mercoledì 8 marzo 2017

Cosa succede all’Isabella

Lontano dai grandi eventi e dai centri di potere della cultura torinese, in  piccole o grandi stanze di periferia, la città vive. Un'altra cultura senza pretese e senza fronzoli trova(va) spazio anche al Centro Principessa Isabella, ora negata a vantaggio delle solite logiche di razionalizzazione, efficienza, economicità, portate avanti dalla Circoscrizione 5. Non possiamo che sperare che siano i lumi dei cittadini a riaccendere l'attenzione e l'interesse sul tema, a noi tanto caro, della cultura e della sua accessibilità a tutti, per tutti e in ogni dove!





(materiale scritto, raccolto e selezionato da Gaetano Rossini, cittadino attivo residente nel territorio della Circoscrizione 5, componente del Tavolo di Lucento)

La cultura è un bene comune e devono accedervi tutti. La storia la fa soprattutto il popolo.
Sulla storia recente del Centro Culturale Principessa Isabella di Via Verolengo 212

La Principessa Isabella, ex asilo infantile, dopo una occupazione dei centri sociali durata un paio di anni e una ristrutturazione costata parecchi soldi al Comune di Torino, venne destinata a centro culturale della Circoscrizione  5. La consegna delle chiavi alla Circoscrizione dopo i lavori avvenne nel 1997 ma la sua inaugurazione non avvenne fino all'anno 2000, in quanto la giunta di centro destra che governò la Circoscrizione dal '97 al 2000 non se ne occupò per divergenze sull'utilizzo. Fu redatto un regolamento di funzionamento che metteva a disposizione le sale prova musicali e teatrali gratuitamente per i cittadini della 5^ circoscrizione purché non professionisti.

Anche il teatro veniva messo a disposizione gratuitamente per chi volesse fare spettacoli per i cittadini del quartiere, purché fossero spettacoli gratuiti. Gli stessi gruppi che utilizzavano le sale prova dovevano rendere al territorio uno spettacolo all'anno, chi ne era in grado ovviamente, perché magari un gruppo di giovani ragazzi che iniziano a suonare insieme non è detto che siano subito pronti a fare uno spettacolo in pubblico.

16 anni di funzionamento, con alti e bassi ma con le sale prove sempre al massimo utilizzo e il teatro quasi sempre pieno, e molte volte persone che rimanevano fuori vista la capienza di soli 99 posti dello stesso. Negli anni ci sono state Giunte di Circoscrizione e Coordinatori alla Cultura della stessa che hanno pensato di dare in gestione a qualche associazione la struttura, ma tutto questo è sempre stato bocciato sia dalla politica ma soprattutto dai cittadini del territorio.

Dai risultati delle ultime amministrative arriva la nuova Giunta di Circoscrizione, rinnovata dopo gli scandali dei gettoni di presenza, quindi ci si aspetta moralizzatrice. E che fa? Un nuovo regolamento dell'Isabella che fa si che l'utilizzo delle sale prova si riduca immediatamente al 30/40% dell'utilizzo precedente. E in prospettiva non potrà che diminuire. Intanto perché la gratuità delle sale prova sarà data solo più ai gruppi i cui componenti abbiano meno di 35 anni, tutti. Attenzione, non la media dell'età ma tutti i componenti. E ad oggi i gruppi giovanili che utilizzano le sale prova sono appunto il 30/40%. Tutti gli altri dovranno pagare. Tariffe di circa 12 euro l'ora, per delle sale prova con strumentazione vecchia e mezza rotta e l'impianto di condizionamento fuori uso da sempre. Quando sul mercato le sale prova professionali che esistono hanno tariffe intorno ai 10-15 euro, qualcuno dice anche più basse.

Quindi tutti quelli che non avranno la gratuità andranno dai privati. Poi ai gruppi che avranno la gratuità, ricordate che parliamo di gruppi sotto i 35 anni e molti di questi nel giro di pochi anni si formano e si sciolgono, a questi gruppi saranno chiesti 3 (TRE) spettacoli gratuiti all'anno, da farsi non nel teatro dell'Isabella ma nelle varie feste di quartiere che ci sono in circoscrizione, tipo le feste di via. E i gruppi si dovranno anche pagare la Siae. Ho l'impressione che molti gruppi alle prime armi davanti a questa richiesta rinunceranno all'utilizzo delle sale prova e chi ha qualche soldino andrà nelle sale prova private e chi no tornerà nelle cantine com'era prima che ci fosse l'Isabella per i giovani dei nostri quartieri. In ultimo i gruppi dei "grandi" sopra i 35 anni potranno avere la gratuità se presenteranno un progetto di utilità sociale sul territorio, in particolare rivolto ai giovani, anziani, diversamente abili etc. Ma ve li vedete il gruppetto di maturi amici, che hanno suonato tutta la vita tra una balera e le feste di amici, che continua a suonare per passione e che ogni tanto è anche contento di poter fare il suo spettacolino nel teatro, che si deve reinventare e proporre un progetto di utilità sociale? Risponderanno, e li capisco fin troppo bene: ma noi vogliamo solo fare musica... e se ne andranno nel privato.

