venerdì 22 aprile 2016

LETTERA APERTA A CHI CREDE NEL 25 APRILE, E RICONOSCE COME FONDANTE DELLA NOSTRA SOCIETÀ IL VALORE E LA PRATICA DELL’ANTIFASCISMO

Che cos'è per voi il 25 aprile? L'immagine nella nostra mente è quella di una data che parte dal buio della Storia e poi arriva insieme ad una lunga fiaccolata, al termine della quale vi è il palco in piazza Vittorio e il consueto discorso del Sindaco Fassino, figlio di un partigiano. 

Ah i partigiani, certo: una volta accesa la luce della Storia e delle celebrazioni, il nostro cuore si stringe e ci alziamo tutti simbolicamente in piedi di fronte a coloro che hanno fatto la resistenza, che hanno lottato per la nostra libertà. Già, sembrano così distanti da noi: eppure, c'è chi ancora oggi nel 2016 lotta per la libertà di tutte e di tutti, qua nei nostri territori mentre la vita quotidiana scorre placida.

Sistema Torino nasce fondandosi sul dissenso e sulla difesa di chi pratica tale diritto ogni giorno: la sua negazione ad un solo cittadino genera privazioni per tutti.
Così, a pochi giorni dalla celebrazione uniamo il passato ed il presente condividendo l'appello scritto dalle famiglie e dagli amici di chi oggi, per aver lottato per la libertà propria ed altrui, si ritrova colpito da misure cautelari: beh la cautela è importante. 
Peccato che tradotto dal giudiziario significa sempre più ragazzi, cittadini, compagni si ritrovino a pagare una pena senza che un tribunale li abbiano ancora giudicati colpevoli. 
Ma poi colpevoli di che cosa? Di aver manifestato e praticato il dissenso? Di essersi opposti ed aver agito contro i fascisti del terzo millennio? Contro la devastazione dei territori? 

La vera questione è che ci ritroviamo di fronte ad un moloc che avanza sempre più forte e che ogni giorno restringe il recinto di libertà in cui viviamo. 
Per cui il 25 aprile scendiamo in piazza e facciamo sentire quanto i valori della resistenza siano vivi e sempre più necessari anche nel 2016: la lotta non si arresta.


LETTERA APERTA A CHI CREDE NEL 25 APRILE, E RICONOSCE COME FONDANTE
DELLA NOSTRA SOCIETÀ IL VALORE E LA PRATICA DELL’ANTIFASCISMO.

Siamo le madri e i padri, i familiari e i tanti amici dei 28 ragazzi e ragazze che, nella nostra città
-medaglia d’oro per la Resistenza-, sono stati sottoposti a misure cautelari molto dure
Non per aver rubato soldi pubblici né per aver avvelenato l’aria con la polvere di amianto, ma per aver lottato contro il treno ad alta velocità Torino-Lione, oppure per aver difeso le aule universitarie dai tentativi sempre più frequenti di infiltrazione da parte dei fascisti torinesi, o ancora per aver manifestato in corteo contro la presenza e i comizi di un partito xenofobo e razzista che ben conosciamo.

Ebbene questi ragazzi sono stati “incarcerati in casa”, in stretto isolamento, costretti quindi alla perdita del loro lavoro, allontanati dalla frequentazione dei loro corsi universitari (per cui hanno
pagato tasse sempre più alte) e dei loro amici, o di tutte queste cose insieme. Tutti, privati dei loro affetti.
E tutti noi familiari, privati dei nostri figli, o sottoposti con loro a restrizioni personali molto forti; obbligati a tener fuori da casa nostra l’idraulico o il nonno o il postino; svegliati durante la notte dai frequenti, pretestuosi, controlli di solerti forze dell’ordine. Con l’angoscia e la consapevolezza che, per i nostri figli, si sta creando un chirurgico isolamento sociale.

Questi ragazzi, che sono tutti in attesa di processo, quindi non ancora giudicati da sentenza, vivono questa repressione per aver fatto quello che NOI gli abbiamo insegnato : valori antifascisti e di solidarietà; quello che NOI, forse per stanchezza, o per il troppo impegno che oggi è indispensabile per mantenere a galla noi stessi le nostre famiglie e le nostre case, non facciamo più. Magari pensiamo, e giudichiamo. Ma non agiamo. Loro invece sì, agiscono quotidianamente. Con coraggio, con intelligenza del presente, con generosità e simbiosi con gli ultimi.
Non con la violenza, agiscono, ma con una cosa semplice dal nome antico che tutti conosciamo: la libertà di dissenso, il coraggio della partecipazione.
NOI glielo abbiamo insegnato, e allora, davvero ritenete di poterci sostituire, di poter far meglio di noi, nell’educazione politica e sociale dei nostri figli, comminando isolamento e punizione e impoverimento prima del processo?

Tutti questi ragazzi sono nostri figli ed è giunto il momento, per noi, di agire per loro. I nostri ragazzi non sono solo "nostri", perché lottano ogni giorno per migliorare il futuro di tutti/e, senza anteporre interessi personali.
Oggi come genitori e parenti prendiamo temporaneamente il loro posto perché dei giudici poco imparziali continuano a privarli della libertà punendoli senza che ancora ci sia una sentenza. 
Si dice che si è innocenti fino al terzo grado di giudizio, in queste e altre vicende non vi è nemmeno un processo.
Testimoniamo la loro assenza con i nostri corpi e con le loro idee, per la costruzione di un presente migliore e per un futuro di diritti uguali per tutti e tutte.
Siamo qua, pronti a prendere il loro posto, almeno per un poco, almeno fino a che ce la faremo.
Con i nostri corpi.

Nessun commento:

Posta un commento

Il commento ai post del blog di Sistema Torino è libero e non richiede registrazione. E' comunque gradita la firma. Commenti ritenuti inopportuni oppure offensivi verranno rimossi dagli amministratori