martedì 4 novembre 2014

Cosa si fa dei 1000 imputati NoTAV?

Dopo ventitré anni di lotta si chiude la vicenda tunnel di base in Val Susa. Tutte le contraddizioni economiche avanzate dai tecnici del Movimento NoTAV sono state ritenute valide e quindi il progetto verrà definitivamente cassato nei primi mesi dell’anno prossimo.
Ci sarebbe da ragionare sul fatto che il più folle dei sistemi capitalistici, estremamente simile a quello che cento anni fa portò a due guerre mondiali, sia la leva con cui il progetto Tav in vallr di Susa viene superato, ma così è il sistema in cui viviamo.
Renzi un anno fa dichiarava: “Prima lo Stato uscirà dalla logica ciclopica delle grandi infrastrutture e si concentrerà sulla manutenzione delle scuole e delle strade, più facile sarà per noi riavvicinare i cittadini alle istituzioni. E anche, en passant, creare posti di lavoro più stabili” . E sulla Torino-Lione: “Non credo a quei movimenti di protesta che considerano dannose iniziative come la Torino-Lione. Per me è quasi peggio: non sono dannose, sono inutili. Sono soldi impiegati male”.
E il primo ministro si è circondato di consiglieri poco avvezzi al sistema che prevede la catena opera pubblica-cooperativa-finanziamento partito. Roberto Perotti, influente giornalista del Sole 24 ore, uno di coloro che spingono per chiudere, scrisse sei anni fa: “Che cosa sarebbe più utile per l’immagine del Paese: ripulire i treni utilizzati da milioni di turisti stranieri o fare una galleria di dubbia utilità a costi esorbitanti? Nonostante i loro eccessi, gli ambientalisti hanno ragione: deturpare una vallata per ridurre le emissioni dell’1% al costo di 16 miliardi è un buon investimento per le imprese appaltatrici, ma non per il Paese”.
E quindi il movimento aveva ragione? E quindi migliaia di persone sono state denunciate e sono sotto processo con accuse pesantissime ma avevano ragione? Siamo di fronte al paradosso che coloro che sono stati accusati di essere "l'antistato" (ricordiamo insieme le definizioni date nel tempo: terroristi, anarco insurrezionalisti, black block, vetero comunisti, retrogradi, barbari, etc etc) stavano facendo gli interessi dello Stato?
Purtroppo questa realtà è l’unica arma che i proponenti hanno ancora in mano per imporre la loro opera. Non è possibile, dicono, che dopo quanto è successo, dopo la repressione, le botte, le accuse di terrorismo lo Stato ammetta i propri incredibili errori. Non è possibile dare ragione al movimento NoTAV, migliaia di focolari di protesta simili scoppierebbero in tutta Italia. Eppure è così.
Siamo di fronte alla classe politica, più tutti i vari trombettieri dei mezzi di comunicazione, che da sempre hanno negato il valore scientifico delle obiezioni del movimento NoTAV. Venti anni di menzogne, di retorica priva di sostanza, di “ce lo chiede l’Europa”, “collegherà l’Atlantico al Pacifico”, “sarà un’apertura psicologica”. “infrastruttura strategica, senza il Piemonte sarebbe tagliato fuori dai grandi flussi logistici” e tante, infinite altre sparate prive di sostanza.
Tutto questo ha trascinato per i capelli un’intera popolazione dentro un gorgo di violenza. Ammettiamolo: la lotta del movimento NoTAV è stata anche violenta per disperazione.
Perché quando i tuoi ragionamenti sostanziali sono annullati senza logica, senza argomentazione, sono derisi o ignorati, cosa rimane? Cosa avete lasciato alla Val Susa? Le pietre.
Siete contenti oggi delle vostre scelte? Come è possibile che grafici come quello che qui evidenziamo, vecchi di 4 anni (ma oggi la curva della domanda è ancora più bassa) non siano stati accolti?
Le vostre responsabilità storiche sono gravissime. Si chiuderà così, probabilmente non attraverso una brutale parola “fine” la vicenda TAV, ma con un allungamento del brodo all’infinito, un po’ per guai procedurali inventati lì per là, un po’ per finte ricerche di nuovi accordi con la Francia, un po’ nel silenzio.
Nel mentre quasi tutti tenteranno di riposizionarsi. Sicuramente non Mario Virano che resisterà nella giungla come l'ultimo dei soldati giapponesi, ma la mossa di Stefano Esposito, che il Movimento continua erroneamente a considerare come uno scemotto e invece è uomo scaltro e intelligente, è apripista di un flusso di coscienza volto verso le nuove visioni renziane.
Tutto questo nella speranza che il tunnel geognotico di Chiomonte non venga re inventato come discarica di qualche rifiuto tossico. Ormai è lì e sicuramente qualcuno prima o poi dirà “perché non ci mettiamo le ceneri dell’inceneritore?”, oppure “perché non ci mettiamo le scorie di Saluggia?”
Ma oggi,  4 novembre, il processo contro gli imputati NoTAV va avanti, come se nulla fosse successo.
Ripetiamo: a Roma il Governo sta dicendo in queste ore che il TAV è assurdo economicamente  e a Torino si celebra un processo che vede imputate persone che tre anni fa dicevano che il TAV era assurdo?
Come tutto questo sia possibile è un enigma.
Chiusa la partita tunnel di base, pensiamo che il movimento dovrebbe chiedere a gran voce una amnistia per tutti gli imputati, riconoscendo gli eccessi e chiedendo un tavolo dove trovare una soluzione condivisa.Si potrebbe quindi ripartire dalle parole dell'ex procuratore Caselli, implacabile censore del movimento stesso, che alcuni anni fa lamentava come la politica avesse delegato alla magistratura il ruolo di risolvere una situazione che le competeva.

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