giovedì 21 aprile 2016

LA CAVALLERIZZA NON ESISTE


E’ ufficiale: la Cavallerizza non esiste. Non esiste l’Assemblea. 
Non esiste la partecipazione. La democrazia dal basso n'existpas.

Cavallerizza Reale diventa Irreale. Ciò che esiste, invece, è il Masterplan del Comune di Torino presentato il 19 aprile 2016 dal Sindaco e l’Assessore Passoni durante la V Commissione Consiliare; esiste un’associazione, Salviamo Cavallerizza nata dal ventre dell’ormai inesistente Assemblea Cavallerizza 14:45 ed esiste un’occupazione che dichiara l’autogoverno ma rifiuta e rinnega le sue stesse logiche assembleari. Le dinamiche che caratterizzano queste tre entità, nonostante i proclami, non sembrano differire. 
Un gruppo di cittadini, in nome della cittadinanza, s’impossessa di un immobile patrimonio dell’umanità, un soggetto giuridico privato, con sede legale negli spazi di via Verdi, si prende in carico la difesa dello stesso immobile, un ente pubblico di concerto con le banche, elabora un meraviglioso piano di valorizzazione. Ognuno di questi soggetti agisce a porte chiuse, portando avanti logiche privatistiche, lasciando di fatto fuori dai processi decisionali quei 10.000 cittadini firmatari di un appello contro la svendita della Cavallerizza. 

Il Comune rassicura: in via Verdi nascerà un grande distretto multi-culturale e multi-creativo, multi-integrato, multifunzionale e multi-aperto, ovvero fruibile dalla cittadinanza. Si tratta nello specifico dell’87 % del ground zero di Cavallerizza Reale ma la fruibilità, oltretutto parziale, non ha nulla a che fare con la titolarità né con la gestione pubblica di un bene. 
Cinque milioni di euro è il budget necessario per la realizzazione del piano del Comune di cui un milione e mezzo recuperato dal bilancio comunale. I restanti tre milioni e mezzo di risorse verranno stanziati in parte dallo Stato in parte, è facile ipotizzare, da soggetti privati portatori d’interessi di profitto sull'immobile.
Oltre al preannunciato reingresso del Teatro Stabile all'interno del Maneggio Alfieriano, si prevede l’hostelcharmant, a gestione rigorosamente privata, così come gli spazi dell’Accademia militare destinati al terziario. Gestione ibrida: pubblico privata per le residenze studentesche. 
Previsti anche: info point e biglietteria unificata per le attività culturali del sistema torinese. Le Pagliere invece saranno destinate ad ospitare un incubatore culturale; qui sembra si paventi la possibilità per gli occupanti meno ambiziosi di ottenere uno spazietto. 

Mentre il Comune, a porte chiuse, lavorava alla spartizione di Cavallerizza, un gruppo interno all’Assemblea 14:45, porta in faccia alla cittadinanza, si trasformava in Cavallerizza Irreale elaborando la fase 2.0 dell’occupazione: monopolizzazione dei mezzi di comunicazione, conferimento di piena autonomia ai gruppi di lavoro, destrutturazione dello spazio Assembleare. 

Solo poco tempo addietro nasceva l’Associazione Salviamo la Cavallerizza con lo scopo di sviluppare azioni legali, raccogliere fondi e creare uno strumento formale per tutelare l’immobile, non riconoscendo di fatto e sottraendo una parte di legittimità alla collettività informale.
Poco o nullo lo spazio di discussione pubblica intorno a Cavallerizza. Svanito il sogno di un processo condiviso? Svuotata d’ogni senso la parola partecipazione? Abbandonata ogni velleità di rivendicazione di Cavallerizza come Bene Comune? 

Una risposta sembra arrivare da Piattaforma Arte Spettacolo e Conoscenza che lo scorso 8-9-10 aprile ha organizzato una tre giorni con l’obiettivo di riaprire il dibattito, e di farlo pubblicamente, sul tema dell’Accessibilità alla Cultura e ai Beni Comuni. Tra gli interessi della piattaforma non poteva mancare Cavallerizza Reale, di cui vorrebbe ancora immaginare un futuro diverso che contempli una governance partecipata, condivisa e aperta alla cittadinanza. 

Ma la Cavallerizza non è, semplicemente non esiste e per governarla insieme bisognerebbe inventarla. 

