l'inizio dell'incontro di sabato 18 febbraio nella Sala Bobbio dell'Ex Curia Maxima. La Sindaca Chiara Appendino (qui una sua intervista di due anni fa riguardo Cavallerizza, interessante il confronto tra prima e dopo) grande assente. Presente Guido Montanari, Vicesindaco  e Assessore all'urbanistica, da sempre affezionato alla causa Cavallerizza.

L'Amministrazione Comunale per la prima volta invita Enti, Associazioni e Cittadini ad un confronto pubblico su Cavallerizza Reale. Chapeau!

Parole d'ordine, tutte da verificare: azzeramento, destinazione culturale, unitarietà. A cui affiancheremmo a titolo di monito: debito, indisponibilità e, con un gran punto interrogativo, sostenibilità economica? 

Si riparte da zero, si dice. E si legga: decartolarizzazione, scioglimento del protocollo d'intesa e Masterplan cartastraccia.
Presenti all'incontro, nonostante siano le 9 del mattino di un soleggiato sabato di fine inverno: Musei Reali, Archivio di Stato, EDISU, Assemblea Cavallerizza 14:45, Università di Torino, Accademia di Belle Arti, Teatro Stabile, Pro Natura, Italia Nostra, Gruppo di Studio sulla Cavallerizza, ICOMOS, Comitato Emergenza Cultura, Ugo Mattei - paladino dei Beni Comuni - e una lunga schiera di cittadini attivi.

A ben guardare, il “si riparte da zero” si rivela presto un ricomincio da tre.
Sono almeno tre infatti le visioni della Cavallerizza Reale riunite in Sala Bobbio con cui la Giunta non potrà non confrontarsi: quella degli enti coinvolti dal Protocollo d’intesa e che in un certo qual modo hanno trasferito le proprie attese nei confronti della precedente Amministrazione sull’Amministrazione erede, quella del Gruppo di studio su Cavallerizza Reale con tanto di piano economico e destinazioni d’uso e quella degli occupanti, che nel tentativo, inesaudibile, di dar voce alla cittadinanza predicano una visione già reale o meglio già “irreale” delle Ex Scuderie. Tre progetti dunque, formali, informali, in fase di studio o solo sognati, che non sappiamo e non possiamo ancora immaginare conciliabili tra loro. Le posizioni coinvolte, infatti, sono varie e tutt’altro che omogenee. Lo sforzo dell'Amministrazione dovrà essere, e pare voglia, quello di conciliarle tutte in una visione unitaria e condivisa. Lo farà, dice, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro aperto e partecipabile dai cittadini. Non osiamo concluderne che sia l’inizio del tanto agognato processo partecipato o almeno non ci metteremmo la mano sul fuoco; se e quanto peseranno le parti d’interesse nelle decisioni finali non possiamo a monte giudicare. Sappiamo, però, per esplicita ammissione del Vicesindaco, che sarà l’Amministrazione comunale ad operare scelte e prendere decisioni e che la scelta pubblica su un bene che è di tutti non potrà che comportare una limitazione delle libertà individuali, seminando malcontento in qualche dove.

Il contesto che si è venuto a creare sabato mattina risulta tuttavia interessante e bisogna riconoscere a chi ha voluto l’incontro se non altro il merito di aver riunito fuori dalle stalle tutte, o quasi, le parti d’interesse (assenti di rilievo Compagnia di San Paolo, Cassa Depositi e Prestiti, Teatro Regio, Regione Piemonte). Agli Enti presenti va riconosciuta la disponibilità al confronto in un contesto pubblico e allargato;  stesso merito va alle Associazioni, ad Assemblea Cavallerizza 14:45 ed ai Cittadini presenti. Quale sia l’orizzonte unitario è però ancora oscuro e ancor più oscuro è come si potrà realizzare un progetto realmente condiviso che tenga conto, rispetti e valorizzi tutte le parti in causa. Chi ha seguito Sistema Torino negli ultimi anni ricorderà senz’altro che sul compendio della  Cavallerizza Reale gravano tre diversi diritti di proprietà in capo ad altrettanti enti: Cassa Depositi e Prestiti, il Comune di Torino e CCT (la società di Cartolarizzazione 100% della Città di Torino medesima).  Nonostante l’indisponibilità di fatto del bene, le idee per una riconversione culturale della Cavallerizza si sprecano: da Polo delle arti contemporanee gestito attraverso la formula dell’uso, a fronte di snodo tra la zona di comando e le ex aree industriali della città, aule studio e residenze per studenti, luogo di conservazione del patrimonio storico, delle arti e della cultura del territorio, laboratori musicali, hub culturale, luogo di produzione teatrale - bene comune per definizione a detta del Direttore del Teatro Stabile - e chi più ne ha più ne metta. La Cavallerizza culturale, insomma, spalanca le porte dell’immaginazione. Ah, Türin! Türin! Sempre a correr dietro alla Cultura! Che ci sia posto per tutti in 40.000 mq non vi è dubbio, ma che alla semplice convivenza negli stessi spazi possa corrispondere un progetto unitario, pare assai dubbioso.

