giovedì 12 febbraio 2015

Tsipras, Varufakis e Chiamparino.

La Grecia sembra sempre più, e ancora un volta, l'orizzonte della civiltà europea.
Nella teologia neoliberale europea i ministri  sembrano due blasfemi sacerdoti del male.
Lo sono?
Dallo scontro tra questi due giovani marxisti greci e i vertici del potere finanziario mondiale nasce limpida l'immagine del sadismo.
Il sadismo ha la forma del netto rifiuto da parte dei tedeschi, cioè chi comanda, della rinegoziazione del debito greco.
Un rifiuto che ha tratti ossessivi compulsivi patologici.
Per prima cosa è bene sottolineare che i soldi in ballo sono spiccioli. 
La Grecia ha un Pil inferiore a quello del Veneto.
Dapprima il nuovo governo greco voleva una rinegoziazione del valore nominale del debito a causa della crisi umanitaria presente nel paese: non voleva restituire una parte sostanziosa dei soldi ricevuti.
Nein. Bocciato, hanno risposto dalla Germania.
Poi sono passati ad una ben più soft rinegoziazione temporale.
Ora, per capire di cosa si sta parlando, cioè del sadismo, è bene ricordare che una rinegoziazione temporale del debito, in Italia è stata fatta con successo da Chiamparino nel 2009.
Da Chiamparino.
Detto tutto. E non solo da lui, da tantissimi.
E' un pannicello caldo.
Chiamparino poté fare questa operazione, giusta ma insufficiente, solo perché attraverso le fondazioni bancarie il Comune, cioè il popolo, aveva ancora un minimo di voce in capitolo nelle banche madri.
Nel caso torinese con la Compagnia di san Paolo azionista di riferimento in Intesa san Paolo.
Lui riuscì ad abbassare il tasso di sconto di qualche decimale di punto, e ad allungare i tempi di restituzione di qualche anno.
Non è servito a nulla, come ben sanno i torinesi.
Tutto questo, seppur poco, è impossibile in Europa perché la BCE non risponde a nessun potere democratico.
Zero.
Stiamo parlando di un dominio finanziario folle, perverso e senza speranza.

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