11 commenti:

  1. Consiglio di partecipare all'evento cittadino del primo maggio https://www.facebook.com/events/996411407113609/ di costruzione partecipata che si terrà in Cavallerizza Irreale, all'assemblea14:45 sempre lo stesso giorno e alle riunioni settimanali dei gruppi di lavoro aperti e liberi di partecipazione collettiva. Questo articolo è un 'insieme di affermazioni false, l'irrealtà di un nome contro l'irrealtà dei fatti! Grazie a presto

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  2. Ho letto il comunicato della Cavallerizza su facebook che spiega quanto il cambio nome sia legato al lancio di un'iniziativa.
    Mi sembra un articolo fazioso e incompleto. Del tutto lontano dalla libera informazione. Sembra strumentale all'interesse di far perdere peso all'occupazione.
    vi chiedo: so che avete utlizzato in diverse occasioni gli spazi della Cavallerizza per raccogliere fondi. Avete reso trasparente questo flusso di denaro? Continuate ad usare quegli spazi per raccogliere denaro?
    grazie

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  3. so che la cavallerizza raccoglie soldi da tutte le parti anche d chi fa i benefit... anzi scusa nemmeno quella cosa si capisce perchè alle riunioni dite cose e poi ne fate l'opposto... e bene oltre ad aver spero soldini per "ristrutturare": i piani presidio e palazzo adiacente euro3 per le vostre abitazioni personali, le VOSTRE pagliere, il bastione (che poi avendo visto la fine che ha fatto il bastione... soldi buttati ); il resto dei proventi che fine fanno? E' possibile che voi siate l'unica realtà nel mondo che ha un bilancio fisso che non oscilla mai in negativo o positivo dall'inizio dell'occupazione della stessa cifra? Ma cosa piu importante avete già chiesto anche i finanziamenti publici? sapete che per il teatro la cavallerizza irreale potrebbe chiedere finanziamenti pari alle compagnie indipntenti ed altro? FATELO!!!! ALLA FACCIAZZA DI CHI IN QUEL POSTO CI HA CREDUTO E SI E' DAT* FINO ALLA FINE che ancora e da decidere... :)
    grazie

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  4. E' triste osservare in che modo la Cavallerizza Reale si sia trasformata in Irreale, e che quindi non esiste.
    E' triste assistere all'idea anche solo che il cambiamento di un percorso che ha raccolto più di 10.000 firme si sia ridotto a modificarsi chiuso tra le mura di un palazzo quando invece aveva un'assemblea cittadina capace di dare il proprio contributo.
    Ma forse questo cambiamento non è così repentino, questo smantellamento l'abbiamo vissuto in tanti e sulla nostra pelle. E nel tempo come fosse un domino uno ad uno ci siamo allontanati oppure siamo stati allontanati.
    Abbiamo letto su facebook tanti commenti negativi al cambiamento avvenuto l'altra sera, commenti cancellati, censurati, persone bloccate al commentare proprio perché portatori di un'altra visione e portatori evidentemente di quella realtà che da tempo manca alla cavallerizza.
    Siamo a conoscenza anche del fatto che in diversi abitate (nel vero senso del termine) in Cavallerizza. Siamo anche a conoscenza del fatto che la stessa Assemblea Cavallerizza 14:45 l'unica e sovrana, anche se ora l'avete cancellata, non abbia mai intrapreso un percorso sull'abitare. Quindi nonostante la mancanza di un reale percorso sull'abitare, ci sono comunque diverse persone che vivono in quei luoghi a spese di tutti. Poi si dice in giro che la cavallerizza non ha un abitativo, bensì un presidio a rotazione. Altra mistificazione perché siamo tutti a conoscenza di chi sono le persone che stanziano in quei luoghi tanto belli quanto centrali.
    Il non accettare di aver fatto un grave errore a non voler realmente aprire i processi decisionali, ma al contrario chiudendoli ogni giorno di più per poi ridursi a invitare la cittadinanza alla presentazione di un progetto che ormai è quello e che la stessa Irreale Cavallerizza porti avanti l'idea che i gruppi abbiano piena autonomia di azione e non debbano minimamente rendicontare più il proprio lavoro all'assemblea che è l'unica ad essere sovrana è certamente un duro colpo.
    Il problema come al solito è che al posto di guardare la luna ci si concentra sul dito.
    Ma qui in più sembra che oltre al dito ci sia anche la malizia, che porta a screditare una realtà come Sistema Torino che ha ben poco bisogno di esser difesa perché si è sempre dimostrata coerente con quello che succede.
    E' semplicemente triste tutto quello che come Irreali avete combinato oltre ad essere davvero inutile in termini politici, di lotta collettiva e cittadina. Ma forse voi la lotta non l'avete mai voluta, forse voi volevate solo un tetto per dormire e un teatro per potervi mostrare. Forse avevate solo bisogno di un posto dove potervi incontrare. Tutte cose molto belle, ma che con la lotta poco hanno a che fare. Ma che con la salvaguardia di un bene comune dalla privatizzazione e dalla speculazione nulla hanno a che vedere.
    I bisogni individuali se non si sciolgono in una necessità collettiva, rimarranno sempre e solo esigenze personali e quindi privatistiche.
    Ci vediamo il primo maggio, ma non per ascoltare il vostro bel progetto, bensì per chiarire il PATRIMONIO COLLETTIVO frutto di anni di lavoro e di tante, tantissime teste che fine dovrà fare. Di certo ormai il giocattolo si è rotto e tutti sanno tutto. Per cui di sicuro quel patrimonio non rimarrà ad uno sparuto gruppetto di finti artisti o finti politicanti.
    Queste azioni distruggono i movimenti di lotta dal basso. Queste azioni annegano le lotte degli artisti che in altri territori si prova a mettere in atto.
    Questa miopia che portate porta solo alla perdita di senso.
    Per cui gentilmente, fate un passo indietro perché è evidente che abbiate fatto un gravissimo errore.