Poche le risorse in campo, qualche milione di euro per il recupero dei Giadini Reali, un tot a budget per il Salone delle Guardie, un po’ di expertise e tanto idealismo.
Accanto al sogno della riacquisizione e del recupero in chiave culturale della Cavallerizza Reale si pone la cruda realtà: “La Cavallerizza ,che ci piaccia o non ci piaccia, è privata” conclude Guido Montanari, sebbene in verità una porzione dell’immobile appartenga alla Città, CCT sia 100% proprietà del Comune stesso e Cassa Depositi e Prestiti sia all’80% di proprietà del Ministero per l’Economia.  Montanari  aggiunge inoltre che la mattinata di sabato non è che il primo passo di un processo che dovrà vedere coinvolti i cittadini,  i loro rappresentanti, i direttori delle Fondazioni e gli organi istituzionali. Non si tratterà di un processo di accompagnamento promette, “la parola accompagnamento  mi fa schifo” ha dichiarato il Vicesindaco, ma di un processo condiviso che comporterà  scelte che questa Giunta non pare disposta a delegare. 

Il passo successivo all’incontro di sabato scorso sarà formare un gruppo di lavoro che recepisca le idee emerse e che avrà il compito di lavorare su due temi: un progetto unitario di destinazione compatibile con il bene ed un progetto di gestione con le sue inevitabili ricadute economiche.
Non si riparte da zero quindi ma da almeno tre. Perché questo possa essere davvero considerato un nuovo inizio ci aspettiamo da subito un atto formale che metta nero su bianco le intenzioni della Giunta e che traduca in azione politica e amministrativa il percorso che sta per iniziare. Se così non fosse quella che potrebbe essere l’apertura di un nuovo capitolo di Cavallerizza Reale resterà solo una delle strabilianti avventure delle Scuderie del Re.



mercoledì 22 febbraio 2017

4 marzo 2017, ore 15, assemblea pubblica: UN BILANCIO SENZA VINCOLI, i diritti prima del pareggio di bilancio

UN BILANCIO SENZA VINCOLI
i diritti prima del pareggio di bilancio

Il 21 gennaio scorso, in occasione dell’assemblea pubblica “Un bilancio senza vincoli”, amministratrici e amministratori del Comune di Torino hanno ribadito la propria disponibilità ad attivare un percorso di trasparenza e partecipazione con la cittadinanza, come già avvenuto in altre municipalità italiane ed estere. 

Vogliamo condividere le linee di indirizzo del bilancio di previsione 2017 del Comune di Torino, per mettere al centro i diritti dei cittadini nel rispetto di quanto garantito durante la campagna elettorale.

Sono invitati a incontrare i cittadini: 
la sindaca Chiara Appendino 
gli Assessori e i Consiglieri tutti

- Per confrontarsi su un programma di azioni concrete per uscire dalla trappola del debito. 
- Per affermare tutte e tutti che il nostro futuro è troppo importante per lasciarlo in mano alle banche. 
- Perché il ripudio del debito illegittimo diventi il denominatore comune di comitati e movimenti impegnati sui diversi fronti di lotta e di cambiamento sociale.

Sabato 4 marzo 2017 ore 15:00 
Torino, sala di via Leoncavallo 17

Gruppo promotore Assemblea21

lunedì 20 febbraio 2017

18 MARZO 2017: CASA, REDDITO, DIGNITA'

Sistema Torino crede che l'emergenza abitativa sia il primo problema da risolvere in questa città. Il Movimento 5 Stelle ha costruito la propria campagna elettorale anche sul diritto all'abitare. Ora, a otto mesi dall'insediamento, pensiamo che sia arrivato il momento di iniziare a rivendicare le esigenze dei cittadini. 
Per queste ragioni sosteniamo i Movimenti di lotta per la casa e la manifestazione che si svolgerà il 18 marzo prossimo. 
Condividiamo qui sotto il loro appello e invitiamo tutti a partecipare, sabato 25 febbraio pomeriggio, all'assemblea pubblica che si terrà presso la Cavallerizza Occupata.

ASSEMBLEA PUBBLICA SABATO 25 FEBBRAIO
Cavallerizza occupata ore 15,30
Anni di malgoverno PD hanno impoverito la nostra città lasciando in mano tutta la ricchezza e tutta la gestione a quella piccola fetta soprannominata “Sistema Torino”. Questo insieme di poteri forti costituito da banche, fondazioni, grandi imprese, speculatori e palazzinari ha ancora un grosso peso sulle decisioni in città anche se l'amministrazione comunale è cambiata, passando dal PD al M5S.
Se da una parte abbiamo la Compagnia di San Paolo che controlla importanti porzioni di territorio - grazie ad agevolazioni fiscali concessi dal Comune, garantendo alla Compagnia la possibilità di ampliare il proprio potere sulla città - dall'altra parte abbiamo palazzinari speculatori che grazie alle loro influenze e conoscenze, oltre alla possibilità di grandi quantità di denaro, possono permettersi di comprare interi palazzi e agire soprusi e violenze verso le famiglie che vivono un disagio economico.
Questo modello di governo della città ancora oggi non trova nessun impedimento da parte delle istituzioni, anzi rimane nell'indifferenza più assoluta mentre gli sfratti continuano imperterriti giorno dopo giorno, la disoccupazione tocca sempre più persone, giovani in primis e la possibilità di avere un tetto dove vivere tranquillamente è sempre più un privilegio di pochi.

