domenica 20 ottobre 2019

Il PORTAVOCE SI INCAZZA, L'ORRENDO B-MOVIE DI PALAZZO DI CITTÀ.

“O mi risolvete la questione o vi sotterro tutti”. Sembra di essere in un b-movie all'italiana e il titolo potrebbe essere “Il portavoce si incazza”. Ma, invece, siamo nella realtà, quella nuda e cruda, condita di grevi bassezze, quella in carne, ossa e intercettazioni. Per la precisione, nella più apparentemente paludata realtà sabauda, dove un fiduciario della sindaca - in difficoltà finanziarie e legali - tiene sotto scacco i massimi vertici della città. Questo, qui sotto, è un corollario di intercettazioni, che la sindaca definirebbe, con forzato eufemismo, “colorito”. Lui si definisce “un tamarro che sa fare il proprio mestiere”. Uno che quando si incazza “succedono brutte cose”.
La scalata del pitbull di Palazzo di Città è stata rapida e feroce. Nessuna esperienza alle spalle che ne motivasse la scelta come portavoce, ma in dote la raccomandazione del futuro assessore al Commercio (“L'ho conosciuto che era un normale frequentatore della discoteca”), associata a modi spicci e arroganti sfoggiati nelle tv locali, utili per allontanare eventuali rompiballe. E, poi, un'ambizione sconfinata.
Quei 40 mila euro lordi previsti dal suo incarico non gli bastavano, ne voleva altri e lo rivendicava per le responsabilità assunte, per pagare le rate e non “raschiare il fondo del barile”. E, quindi, dalla sindaca al cerchio magico, ad addirittura dirigenti, tutti si sono trovati impegnati nell'affannosa ricerca di una collaborazione per garantire più soldi al pitbull. Pronto a scatenare “brutte cose”. Prima e dopo le sue dimissioni.
Ma perché? Ci chiediamo, senza ancora risposta.
Le dimissioni arriveranno qualche giorno dopo una conversazione in chat con il marito della sindaca che lo avvisava: “Ti vogliono morto, Luca. Se corri nudo su un campo di battaglia ti prendono con un colpo di bazooka”.
Al di là dei toni grotteschi di questa sceneggiatura vintage, siamo di fronte a una situazione grave, a un verminaio vero e proprio, per utilizzare una formula classica. Non siamo di fronte a un linguaggio colorito. L'ex portavoce è indagato, tra l'altro, per estorsione e peculato. La prima cittadina è sotto ricatto? Quali sono gli indicibili segreti – forse legati alla Juve – a cui allude in una conversazione l'ex capo di gabinetto Paolo Giordana?
La sindaca Appendino deve spiegarlo alla cittadinanza e farebbe bene a dimettersi, perché Pasquaretta – l'amico e compagno di movida dell'assessore Alberto Sacco – l'ha scelto lei, non ha vinto un concorso pubblico.
Bang, Bang!
“Fermi tutti, peni in alto, Luca Pasquaretta”
Stop, buona la prima!

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