mercoledì 15 febbraio 2017

Cavallerizza Reale: il 18 febbraio inizia il confronto?

Per la prima volta sabato 18 febbraio prossimo il Comune di Torino parla e chiede di parlare pubblicamente della Cavallerizza Reale. Lo fa nelle sale della ex Curia Massima, in via Corte d'Appello, dove ha invitato, dalle 9 alle 13, gli altri proprietari degli immobili (la sua società CCT - Cartolarizzazioni Città di Torino e la Cassa Depositi e Prestiti), enti, istituzioni (tra cui presumibilmente anche i firmatari del Protocollo d'intesa della Giunta Fassino) e associazioni (con ogni probabilità, quelle impegnate nella tutela dei beni culturali, architettonici e ambientali). Ognuno avrà 7 minuti a disposizione per esprimersi sul tema "Idee per la Cavallerizza". Dopo gli interventi dei soggetti invitati, i microfoni verranno aperti anche ai cittadini, che, 5 minuti ciascuno, potranno prendere parte alla discussione. Saranno i saluti della Sindaca Chiara Appendino e dell'Assessora alla Cultura Francesca Leon ad aprire l’incontro, seguiti dal Vicesindaco Guido Montanari, anche Assessore all'Urbanistica, al quale spetterà l’introduzione al dibattito e, immaginiamo, la dichiarazione delle intenzioni della nuova Giunta Comunale.
Su quali possano essere queste intenzioni in città circolano ancora poche idee,  a causa del lungo silenzio istituzionale in proposito. La locandina diffusa dal Comune suggerisce, però, che il complesso ha una "vocazione alle attività culturali, artistiche, di ricerca, di formazione e di sperimentazione" (sembrerebbero dunque scomparsi i richiami alle funzioni residenziali e commerciali altamente presenti nel famigerato Masterplan voluto dagli aderenti al Protocollo d'intesa). La locandina precisa inoltre che la nuova Amministrazione comunale "intende costruire un percorso condiviso che permetta di individuare destinazioni d'uso compatibili e scelte economicamente sostenibili". L’incontro del 18 febbraio è annunciato quindi come "una prima giornata di confronto", il che lascerebbe presagire un seguito di ulteriori occasioni in cui continuare e, c'è da augurarsi, ampliare e approfondire il confronto tra le idee sul futuro di quell’area, critica per posizione e storia e rilevante per le opportunità che dal suo uso possono derivare.
Se bene interpretiamo e queste sono le effettive intenzioni del Comune, perchè si possa andare oltre alle semplici dichiarazioni di intenti e realizzare un percorso comune che coinvolga finalmente istituzioni, associazioni e cittadini oltre che le varie proprietà, saranno indispensabili passaggi concreti, distinguibili da quelli non realizzati in occasione di altre scelte, urbanistiche e non, recentemente operate in città dall'Amministrazione comunale sulle quali ora la medesima si trova incalzata dal Coordinamento di comitati, cittadini e associazioni costituitosi sotto il nome di Assemblea21.

In primis, il fondamentale passaggio per dare concretezza a quelli che sembrano gli intenti dell’Amministrazione è la riacquisizione e  mantenimento da parte del Comune della proprietà di tutte le porzioni del complesso che anni fa furono cedute alla società di cartolarizzazione CCT (che ha provato inutilmente a venderle per ripagare le banche creditrici) al fine di tappare i buchi nel bilancio provocati dal grande debito accumulato dalla Città dopo le Olimpiadi del 2006. Perché ciò possa avvenire servono svariati milioni di euro, una decina si dice, cifra che sicuramente verrà dichiarata incompatibile con le disponibilità del bilancio 2017 così come di quello del 18 e che, probabilmente, finirà per essere reperibile complessivamente solo nell'arco della legislatura con il bilancio del 2021.
Altro passaggio fondamentale è il mantenimento in capo al Comune del diritto di programmare l'utilizzo futuro dell'area in tutta la sua estensione, compresa la porzione di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti, attraverso i normali strumenti decisionali amministrativi a iter pubblico, quali delibere di Consiglio e Giunta Comunale, varianti di piano regolatore ecc. Tale diritto comporta la revoca della presenza dell'ente nella procedura decisionale riservata, ed extra istituzionale, istituita dalla Giunta Fassino con la firma del protocollo d’intesa tra il Comune medesimo, svariati enti pubblici e le fondazioni bancarie. Protocollo che, ricordiamo, su incarico conferito (e pagato) dalla Compagnia di San Paolo, ha prodotto il famigerato Masterplan della Cavallerizza, mai approvato né mai discusso in sede istituzionale (solo illustrato in commissione cultura e sommariamente presentato da assessori e sindaco durante incontri organizzati da privati o enti pubblici).

La decisione di riacquistare la quota di proprietà ex Comunale della Cavallerizza Reale, l'annullamento del Protocollo d'intesa e quindi il definitivo superamento del Masterplan fornirebbero l'occasione per riportare il dibattito e il confronto in Consiglio Comunale, dove l'argomento Cavallerizza non è più stato materia all’
ordine del giorno dall'approvazione della cartolarizzazione nel 2009, passando in conseguenza di ciò tra le competenze della Giunta e, in particolare, di un solo assessore: quello al Bilancio (mentre sabato 18 faranno capolino, e si spera non solo, anche l’Assessore all'Urbanistica e quello alla Cultura).
I fondamentali passaggi citati sarebbero anche l'occasione, magari dopo la sessione di approvazione del Bilancio 2017 che dovrà concludersi entro il 31 marzo, per ridare un ruolo degno della loro funzione ai consiglieri comunali, che ormai non discutono più di indirizzi generali per la gestione della città ma passano, piuttosto, in occasione delle sedute settimanali, un paio d'orette in diatribe su interpellanze e mozioni.
Se la nuova Amministrazione Comunale intende spezzare la continuità con le scelte fatte dalla precedente amministrazione sulla futura destinazione della Cavallerizza Reale dovrà dunque dare da subito chiari segnali in tal senso, non limitandosi a una veloce raccolta di pareri provenienti da soggetti solo occasionalmente invitati a esser presenti o convenuti anche senza invito: dovrà distinguersi e avviare un processo sincero a cui si possa attribuire legittimamente e non solo de dicto il valore di percorso decisionale e progettuale partecipato.

Non una semplice audizione dunque e neppure una consultazione, è ciò che l’Amministrazione dovrà mettere in atto se vorrà interrompere la linea che ha segnato il triste presente della Cavallerizza Reale. E processo partecipato è anche quanto chiedono i comitati e i cittadini di Assemblea21 a proposito del prossimo e dei futuri bilanci del Comune di Torino. Bilanci di cui la Cavallerizza Reale e' stata finora vittima, sottratta alla naturale vocazione di bene pubblico a uso collettivo e in quanto tale bene comune: vocazione che ora, dopo anni di resistenza messa in atto dall'occupazione insediatasi nel 2014, potrebbe avere una prospettiva se ci saranno, da parte del Comune di Torino, scelte chiare e condivise. A partire da quelle che emergeranno sabato 18 febbraio: aspettiamo quindi il confronto.

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