Nei quartieri periferici della città il malcontento sociale comincia a farsi sentire, attraverso l'esperienza dei comitati popolari che denunciano carenze sia nei servizi, sia per quanto riguarda la questione abitativa. L'ente territoriale che gestisce le case popolari, ATC, è visto dagli abitanti dei quartieri periferici come una sanguisuga che non cessa di succhiare reddito – per chi ancora c'è l'ha – attraverso aumenti delle utenze e richieste di pagamento di conguagli arretrati di molti anni. Famiglie e pensionati vivono come una minaccia la pressante richiesta da parte di ATC di sollecito di pagamenti mentre interi palazzi richiedono interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Il nostro intento è costruire per il 18 marzo una manifestazione cittadina che partendo dalla questione abitativa, possa anche essere un momento importante per dare voce a tutti coloro che nella Torino della crisi vogliono avere il proprio riscatto sociale uscendo da una forma di isolamento nella quale ci vorrebbero relegare per mettere al centro la nostra disponibilità a lottare e mobilitarci per una vita migliore. La mancanza di reddito, la disoccupazione giovanile, la precarietà come modello di vita vanno trasformate, invertendole di segno, passando da condizioni subite a condizioni da agire contro chi continua ad impoverirci. Inoltre la crisi non colpisce tutti allo stesso modo e mentre noi facciamo i salti mortali per sopravvivere, privandoci di tutto, ci sono i soliti potenti di turno che invece sulla crisi continuano a guadagnare.

Oggi più che mai vogliamo contare, perché non c'è più tempo ed è giunto il momento di reagire. Vogliamo che le condizioni di vita migliorino per tutti e tutte, senza farci frenare da questioni legate al bilancio o dalle poche briciole che ci vengono elemosinate. Fino ad ora la nuova giunta Appendino si è mostrata fumosa su questi temi, mentre i padroni della città continuano a banchettare indisturbati.

Noi riteniamo che per il M5S sia giunto il momento di schierarsi, La nuova Giunta comunale deve prendere una posizione perché le famiglie senza una casa o a rischio di perderla, i disoccupati, i precari, saranno sempre dalla parte opposta della barricata rispetto al “Sistema Torino” che pensa solo al suo portafoglio e quindi a riempirlo impoverendoci.

Su queste tracce di ragionamento invitiamo tutti e tutte a partecipare all'assemblea cittadina che si terrà sabato 25 febbraio alle 15.30 in Cavallerizza occupata.
Movimenti di lotta per l'abitare


venerdì 17 febbraio 2017

Assemblea pubblica con il Comune sul bilancio 2017, la chiede Assemblea21

Lunedì 13 febbraio pomeriggio, il Comitato promotore di Assemblea21 (il coordinamento di comitati che il 21 gennaio aveva organizzato l'assemblea di via Moretta) si è recato a Palazzo Civico per assistere al Consiglio Comunale e consegnare personalmente a Sindaco, Giunta e Consiglieri comunali la richiesta (gia' inviata anche per mail) di convocare una assemblea pubblica durante la quale  illustrare ai cittadini le linee di indirizzo del prossimo bilancio comunale e recepire le eventuali osservazioni sottoposte dai partecipanti.

Non avendo potuto accedere alla sala del Consiglio, i presenti hanno quindi dato vita a un presidio esterno al quale hanno preso parte, con l'obiettivo di avere notizie sulle azioni programmate dal Comune per i problemi relativi all'emergenza abitativa, anche famiglie sfrattate ospiti di occupazioni e attivisti animatori delle occupazioni stesse. Al termine della seduta consiliare, come ormai di abitudine durata solo un paio d'ore, i presidianti hanno potuto parlare e discustere con alcuni consiglieri del Movimento 5 Stelle, consegnando a loro la richiesta di assemblea e ipotizzando alcune date.

La sera dello stesso lunedì il Comitato si e' poi ritrovato per fare il punto della situazione e organizzarsi in vista della risposta dell'Amministrazione alla richiesta di presentare e discutere pubblicamente il bilancio per il 2017.  La discussione ha portato a individuare come requisiti necessari per l'efficacia dell'incontro richiesto sia la data di svolgimento, precedente l'iter di discussione e approvazione in Consiglio Comunale gia' programmato per marzo, sia la presenza dell'Assessore competente, Rolando e della Sindaca Appendino.