Ora, alla fine di questo bel pippone, rimane la domanda: Perché stanno facendo tutto questo? Si stanno trincerando dietro i nuovi regolamenti per il cambiamento, ma i nuovi regolamenti permetterebbero di estendere l'utilizzo gratuito delle sale a tutti i gruppi non professionisti del territorio, magari con una clausola di precedenza ai più giovani. Il principio del massimo utilizzo delle strutture pubbliche dovrebbe guidare una buona amministrazione. Ma si va in direzione opposta. Per stupidità o per dolo? È possibile che i nuovi amministratori di Circoscrizione non si rendano conto che in questo modo nel giro di pochi mesi l'Isabella non la utilizzerà più nessuno? E che il passaggio successivo, inevitabile, così com'è successo con gli impianti sportivi, sarà di affidarlo a qualche associazione? Cioè di privatizzarla? Oppure è proprio questo l'obiettivo, che non si dichiara per pudore ma si pratica con i trucchetti? Nemmeno le amministrazioni inquisite precedenti avevano avuto tanto ardire. Un‘ultima osservazione. Il teatro è stato chiuso per mancanza di certificazioni di agibilità, dopo 16 anni di utilizzo fa un po’ specie.

Dormire sonni tranquilli dev’essere arduo per chi veste i panni dei componenti de il Centro Documentazione Storica, a cui è stato garantito che lo spazio non sarà toccato e rimarrà a disposizione alle condizioni precedenti. In caso di privatizzazione della struttura (esternalizzazioni le chiamano…) è evidente che anche il loro servizio dovrà trovare altra collocazione. “Migliore collocazione”, come si dice in questi casi…

Ovviamente chi ora governa la Circoscrizione non sarà d'accordo con questa,  ma che ben vengano le osservazioni e qualunque precisazione e/o riflessione in merito, da qualunque parte giungano. Che si dia testimonianza e si faccia memoria di quello che l’Isabella è stato, è  e realmente sarà, cosicché ognuno possa ricordare come sono andate realmente le cose e a chi appartengono le responsabilità.
Si è giunti così  a mobilitare il Tavolo di Lucento, le associazioni, i gruppi musicali e teatrali, il Centro di Documentazione Storica e molti cittadini attivi il cui sodo lavoro ha prodotto una proposta di progetto sottoposta alla valutazione della circoscrizione 5. Di fronte a un nulla di fatto s’intende coinvolgere l’assessorato comunale alla cultura e, se non dovesse bastare, chiamare a raccolta i cittadini!
Gaetano Rossini



Progetto Isabella

La proposta che avanziamo nasce da un patrimonio di esperienza e partecipazione di cui ci sembra utile richiamare brevemente alcuni passaggi.

Una storia 
Le modalità di funzionamento della Principessa Isabella (P.I.) operanti fino a qualche mese fa, rispondevano ad esigenze reali e sono il prodotto di una storia - fatta di scelte politiche, di partecipazione e di iniziative - lunga quasi 40 anni e che comprende fra l’altro: la Ra.na.gr.es.ba., le rassegne di musica e teatro, gli interventi delle scuole di vario grado, la mobilitazione contro un’occupazione della P.I. avulsa dal contesto locale, la scelta della Circoscrizione 5 di fare della P.I. un Centro Culturale sottraendola al destino non felicissimo dei Centri di Incontro, fino alla programmazione di attività teatrali e musicali “Ci vediamo all’Isabella”, a “Spazio donne”, al Centro di Documentazione Storica della Circoscrizione 5 (CDS), al Tavolo di Lucento.