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  5. innanzi tutto mi spiace di leggere tutti questi commenti "anonimi". Certo che fa comodo non esporsi. Io la faccia viceversa ce la metto sempre, come in ogni situazione.
    Purtroppo i fatti sono incontrovertibili. Il primo maggio si fa un invito a partecipare a un'iniziativa gia' prevista e organizzata. Non si decide niente, e' una vetrina per coloro che attualmente si sono arrogati il diritto di decidere le sorti di questa occupazione. Ora dire che si cambia il nome a un'occupazione per giustificare il lancio di un'iniziativa mi sembra una follia. E' un po come se diciamo il teatro valle, ogni qual volta doveva lanciare un qualche cosa di nuovo avesse cambiato nome. E' tra le altre cose anche un'ingenuita' in quanto la forza della presenza di una realta' sul territorio sta anche in come la si identifica e il suo nome e' ovvio che puo' fare da richiamo.
    La realta' sta che l'attuale occupazione nulla ha a che vedere con assemblea cavallerizza 14 e 45 e questo continuo accostamento alle origini ormai gli stava stretto, creava imbarazzo. I metodi decisionali, il coinvolgimento della cittadinanza nel contribuire a creare un percorso e non solo nel riempire una scatola, la centralita' dell'assemblea della domenica all'interno del percorso pubblico inclusivo sono solo un ricordo. Oggi ci si e' appropriati di un percorso fatto, banalmete di 10000 like, si e' piano piano svuotato il potere che si voleva dare alla cittadinnanza per riempire con strumenti che ci si e' inventati la propria sete di decidere autonomamente. Questo e' il punto. Un percorso innovativo e rivoluzionario che voleva essere assemblea cavallerizza 14 e 45 e' stato trasformato in una normale occupazione con un'organizzazione verticistica nella quale decidono in pochi e che ribalta il concetto per cui la cavallerizza reale e' di tutti scritto sullo striscione all'ingresso, in la cavallerizza reale e' di chi la occupa...al limite la cittadinnanza se vuole puo' contribuire a riempirla di contenuti! Un percorso che voleva essere inclusivo, in questo senso, si e' trasformato in una gestione esclusiva in cui, per ovvie ragione, ovviamente il potere decisionale non poteva restare in mano all'assemblea pubblica.
    Ora vedremo come finira' la storia ma non so perche', se nulla cambia nella gestione interna, a breve mi aspetto l'attuale occupazione al tavolo con homers..chissa' che alla fine le pagliere possano bastare.
    ps: sulla gestione economica del posto....nulla sono valsi i continui richiami a rendere pubblico all'assemblea quanto si spende e quanto entra. Per risolvere il problema si e' fatto prima a eliminare l'assemblea!