A seguito della riunione, è stato quindi formulato un comunicato da inviare a Sindaco, Giunta e consiglieri comunali e fare arrivare ai cittadini torinesi. Eccone il testo:



Assemblea pubblica di sabato 4 marzo 2017 – Bilancio di previsione 2017 della Città di Torino
Torino, 14 febbraio 2017

L’assemblea dei cittadini già promotori dell’incontro del 21 gennaio scorso, riunitasi ieri sera ha approvato all’unanimità per l’Assemblea pubblica in oggetto la data di sabato 4 marzo p.v., ore 15.00 – 18.00 (individuata ieri insieme al Capogruppo M5S, Alberto Unia, dal quale si attende comunicazione, entro venerdì 17 febbraio, in merito alla sede dell’incontro).
Questa assemblea deve rappresentare il primo importante momento di un percorso partecipativo determinante per il futuro della nostra città e fondamentale per il programma di governo dell’attuale compagine amministrativa.
Il Bilancio previsionale riveste un particolare significato in ottica di partecipazione dei cittadini alle scelte che riguardano l’interesse comune, come testimoniano i diversi casi di Comuni italiani che hanno da tempo avviato precisi percorsi in tale direzione.
Citiamo Napoli, ad esempio, il cui Sindaco è da mesi impegnato in prima persona nel costante e costruttivo confronto con la cittadinanza (vedi locandina allegata), dal quale stanno sortendo interessanti e concrete soluzioni innovative in risposta ai problemi e alle esigenze della città.
Siamo certi che nella prossima Assemblea pubblica i nostri Amministratori e, in particolare, la nostra Sindaca confermeranno personalmente il proprio impegno a sviluppare le più ampie e produttive forme di partecipazione, anche attraverso una costante e tempestiva informazione e comunicazione ai cittadini. Strumenti di comunicazione e partecipazione finora non attivati “per motivi contingenti”, quale l’esigenza di raggiungere entro fine 2016 un difficile pareggio di bilancio, che tra l’altro ha comportato scelte dolorose per la cittadinanza e, addirittura, in controtendenza rispetto al programma di governo.
In questo contesto, i cittadini vogliono essere parte attiva (e informata) nelle questioni che riguardano il comune interesse e di poter esprimere le proprie valutazioni ai propri rappresentanti istituzionali, in tempo utile perché queste possano essere recepite e adeguatamente considerate nell’analisi delle soluzioni da adottare.
In tale ottica, per garantire la massima produttività e concretezza dell’Assemblea pubblica riteniamo che sarebbero quanto mai opportuni la trasmissione preliminare di un Vostro documento di sintesi, riguardante le strategie e linee guida definite per il Bilancio previsionale 2017, e l’organizzazione di un incontro preparatorio qualche giorno prima dell’Assemblea stessa, fra Vostri rappresentanti e una nostra delegazione.
In attesa di cortese riscontro, distinti saluti.
Gruppo promotore Assemblea21

mercoledì 15 febbraio 2017

Cavallerizza Reale: il 18 febbraio inizia il confronto?

Per la prima volta sabato 18 febbraio prossimo il Comune di Torino parla e chiede di parlare pubblicamente della Cavallerizza Reale. Lo fa nelle sale della ex Curia Massima, in via Corte d'Appello, dove ha invitato, dalle 9 alle 13, gli altri proprietari degli immobili (la sua società CCT - Cartolarizzazioni Città di Torino e la Cassa Depositi e Prestiti), enti, istituzioni (tra cui presumibilmente anche i firmatari del Protocollo d'intesa della Giunta Fassino) e associazioni (con ogni probabilità, quelle impegnate nella tutela dei beni culturali, architettonici e ambientali). Ognuno avrà 7 minuti a disposizione per esprimersi sul tema "Idee per la Cavallerizza". Dopo gli interventi dei soggetti invitati, i microfoni verranno aperti anche ai cittadini, che, 5 minuti ciascuno, potranno prendere parte alla discussione. Saranno i saluti della Sindaca Chiara Appendino e dell'Assessora alla Cultura Francesca Leon ad aprire l’incontro, seguiti dal Vicesindaco Guido Montanari, anche Assessore all'Urbanistica, al quale spetterà l’introduzione al dibattito e, immaginiamo, la dichiarazione delle intenzioni della nuova Giunta Comunale.
Su quali possano essere queste intenzioni in città circolano ancora poche idee,  a causa del lungo silenzio istituzionale in proposito. La locandina diffusa dal Comune suggerisce, però, che il complesso ha una "vocazione alle attività culturali, artistiche, di ricerca, di formazione e di sperimentazione" (sembrerebbero dunque scomparsi i richiami alle funzioni residenziali e commerciali altamente presenti nel famigerato Masterplan voluto dagli aderenti al Protocollo d'intesa). La locandina precisa inoltre che la nuova Amministrazione comunale "intende costruire un percorso condiviso che permetta di individuare destinazioni d'uso compatibili e scelte economicamente sostenibili". L’incontro del 18 febbraio è annunciato quindi come "una prima giornata di confronto", il che lascerebbe presagire un seguito di ulteriori occasioni in cui continuare e, c'è da augurarsi, ampliare e approfondire il confronto tra le idee sul futuro di quell’area, critica per posizione e storia e rilevante per le opportunità che dal suo uso possono derivare.
Se bene interpretiamo e queste sono le effettive intenzioni del Comune, perchè si possa andare oltre alle semplici dichiarazioni di intenti e realizzare un percorso comune che coinvolga finalmente istituzioni, associazioni e cittadini oltre che le varie proprietà, saranno indispensabili passaggi concreti, distinguibili da quelli non realizzati in occasione di altre scelte, urbanistiche e non, recentemente operate in città dall'Amministrazione comunale sulle quali ora la medesima si trova incalzata dal Coordinamento di comitati, cittadini e associazioni costituitosi sotto il nome di Assemblea21.

