martedì 6 giugno 2017

“PIAZZA SAN CARLO, ABBIAMO AGITO COME NEL 2015”: L’ALTERNATIVA CHE NON C’È

“Il soggetto organizzatore, Turismo Torino, ha operato con le medesime modalità messe in atto nel 2015 in occasione della finale proiettata il 6 giugno”. Con queste parole, domenica, il sindaco Chiara Appendino apre la sua linea difensiva circa le responsabilità politiche e organizzative dell’evento in Piazza San Carlo.
Un paragone con la precedente amministrazione che, a nostro avviso, conferma la tendenza verso una continuità con la Giunta "Sistemica" che mai avremmo voluto sentire. Si voleva essere alternativi, migliori, diversi dal Sistema Torino, anche e soprattutto nelle politiche culturali e di grandi eventi ma ci si riduce, a frittata fatta, in compagnia di questura e prefettura, a scaricare la responsabilità su precedenti organizzazioni, su ambulanti abusivi e giovani ultras juventini a torso nudo con zainetto.

Certo, gli ambulanti che vendono vetro all'interno dell’area evento non si possono vedere e forse dovremmo cominciare a pensare che su 30.000 persone in forte stato di attivazione emozionale è quasi scontato che alcuni individui si mettessero ad urlare “bomba” al suono di una bomba carta o di una ringhiera caduta a terra. L’attesa per il triplete, l’impresa storica per cui la folla si era radunata non potevano non alimentare un clima di fibrillazione che ha reso fertile il terreno alla psicosi collettiva dell’attentato terroristico.

In tal senso troviamo squallido il tentativo di cercare un capro espiatorio tra i ragazzi nei video pubblicati, alla ricerca di movenze o atteggiamenti parziali e decontestualizzati che potessero giustificare uno stato di colpevolezza del singolo che avrebbe automaticamente assolto i corpi politico-istituzionali e la collettività da qualsiasi responsabilità, dolo e dovere di riflessione sui tempi che cambiamo.

Non vogliamo fare qui una disamina sulla qualità del piano di sicurezza approntato per l’evento in Piazza San Carlo di sabato scorso, né tanto meno se sia stato conforme alle nuove disposizioni in materia di sicurezza proposte da Franco Gabrielli: i social pullulano di esperti laureati a Palazzo Nuovo in “Sistemistica di sicurezza & management della folla”, potete chiedere a loro.

Presumiamo che anche una finale di Champions League (o Coppa dei Campioni come l’ha romanticamente definita l’ex Sindaco in Sala Rossa) giocata ricalcando perfettamente i dettami della suddetta circolare sarebbe successa la medesima cosa.
Perché purtroppo la verità è agghiacciante nella sua semplicità: Il fantasma del terrorismo è entrato nella coscienza collettiva a tal punto da divenire “reale”, concreto, “vero” nei suoi effetti in un contesto caotico come quello di sabato scorso (ed è per questo che ogni paragone con gli eventi del 2015 è oltremodo fuoriluogo).
Un fantasma invisibile ma reale con cui occorrerà fare i conti, perché anni di sovraesposizione mediatica al tema ci hanno fatto diventare ultra-sensibili e pronti a scattare come una molla alla prima scintilla.

Ci tocca dare ragione, per una volta, al nostro padre putativo Piero Fassino che ricorda agli Amministratori a cinque stelle di quanto eventi del genere vadano valutati caso per caso.
Auspichiamo che il refrain utilizzato a mò di scusa “abbiamo fatto come facevano gli altri” non si senta più, perché l’alternativa era Chiara (ricorre oggi il primo compleanno dal primo turno di elezioni comunali 2016), ma le politiche sembrano poco alternative alle precedenti (ed anzi talvolta si rivendica la continuità).  Le stesse dichiarazioni di ieri pomeriggio relative alle strette in materia di sicurezza ci paiono volgere verso una direzione errata.
La rinuncia da parte della Sindaca alla delega alla sicurezza che si prospetta in queste ore potrebbe essere una buona soluzione per andare oltre quella concentrazione di potere nel Gabinetto del Sindaco che noi per primi denunciammo già dieci mesi fa.
Non ci fa però rimanere tranquilli che sia destinata nelle mani dell’Assessore allo sport Roberto Finardi (quello della difesa alla X MAS per intenderci), perché non è con la repressione ed il controllo che si liberano le menti dalla paura degli attentati.
Giusto per aggiungerci una visione sistemica che non può mai mancare alle nostre riflessioni, sarebbe interessante e fecondo che anche Questore e Prefetto, insieme al Comando dei Vigili Urbani, vengano affiancati alla Sindaca sul banco degli imputati dato che, aldilà delle ordinanze non emanate, le regole per il rispetto di alcune questioni di piazza esistono da sempre.
Resta il fatto, forse troppo sottovalutato, che la piazza stessa ha in parte compromesso la propria sicurezza: se i rifiuti non fossero stati buttati per terra ma nei cassonetti della spazzatura, se le birre non fossero state comprate dagli abusivi ma nei normali esercizi commerciali (magari chiedendo la plastica in luogo del vetro sostituendosi come singolo cittadino al ruolo dell’ Amministrazione che avrebbe dovuto emanare quella famigerata ordinanza sul vetro) i danni alle persone sarebbero stati molto minori.

Sembra scontato, ma non lo è: inseriamo tra gli imputati della vicenda un “senso civico all’italiana”che ha contribuito alla "tempesta perfetta" di piazza S.Carlo, che auspichiamo potrà ospitare ancora grandi eventi di piazza e non venga tolta alla cittadinanza per via di una serata organizzata male.

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