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  6. Ciao a chi mi leggerà,
    Al di là della faziosità dell'articolo, mi chiedevo quante volte avete realmente partecipato allo pulizia e all'allestimento degli spazi per renderli usufruibili dalla cittadinanza?
    Se la Cavallerizza fosse realmente un luogo chiuso, come avreste potuto partecipare ad un' evento di 3 giorni (Piattaforma Arte Spettacolo Conoscenza) le cui premesse erano scritte su La Stampa di Torino dove si definiva uno spaccamento all' interno dell'assemblea Cavallerizza e dove si parlava di arginati i cattivi occupanti dei centri sociali e di un gruppo che intendeva dialogare con il comune (sempre Piattaforma Arte Spettacolo e Conoscenza). Il tutto senza smentita.
    La Piattaforma di cui si parla di fatto è composta da persone che facevano parte dell'Assemblea Cavallerizza e che ora dicono di non riconoscersi più, se non quando serve per condizionare le decisioni.
    La Cavallerizza continua ad essere aperta e libera. Le chiavi sono condivise e a disposizione anche per voi, nostante tutto. La Cavallerizza è Irreale per chi la guarda da facebook, ma è reale per chi la crea giorno dopo giorno.

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  7. Giusto perché poi susseguono commenti con questioni false, riportiamo qui di seguito il comunicato stampa scritto dalla Piattaforma Arte, Spettacolo e Conoscenza a seguito dell'articolo di dubbio gusto uscito sul La Stampa alcune settimane fa.

    Si presenta la comunicazione ufficiale d’intenti sotto il nome Piattaforma Arte, Spettacolo e Conoscenza che organizza dall'8 al 10 aprile presso la Cavallerizza Reale l'iniziativa “Libero Accesso alle Culture”​ secondo lo spirito e le motivazioni qui sotto riportate, le quali come è evidente non sono riconducibili a precedenti, inesatte e tendenziose informazioni di stampa.

    Libero Accesso alle Culture significa superamento di ogni vincolo e confine che ne ostacolano la diffusione. La consapevolezza della forza di una presenza diffusa, molecolare, spontanea di soggetti in grado di creare e diffondere cultura.
    A fronte del vecchio modo di intendere la cultura stessa, come prodotto di una filiera omologata alle ragioni esclusive del mercato, si propone la presa d’atto che oggi quella concezione è ormai anacronistica. Incompatibile con le stesse logiche di sostenibilità economica dietro cui si arroccano le istituzioni pubbliche, indirizzando la cultura medesima in sequele di “grandi eventi” solo turisticamente utili.
    Cultura come relazione, intersoggettività, creazione di comunità che si articolano nel rapporto inseparabile tra progettazione, creazione, rappresentazione e fruizione.
    Ecco perciò la scelta di misurarsi su tali temi in un luogo come la Cavallerizza Reale. Un luogo emblematico della parabola altrimenti inevitabile che consegna il patrimonio storico, artistico e culturale della città al degrado o allo stravolgimento delle sue vocazioni originarie.
    Grazie alla mobilitazione di cittadini, intellettuali, artisti, insegnanti, studenti, movimenti e centri sociali, operatori culturali da due anni e mezzo la “questione Cavallerizza” è stata sollevata all’attenzione della città e della pubblica amministrazione.
    Da questo punto di partenza che non si limiti alla questione stessa, la Piattaforma Arte, Spettacolo e Conoscenza apre un invito a tutte le persone e a tutte le realtà, associazioni, comitati, collettivi e movimenti sociali che in vario modo si impegnano in questa lotta e a tutti quelli che da oggi vorranno farne parte, trasformando questa occasione in concreta opportunità per esplorare e sperimentare nuove forme dell’ abitare il Bene Comune dove cultura, arte e conoscenza e spazi sociali siano visioni per le pratiche da svolgere.

    Un’occasione per comporre un’identità partecipata grazie agli interventi, agli ospiti, ai singoli cittadini e a tutte le realtà presenti alle tre giornate. Un’opportunità ampia che non escluda ma includa i tanti punti di partenza differenti e uniti dallo stesso obiettivo.

    Una lotta collettiva contro la vendita del patrimonio artistico e storico, contro una cultura privatistica contro la speculazione, senza compromessi.
    La città non è soltanto un insieme di edifici, ma un luogo privilegiato di relazione umana e sociale:
    “solo se abbiamo la capacità di abitare, possiamo costruire” (M.Heidegger).

    A partire da tutte queste ragioni vi invitiamo a partecipare 8, 9 e 10 aprile all'iniziativa LIBERO ACCESSO ALLE CULTURE direttamente negli spazi della Cavallerizza Reale in via Verdi 9.