In primis, il fondamentale passaggio per dare concretezza a quelli che sembrano gli intenti dell’Amministrazione è la riacquisizione e  mantenimento da parte del Comune della proprietà di tutte le porzioni del complesso che anni fa furono cedute alla società di cartolarizzazione CCT (che ha provato inutilmente a venderle per ripagare le banche creditrici) al fine di tappare i buchi nel bilancio provocati dal grande debito accumulato dalla Città dopo le Olimpiadi del 2006. Perché ciò possa avvenire servono svariati milioni di euro, una decina si dice, cifra che sicuramente verrà dichiarata incompatibile con le disponibilità del bilancio 2017 così come di quello del 18 e che, probabilmente, finirà per essere reperibile complessivamente solo nell'arco della legislatura con il bilancio del 2021.
Altro passaggio fondamentale è il mantenimento in capo al Comune del diritto di programmare l'utilizzo futuro dell'area in tutta la sua estensione, compresa la porzione di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti, attraverso i normali strumenti decisionali amministrativi a iter pubblico, quali delibere di Consiglio e Giunta Comunale, varianti di piano regolatore ecc. Tale diritto comporta la revoca della presenza dell'ente nella procedura decisionale riservata, ed extra istituzionale, istituita dalla Giunta Fassino con la firma del protocollo d’intesa tra il Comune medesimo, svariati enti pubblici e le fondazioni bancarie. Protocollo che, ricordiamo, su incarico conferito (e pagato) dalla Compagnia di San Paolo, ha prodotto il famigerato Masterplan della Cavallerizza, mai approvato né mai discusso in sede istituzionale (solo illustrato in commissione cultura e sommariamente presentato da assessori e sindaco durante incontri organizzati da privati o enti pubblici).

La decisione di riacquistare la quota di proprietà ex Comunale della Cavallerizza Reale, l'annullamento del Protocollo d'intesa e quindi il definitivo superamento del Masterplan fornirebbero l'occasione per riportare il dibattito e il confronto in Consiglio Comunale, dove l'argomento Cavallerizza non è più stato materia all’
ordine del giorno dall'approvazione della cartolarizzazione nel 2009, passando in conseguenza di ciò tra le competenze della Giunta e, in particolare, di un solo assessore: quello al Bilancio (mentre sabato 18 faranno capolino, e si spera non solo, anche l’Assessore all'Urbanistica e quello alla Cultura).
I fondamentali passaggi citati sarebbero anche l'occasione, magari dopo la sessione di approvazione del Bilancio 2017 che dovrà concludersi entro il 31 marzo, per ridare un ruolo degno della loro funzione ai consiglieri comunali, che ormai non discutono più di indirizzi generali per la gestione della città ma passano, piuttosto, in occasione delle sedute settimanali, un paio d'orette in diatribe su interpellanze e mozioni.
Se la nuova Amministrazione Comunale intende spezzare la continuità con le scelte fatte dalla precedente amministrazione sulla futura destinazione della Cavallerizza Reale dovrà dunque dare da subito chiari segnali in tal senso, non limitandosi a una veloce raccolta di pareri provenienti da soggetti solo occasionalmente invitati a esser presenti o convenuti anche senza invito: dovrà distinguersi e avviare un processo sincero a cui si possa attribuire legittimamente e non solo de dicto il valore di percorso decisionale e progettuale partecipato.

Non una semplice audizione dunque e neppure una consultazione, è ciò che l’Amministrazione dovrà mettere in atto se vorrà interrompere la linea che ha segnato il triste presente della Cavallerizza Reale. E processo partecipato è anche quanto chiedono i comitati e i cittadini di Assemblea21 a proposito del prossimo e dei futuri bilanci del Comune di Torino. Bilanci di cui la Cavallerizza Reale e' stata finora vittima, sottratta alla naturale vocazione di bene pubblico a uso collettivo e in quanto tale bene comune: vocazione che ora, dopo anni di resistenza messa in atto dall'occupazione insediatasi nel 2014, potrebbe avere una prospettiva se ci saranno, da parte del Comune di Torino, scelte chiare e condivise. A partire da quelle che emergeranno sabato 18 febbraio: aspettiamo quindi il confronto.

venerdì 10 febbraio 2017

Pratiche virtuose di accoglienza migranti: intervista ad Enrico Tavan, assessore al comune di Avigliana.

