domenica 11 giugno 2017

IL SISTEMA GATTOPARDO NON ESISTE

Dopo una settimana di tentennamenti politici e comunicativi, il Movimento torinese ha fatto la scelta più naturale: utilizzare il proprio nuovo house organ, cioè La Stampa torinese, per rilanciare l'immagine della Giunta Appendino con una intervista fiume a doppia pagina, e sacrificare nel contempo la testa più debole, l'Assessora Giannuzzi che i media mainstream hanno subito descritto come quella spesso in lacrime, come se fosse una cifra politica degna di nota.

Rocambolesco il tamtam mediatico di ieri che legava il licenziamento di Giannuzzi ai fatti tragici di Piazza San Carlo. La Sindaca giura e spergiura che non vi è assolutamente nessun legame tra i due fatti, e le crediamo: nessuna persona sana di mente può imputare ad un solo individuo la responsabilità di un dramma collettivo.

A quanto pare, il balletto delle deleghe (e di una poltrona) era già previsto da tempo, e anche questo risulta credibile conoscendo la perversione politica dell'ideologia grillina degli incarichi a tempo. 
Il tempismo è quanto mai sciagurato però, e non basteranno certo due righe sul cartaceo di oggi ad annullare la liason creatasi ieri. Davvero non si sarebbe potuto aspettare qualche settimana, giusto il tempo per preservare la propria collaboratrice da un collegamento di responsabilità atroce, che stenderebbe un toro? L'opportunità politica di un avvicendamento nella squadra di governo si è trasformata in opportunismo politico della peggior specie gattopardesca.

Cade anche il dogma degli assessori tecnici, entrando ufficialmente in Giunta il politicissimo Alberto Unia (che si sta occupando tra le altre cose della grana dei campi rom).  Unia è il rappresentante di un gruppo consiliare che è cresciuto tanto quest'anno (Cit. Appendino), dovendo mantenere col territorio e i comitati un rapporto che si sta facendo sempre più critico.

Non è soltanto un balletto di nomi, ma anche e soprattutto di deleghe. A novembre scorso descrivemmo la concentrazione di deleghe nell'Ufficio di Gabinetto, una concentrazione che trasformava Paolo Giordana in un dominus seppur senza ruolo dirigenziale.

La delega alle manifestazioni culturali fu una delle più importanti, sottratta a Francesca Paola Leon per darne la gestione a Giordana, assieme alla comunicazione. Il primo "disastro importante" è stato Natale con i fiocchi, il secondo flop celebre è stato Narrazioni Jazz, che ha ottenuto accoglienza tiepidissima e nessun riscontro pubblico.

Dopo i fatti di Piazza San Carlo, è sembrata scelta obbligata "restituire" la delega alle manifestazioni all'Assessore alla cultura per evitare altre cadute e tacitare i commenti negativissimi degli operatori del settore.

Non disperate, nel Gabinetto del Sindaco non rimarranno con le mani in mano dato che fra una settimana gli uffici delle manifestazioni culturali traslocheranno lì, come previsto da settembre. Nel frattempo la Fondazione Cultura riceve incarichi nuovi, validi fino al 2020, per cui la tanto sbandierata chiusura dell'ente simbolo del fassinismo è rimandata ulteriormente.

La delega alla polizia municipale passerà all'Assessore allo Sport Finardi, e nel contempo la Sindaca si libererà di altre deleghe minori (o le toglierà a Giordana a seconda dei punti di vista) per avere maggior spazio di azione politica.

Riassumendo: l'insoddisfazione del gruppo consiliare verso il potere assoluto di Giordana e dintorni segna una sua prima, piccola vittoria. Il ridimensionamento del suo ruolo è evidente, una scalfitura che almeno mediaticamente dà un segnale importante.

Staremo a vedere se vi sarà anche un conseguente passaggio di potere dall'Ufficio del Gabinetto al rappresentante di un Consiglio Comunale probabilmente più vicino alle istanze che fecero la fortuna di Chiara Appendino e soci giusto un anno fa di questi tempi.

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