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  8. La verità è che purtroppo questo epilogo era intuibile già da un po' di tempo. Come al solito c'è chi davvero crede nelle lotte, nel patrimonio comune e nella condivisione, e chi arriva quando la pappa è bella che pronta. A tutti quelli che appartengono a questa nuova versione della Cavallerizza, vorrei ricordare che la maggior parte di loro sono arrivati dopo! Dopo che le porte sono state aperte, dopo che i locali sono stati messi in sicurezza, dopo che qualcuno si era già fatto un mazzo tanto per creare i presupposti di qualcosa che poteva essere bellissimo. Ma appunto, come di norma, una volta che la Cavallerizza non era più l'occupazione abusiva dei ragazzi dei centri sociali e iniziava ad avere una certa parvenza socialmente accettabile, eccoli là gli "intellettuali", pseudoartisti e radicalchic della peggior specie accorrere per rivendicare e (a questo punto si può dire) appropriarsi delle lotte degli altri per trasformarlo nel bagaglino 2.0. "Open day" poi... Manco fosse la festa delle startup! Farete concorrenza a Paratissima, statene certi.
    Sì, per fortuna è già da un annetto che mi tengo fuori da sto giro e ne sono felice. Volevo ancora complimentarmi per "l'originale" scelta del nome nuovo; i ragazzi che da 10 anni organizzano la celebrazione di GiornIrreali (appunto ai giardini reali il 25 aprile e il 1 maggio) saranno felici di essere scambiati per voi.
    Gioite pure e autocompiacetevi per il lavoro svolto, tanto finirete da soli, o a braccetto col Comune, che un po' è la stessa cosa.

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  9. Ragazzi vorrei arrestare quanto posso il panico. Sono venuto in Cavallerizza a chiedere spiegazioni. Ho trovato interlocutori. Ho avuto delle risposte di parte. Me ne mancano ancora altre, di altra parte, ma rispetto al 8 9 e 10 aprile devo dire che non ho trovato posizioni di chiusura. Continuo a sostenere che ci sono azioni e decisioni azzardate, e che altre azioni sono anche vagamente maliziose, e che manca uno statuto non istituzionale, e tutti i guai che vi vengono in mente, ma non c'è privatizzazione. Al massimo, c'è totale caos e disorganizzazione. Chi vuole dare ordine e senso, venga ad operare. Sennò è anche prevedibile che in mancanza di partecipazione costante gli spazi vengano privatizzati.
    Gabriel Beddoes

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  10. Cari anonimi senz'altro saremo presenti all'incontro del 1 maggio ma non crediamo che un incontro di presentazione di un progetto elaborato a porte chiuse possa rappresentare un momento di confronto proficuo. Sistema Torino è stato presente alla maggior parte degli incontri di discussione pubblica organizzati da Assemblea e aperti alla cittadinanza, finché ci sono stati, e continuerà a farlo qualora fossero re-istituiti. Abbiamo appoggiato e supportato l'occupazione finché questa ha adottato un comportamento difendibile, così come ci siamo sentiti supportati da Assemblea Cavallerizza 14:45 che ha creduto nelle nostre iniziative politiche e ci ha ospitati per renderle realizzabili. Abbiamo contribuito alla pulizia e all’allestimento degli spazi, sia come gruppo in occasione delle iniziative realizzate insieme, sia come singoli in numerose altre occasioni.
    Ad oggi il comportamento degli occupanti ci pare non ulteriormente difendibile nella misura in cui rinnega ogni spazio di elaborazione comune delle politiche in difesa di Cavallerizza e dei Beni Comuni. Per quanto riguarda la nostra raccolta fondi, no, al momento non portiamo avanti nessuna iniziativa di fundraising, né in Cavallerizza né altrove. Tutte le risorse raccolte sono state destinate alla realizzazione dei nostri spettacoli. Nessuno di noi riceve compensi per il lavoro che svolge né quelle risorse hanno coperto investimenti: Sistema Torino è nullatenente.
    Quanto alle dinamiche interne all’Assemblea: siamo amareggiati per la Stampa e per il loro livello di disinformazione ma, nonostante i tentativi di strumentalizzazione portati avanti dai mezzi d'informazione cittadini, crediamo nei percorsi aperti e accessibili e se questi si connotano come opposti a sistemi consolidati e barricati in se stessi questo magari non è affar nostro, ma a dirla tutta non può che appassionarci ancora di più.
    Siamo un gruppo di attivisti. Facciamo informazione irriverente, analisi e critica. Crediamo e pratichiamo il dissenso, fino al conflitto, la partecipazione militante e la correttezza dei comportamenti. Grazie a chi arricchisce il nostro lavoro attraverso il confronto. Sistema Torino esiste anche grazie a questo.

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