Come molti di voi ricorderanno, i primi giorni di questo mese sono usciti diversi articoli a mezzo stampa a raccontare di un fantomatico “modello torino” nell’accoglienza migranti.
Approfondendo gli articoli si scopre che il modello di riferimento, per l’accoglienza dei migranti è valsusino, e non torinese… un modello semplice ma al contempo difficile da costruire, poiché necessita del dialogo tra diverse amministrazioni comunali (si registrano casi simili nella provincia di Vicenza).
Troppo spesso, infatti, i singoli comuni non fanno lavoro di squadra, guardando solamente al proprio orticello e cercando, magari, di “sbolognare” (come l’amministrazione di Goro, ad esempio) il servizio di accoglienza altrove.
Nel mese di giugno del 2016  in Valle di Susa, provincia di Torino, è partito un progetto innovativo di micro accoglienza di 112 richiedenti asilo che vede coinvolti direttamente - per la prima volta - gli enti locali nella progettazione e nella gestione, grazie a un accordo siglato tra la Prefettura di Torino e 20 comuni della Bassa Val di Susa.  Il progetto avrà scadenza a fine 2017 e per i Comuni aderenti non è previsto un investimento economico. A raccontare l’iniziativa è Enrico Tavan giovane assessore alle politiche sociali del Comune di Avigliana, ente promotore e capofila.

Come è nata questa iniziativa?
L’idea nasce nel 2013 quando alcuni comuni della zona hanno deciso di aderire a un progetto SPRAR. Dopo la positiva esperienza abbiamo pensato, insieme ad altri sindaci, di creare un modo sostenibile e diverso di accogliere queste persone. Come amministratori, proprio per il ruolo che ricopriamo, ci siamo chiesti: è meglio subire i processi o governarli? Abbiamo scelto quindi la seconda strada, cioè la  partecipazione attiva. Si è così iniziato un dialogo con la Prefettura che, capendo da subito la bontà del progetto, è stata molto disponibile a percorrere con noi questo cammino, diverso, basato su un attento percorso di accoglienza e integrazione piuttosto che sui numeri, proprio per avere una sostenibilità reale nei confronti dei beneficiari. Per i Comuni più numerosi si prevede l’accoglienza fino a un massimo di 12 persone.

Quali sono gli elementi innovativi?

Per la prima volta le amministrazioni locali saranno coinvolte. Di norma le prefetture emanano dei bandi per l’accoglienza riservati al Terzo Settore e agli albergatori. I migranti arrivano nei paesi ma i sindaci non sempre vengono informati. Questo può creare dei problemi, non solo perché il primo cittadino è responsabile della salute e dell’ordine pubblico, ma perché non coinvolgendo i cittadini il rischio è quello di far nascere tensioni e incomprensioni con gli abitanti. In più sono stati contingentati i numeri in modo tale da offrire un servizio migliore anche alle persone accolte che potranno essere seguite con maggiore attenzione.

Come è stato realizzato il bando e come verrà gestito il progetto?
Nella stesura del bando non si è puntato al massimo ribasso ma alla qualità. Infatti sono stati richiesti numerosi  servizi come il corso di italiano, le consulenze di psicologi e avvocati. Le persone saranno accolte in alloggi privati e non in strutture alberghiere, rendendo il progetto più efficace per i beneficiari che potranno così cercare una loro autonomia, creando i presupposti per una reale integrazione nel tessuto sociale dei paesi.  I richiedenti asilo non arriveranno tutti assieme ma, in accordo con la Prefettura, saranno inseriti un po’ per volta per poi entrare a regime entro un paio di mesi.
Tramite l’istituzione del “Tavolo di coordinamento per la micro accoglienza in Valle di Susa”, composto dalle amministrazioni aderenti al progetto con ente capofila il Comune di Avigliana si effettuerà il controllo diretto l’ATI che gestirà materialmente il progetto. I soldi non arriveranno più dalla prefettura direttamente alle cooperative, ma passerà dal comune capofila che, attraverso appunto il Tavolo, controllerà il buon andamento del progetto attraverso la rendicontazione dei servizi accessori, per poi passare all’erogazione.

Con quali modalità arriveranno le persone accolte?
I richiedenti asilo già attualmente presenti sul territorio saranno sistemati secondo i numeri previsti dall’accordo, si va da 12 posti per i comuni  più popolati (10.000 abitanti) ai 2 posti per quelli con 2.000 abitanti. Gli altri mingranti arriveranno nei paesi su segnalazione della Prefettura di Torino.
Quale è stata la motivazione e la spinta che ha portato a questo progetto?
“Per me personalmente dalla conoscenza di Domenico Lucano, Sindaco di Riace, inserito da Fortune tra le 50 personalità politiche più influenti del mondo. Un amministratore che da 10 anni dimostra come i migranti possano essere un punto di forza e una risorsa, perché ripopolano i comuni, mantenendo così servizi che con lo spopolamento andrebbero tagliati, come ad esempio le scuole.  E’ però vergognoso che una persona come lui venga scovata e valorizzata da una rivista straniera e non dai nostri politici.”

IL PROGETTO VINCITORE.