La  “Principessa Isabella”, Centro Culturale Pubblico
Una costante nella storia della P.I. è stato lo sforzo di coinvolgere la socialità informale del territorio che interessa quei settori della popolazione, come i nuovi residenti e i giovani, che possono più facilmente trovarsi ai margini o fuori delle occasioni aggregative organizzate.
Le modalità che hanno favorito la partecipazione di questi gruppi all’attività della P.I. - che in questo ha anticipato la crescente attenzione oggi dedicata ai gruppi informali1 - sono state la semplicità delle procedure burocratiche e la possibilità di accedere all’uso della struttura senza dover rinunciare alla propria natura spontanea e senza dover dimostrare una particolare capacità progettuale.
Considerare la capacità di progettare e di confrontarsi con gli altri non la condizione ma il risultato della sua frequentazione, ha fatto della P.I. uno spazio effettivamente pubblico perché inclusivo e capace di far esprimere e di far incontrare - indipendentemente dal livello di esperienza di ognuno – sensibilità, passioni, interessi, capacità e talenti diversi.
Tutto questo ha permesso una ricca programmazione di attività espressive ospitate nella struttura, che ha costituito una restituzione al territorio in termini di miglioramento della vivibilità del quartiere, di sviluppo delle reti relazionali della comunità e di arricchimento culturale dei singoli.
Un esempio di tale incidenza della P.I. sul tessuto comunitario è l’ottimo inserimento nel territorio favorito dalla sua ubicazione in un luogo di passaggio vicino alla chiesa, all’oratorio e a diverse scuole, dalla sua conformazione con il cortile aperto sull’area antistante diventata una sorta di “piazza” ma, soprattutto, dall’attività svolta al suo interno che, grazie alla costante presenza del personale comunale e al continuo afflusso dell’utenza, ha fatto si che la P.I., anche nelle ore serali, vivacizzasse e dunque “presidiasse” una zona altrimenti desolata.

L’utenza
E’ condivisibile che per rilanciare la P.I. si debba partire dai giovani ed è vero che i giovani, negli ultimi anni, si sono allontanati dalla P.I. “lasciando il campo” ad una utenza più matura.
Vi è però da dire che l’originalità della proposta della P.I. – ad esempio rispetto ai Centri di Incontro dove si praticano quasi esclusivamente il gioco delle carte e il ballo “liscio” – sta anche nell’offrire uno spazio a coloro che, sempre più numerosi, non sono più giovani ma, rispetto alle generazioni precedenti, vogliono impiegare il loro tempo libero in modo più vivace e aperto e quindi culturalmente e socialmente più stimolante.
Sulla scarsa frequentazione della P.I. da parte dei giovani va detto che essa è anche il prodotto di un ormai lungo periodo nel quale il soggetto pubblico ha rinunciato ad essere protagonista dell’offerta di occasioni aggregative e ha delegato tale compito a soggetti privati come Associazioni e Centri Sociali.
Essendo quindi normale che i giovani non immaginino neppure che l’Amministrazione può avere un tale ruolo, se si vuole la loro partecipazione si deve pensare a come incoraggiarla.
La P.I. può diventare “contenitore” e riferimento, a livello circoscrizionale e non solo, di una sperimentazione che coinvolga i giovani come fruitori della struttura ma anche come protagonisti nell’ideazione del progetto relativo al suo funzionamento.

La proposta
La proposta su cui vorremmo avviare una discussione con la Circoscrizione  - proposta che ha i suoi riferimenti normativi nello Statuto della Città di Torino e nel Regolamento del Decentramento - consiste nella formazione di un gruppo di lavoro coordinato dalla Circoscrizione stessa, a cui gli utenti della P.I., per poter accedere all’utilizzo della struttura, debbano partecipare. Ferme restando le prerogative della Circoscrizione, il gruppo di lavoro, che riunirebbe periodicamente (ad esempio mensilmente) gli utenti della P.I., avrebbe il compito di:
  • elaborare il programma artistico/culturale del Centro (spettacoli, concerti, dibattiti, incontri, mostre, ecc.) in base ai risultati dell’attività degli utenti della P.I. ma anche ad iniziative da realizzare insieme e ad iniziative di esterni;
  • discutere i problemi inerenti la gestione degli spazi e l’articolazione e l’aggiornamento  del calendario di utilizzo degli stessi.

Per favorire la sua operatività e l’incontro tra soggetti che svolgono attività affini, il gruppo potrebbe articolarsi in sottogruppi, o laboratori, suddivisi per tipo di attività (laboratorio musicale, laboratorio teatrale, ecc.).

Seguono n° 23 firme tra associazioni, gruppi e cittadini attivi

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