Nelle scorse settimane si è anche conclusa la gara di appalto per la gestione della micro accoglienza. Simona Sordo, responsabile del raggruppamento dell’ATI vincitrice del bando composta da Cooperativa Sociale ORSo, Cooperativa Sociale Frassati, Fondazione Talità, Cooperativa Sociale Amico e Commissione Sinodale per la Diaconia, racconta il progetto presentato: “è decisamente innovativo sotto diversi punti di vista e crediamo che per questo sia stato premiato. Innanzitutto per il partenariato di 5 cooperative che hanno esperienza di accoglienza, un forte radicamento sul territorio, e una capacità di attivare numerose reti sul territorio, poi per la gestione tramite èquipe territoriali e la modalità di approccio alla persona”.

L'idea  alla base del progetto è  stata quella di creare due centri servizi di accoglienza diffusa, dislocati in media e in bassa valle, dove verranno forniti la maggior parte dei servizi previsti vale a dire la consegna del pocket money, i contributi per cibo e igiene, la tutela socio sanitaria e legale, la mediazione culturale e infine l’orientamento e la formazione. I richiedenti asilo dovranno quindi spostarsi per ricevere i servizi capovolgendo quindi il concetto classico di erogazione singola sul posto. “Abbiamo fatto questa scelta per diversi motivi; da una parte questo è un tentativo di superare l’assistenzialismo al fine di stimolare il movimento nel territorio e l’autonomia relativa degli utenti. Questo non vuol dire che i ragazzi non vengano seguiti, anzi. Il personale, organizzato in equipe territoriali, dopo una valutazione iniziale della situazione supporterà gli utenti in questo percorso”.
I beneficiari ospiti del progetto inoltre frequentano  corsi di lingua italiana almeno 2 volte alla settimana sempre all’interno dei centri servizi oltre a seguire le lezioni del Centro Per l'Istruzione Adulti (CPIA) per i corsi base di lingua italiana e per il conseguimento della licenza di scuola secondaria di 1° grado.  Il progetto che ha preso avvio in Valle di Susa è il frutto di un percorso di dialogo tra le istituzioni e di presa di responsabilità di un fenomeno ineluttabile, tanto che nelle ultime settimane sono stati invitati in altre provincie italiane per raccontare l’esperienza.
A distanza di 6 mesi dalla partenza del progetto sono state accolte 88 persone e sono state regolarmente affittate 26 unità abitative in 18 Comuni dei 20 Comuni aderenti al protocollo. Il personale stabilmente impiegato per la gestione dell'accoglienza dalle cooperative che compongono l'ATI è di circa 30 unità fra operatori dell'accoglienza, legali, assistenti sociali e sanitari, mediatori ed interpreti, amministrativi ed operai manutentori . In tutti i Comuni inoltre sono state attivate attività d'inclusione sociale utilizzando come strumenti il volontariato civico e le attività culturali e sportive.
Molto soddisfatto è anche il Sindaco di Avigliana, Angelo Patrizio: “I cittadini devono capire che l’accoglienza dei migranti è un tema strategico per tutti, al di là di come la si pensi. Non si può eludere: la pressione alle frontiere è enorme. E’ quindi nostro compito affrontare la questione gestendola al meglio, sia dal punto di vista economico sia sensibilizzando i cittadini. Il progetto che si sta realizzando in Val di Susa è un piccolo passo e di fronte ai grandi numeri può sembrare una piccola goccia in mezzo al mare, ma crediamo sia una strada da percorrere, una strada umana. Non a caso molti altri comuni stanno cercando di realizzare qualcosa di simile.


venerdì 3 febbraio 2017

SINDACATI - 5 STELLE: 1 - 0 IN COMUNE - RITIRATA LA MOZIONE DEI CONSIGLIERI SUL PREMIO DI PRODUTTIVITA'. AL PERSONALE


Scrive la CGIL al Comune di Torino ai propri iscritti:
"La nostra azione sindacale (volantino unitario, volantinaggio, articoli sui giornali ecc.) ha avuto effetto.
La mozione presentata da 21 consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle che voleva impegnare la Sindaca e la Giunta “a non sottoscrivere accordi sull’accesso al sistema premiante o al beneficio contrattuale (ad esempio, alle progressioni orizzontali o agli incentivi) poco selettivi e posseduti dalla generalità dei dipendenti, con conseguente generalizzata estensione a quasi tutto il personale del beneficio contrattuale” cioè che voleva impegnare Sindaca e Giunta a seguire fino in fondo la linea di Brunetta sulle pagelline e sulla limitazione della contrattazione è stata ritirata a data da destinarsi.
Registriamo questo importante successo ma allo stesso tempo non dobbiamo abbassare la guardia.
Sia per evitare che la mozione venga riproposta più avanti sia perché ad oggi la nostra richiesta di incontro con l’Assessore al Personale, dott. Sergio Rolando, cioè dopo 45 giorni ..., è rimasta senza risposta.
"

E allega la comunicazione inviata ai componeni della I Commissione Consiliare, che avrebbe dovuto discutere della mozione mercoledì prossimo 8 febbraio, in cui si dice

VARIAZIONE DI CONVOCAZIONE
della I Commissione Consiliare Permanente
per mercoledì 8 febbraio 2017 alle ore 09.00
nella SALA OROLOGIO
In riferimento all’avviso di convocazione prot. 183 del 1° febbraio 2017, si avvisache il seguente punto all’ordine del giorno è rinviato a data da destinarsi:
mecc. n. oggetto note
M 2017 00284/002 "REVISIONE DELL'ACCORDO SUL PROGETTO DI ARMONIZZAZIONE CONTABILE E CORRESPONSIONE
DEI PREMI DI PRODUTTIVITÀ BASATI SULLA VERIFICA
A CONSUNTIVO DI CONCRETI RISULTATI OTTENUTI"
PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CHESSA ED ALTRI IN
DATA 26 GENNAIO 2017.
1 CCP
ASSESSORE ROLANDO


Quindi sembra chiudersi a favore di CGIL-CISL-UIL, che negli scorsi giorni erano usciti con un volantino poi ripreso da vari organi di informazione su carta e in rete, il primo rapporto tra Movimwento 5 stelle, nelle figure dei suoi consiglieri comunali e organizzazioni sindacali. In attesa che i rapporti si spostino invece su piani di relazioni sindacali negli ambiti appropriati, i quali prevedono che come controparte delle rappresentanze dei lavoratori nel proporre criteri di gestione del personale ci sia l'Assessore al Personale e la delegazione trattante di dirigenti nominata dalla Giunta e non direttamente i consiglieri).

Consiglieri che in materia di gestione del personale avranno comunque da dire la loro, quando e se ne sara' ora, in occasione della ventilata riorganizzazione dell'intera macchina amministrativa comunale, promessa prima delle elezioni e addirittura da farsi in collaborazione con il personale dell'ente: della quale peraltro nulla si sa ufficialmente, anche se da mesi la data ipotizzata per avviarla sarebbe il mese di aprile prossimo.

Un'anticipo se ne era comunque  avuto gia' a settembre scorso, quando dall'accorpamento e sventramento di uffici provenienti da vari servizi comunali e' stato creato il Supergabinetto della Sindaca, il quale ha accorpato competenze in materia di manifestazioni culturali comunali e non, comunicazione, web, rapporti istituzionali. cerimoniale e altro ancora. Il tutto senza nessun tipo di confronto sindacale o con il personale preventivo nonostante siano stati modificati, con conseguente spostamento di personale medesimo da varie sedi, assetti e consistenza di piu' servizi dell'ente.

CGIL-CISL-UIL hanno, sembrerebbe, vinto 'facile' toccando il tema degli incentivi e delle carriere gestiti in modo diffuso e non selettivo, come invece chiedeva la mozione dei 5 Stelle auspicando la applicazine della famigerata riforma della Pubblica Amministrazione introdotta da Brunetta a fine anni 2000 e mai abolita da nessun governo seguente. Riforma peraltro rimasta sostanzialmente inapplicata ovunque per la complicatezza e indefinitezzi dei meccanismi di attuazione, la loro inadeguatezza a rispondere al rapporto tra qualita' del lavoro e retribuzione del personale e per la volonta' fortemente penalizzante nei confronti dei lavoratori pubblici che la anima.

Ma la mozione dei consiglierei del M5S in realta' non aveva come obiettivo  genericamente tutti i premi al personale comunale, premi i quali alla fine, pero', leggendo il testo risultavano essere tutti nel mirino dei firmatari, ma nello specifico quelli erogati, su accordo firmato nel marzo 2016 (guarda un po' prima delle elezioni)  tra CGIL-CISL-UIL e l'allora assessore al personale Passoni, premi destinati a 88 dipendenti in servizio presso la cosiddetta "Ragioneria" del Comune, per un totale di 100.000 euro ad anno nel 2016 e nel 2017 in conseguenza del lavoro aggiuntivo dai medesimi svolto per adeguare il sistema di gestione delle entrate e delle uscite e la loro contabilizzazione alle nuove regole per i bilanci degli enti pubblici introdotte dal Parlamento e dal Governo negli anni precedenti. I consiglieri 5 stelle con la mozione contestavano la validita' di un accordo del genere alla luce dei criteri previsti per l'erogazione di incentivi dalla legge Bruetta, magari anche, presumibilmente, per  la manovra preelettorale a cui l'accordo si era prestato. Con obiettivo chi, gli 88 dipendenti o i sindacati firmatari, visto che Passoni ormai non puo' piu' essere contestato in sede politica? In ogni caso CGIL-CISL-UIL hanno preferito sorvolare, nel loro volantino, alle accuse su questo punto, tirando in ballo solo la parte sulla quale nulla si poteva loro imputare (se non un tiepidissima mobilitazione, quasi inesistentee, nei confronti della riforma Brunetta, tanto e' vero che e' ancora in vigore): vincendo quindi 1 a 0, sembrerebbe, ma avendo nascosto il pallone sotto la maglia durante la partita.