martedì 4 agosto 2015

5 - POLVERIERA MURAZZI 2015: C'E' VITA DOPO GIANCA? Intervista a Max Casacci

Davvero c’è bisogno di spiegare il motivo dell’intervista a Max Casacci sulla questione Murazzi, Giancarlo e dintorni? No, non credo. Max fa un interessante excursus riassuntivo di quanto avvenuto recentemente, dagli ultimi bagliori del “vero Giancarlo”, a quelli che potrebbero essere i Murazzi futuri passando per Parigi ed altri modelli europei. Buona lettura.

1) Scardiniamo l’ordine temporale degli eventi e partiamo “dal fondo”: Gianca occupato è stato sgomberato un paio di settimane fa, simbolicamente un’epoca che si chiude. Cosa ne pensi? 
Max Casacci. Pensa che per scongiurare lo snaturamento dello storico Giancarlo e il rischio che finisse destinato a pura attività commerciale, o comunque completamente stravolto, avevamo addirittura ipotizzato, insieme ad una serie di avventori e protagonisti storici (la lista includeva anche alcuni degli occupanti), una cordata last minute "salva Gianca" che potesse partecipare al bando. L'idea era quella di dare sostegno a chi, presentandosi con tutti i requisiti del caso, si impegnasse a non cambiare nemmeno un chiodo più del necessario. Ma da veri murazziani siamo riusciti ad arrivare allo scadere dell'ultimo giorno con due fatali ore di ritardo. 
L'occupazione di Giancarlo ha avuto il merito di riaccendere le luci su un luogo memorabile. Sapere che quel posto esiste ancora uguale a se stesso, con il suo carico di Storia, potrà servire da monito a chi si è aggiudicato la gestione di quello spazio. Non so se i nuovi gestori saranno intenzionati a preservarne almeno l'atmosfera. Se così non fosse, credo che si attirerebbero non poche antipatie. Comunque Giancarlo o non Giancarlo di certo i nuovi Murazzi dovranno essere qualche cosa di complessivamente diverso dagli ultimi anni.
2) Gabo Ferraris sostenne in un suo post della scorsa settimana la necessità di mantenere Giancarlo “fuori dai bandi”, proponendo l’idea di un Museo della storia del luogo. Non credi che forse sarebbe stato meglio intervenire “dentro il bando”, magari arrivando in orario ? 
Credo che il difetto di molti amministratori torinesi oggi come ieri, sia stato e sia quello di sottostimare il valori e le risorse di quello che la città spontaneamente crea. Per mancanza di conoscenza e di sensibilità o per cronico provincialismo. Ed è per questo che Torino ha continuato negli anni a perdere pezzi importanti. Ma credo anche che in questo caso gli Assessori Passoni e Curti, cioè coloro che per competenza specifica e probabilmente anche perché mossi da qualcosa di più, si sono presi a cuore la vicenda Murazzi abbiano dimostrato di essere immuni da tutto ciò. Noi artisti o giornalisti o semplici appassionati della vita cittadina nei nostri slanci tendiamo a non guardare a tutta quella serie di complessità normative che segnano la differenza tra ciò che sembrerebbe semplice e a portata di buon senso e quello che semplicemente, anche solo per legge, non si può fare. Almeno non così facilmente. I bandi delle arcate commerciali avrebbero potuto avere una base d'asta proibitiva, a misura di speculatore, per soddisfare unicamente le esigenze di "cassa". Così non è stato, e probabilmente questo farà la differenza. Questo, a mio avviso, è stato un intervento virtuoso e fattibile, fatto da "dentro il bando".

3) L'“allarme gelateria” sembra rientrato, anzi non essere mai esistito: i nuovi proprietari assicurano di rispettare la tradizione storica del locale. Cosa auspichi per l’immediato futuro? Credi che la “resistenza” degli occupanti possa continuare?
Le occupazioni rappresentano talvolta una risposta a tutto ciò che a norma di legge, o per limitatezza culturale, o per scelte speculative, resta bloccato. L'esempio più lampante nell'Italia degli ultimi 30 anni sono stati i luoghi di aggregazione dove l'aggregazione non c'era, o l'occupazione di spazi abitativi chiusi e sfitti che hanno consentito una casa a chi non se la poteva permettere. Sono grato a chi ha occupato Giancarlo, perché mi ha dato modo di rivivere per alcune serate un luogo importante della mia vita. E non credo di essere l'unico. Quella occupazione a mio avviso ha espresso il suo senso in forma di T.A.Z.*, una zona liberata temporaneamente: liberata dall'incuria, dall'oblio, in funzione di quello che succederà più avanti. Se non fosse stato riaperto, sarebbe stato più facile dimenticarlo. Ora non più. 

4) Non credi che sia effettivamente il caso di fissare un “punto zero” da cui far ripartire i Murazzi? Pensi davvero che il futuro artistico-culturale dei Murazzi potrà essere altrettanto florido quanto lo è indubbiamente stato negli anni 90? 
Le caratteristiche "ambientali" dei Muri si sono sempre rivelate ottimali per tutto ciò che è incontro, scambio, stimoli, accelerazione . Non dimentichiamoci che 20 anni dopo Giancarlo, una nuova scena musicale e non solo si è consolidata sotto le arcate del Puddhu, uno dei club a maggiore vocazione "internazionale" della città. Il discorso Murazzi andrebbe inquadrato in un'ottica più ampia. Smettiamo di parlare di movida, pur senza dimenticare problemi e disagi sia chiaro, e incominciamo a ragionare sul fatto che Torino ha espresso negli anni una vocazione notturna sconosciuta al provincialismo della maggior parte delle città italiane. Una metropoli contemporanea deve poter garantire ameno in alcuni spazi una vita lunga 24 ore. Lo richiedono anche alcune attuali professioni e stili di vita. Partendo da questo presupposto, si può ragionare su come questi spazi notturni possano impattare il meno possibile sulla maggior parte delle persone che regola la propria esistenza su orari normali. E' probabile che si possa fare qualcosa per garantire in una dimensione europea senza dover per forza mettere in conto l'ubriachezza schiamazzante, le pisciate sui portoni, i campionati notturni di clacson. I Murazzi fracassoni erano in prevalenza quelli delle arcate private, date in concessione a gestori talvolta privi di scrupoli e di sensibilità collettiva che, tanto per dirne una, avevano l'abitudine di collocare le casse, fonti di disturbo sonoro, all'esterno dei propri locali. Per pescare passanti a strascico. Incuranti del frastuono provocato da un lato all'altro del fiume. Questi locali sono diventati il volto degenerato degli ultimi Muri, quelli di cui nessuno sente la mancanza. Gli stessi Murazzi gestiti meglio fornirebbero un'alternativa al congestionamento di quartieri dove di notte la vita dei residenti risulta problematica. Da una certa ora in poi si dovrebbe poter scendere in un luogo sufficientemente lontano dalle abitazioni, e appositamente regolato in modo da non generare inutile fastidio. Perché il fastidio, nella quasi totalità dei casi, non è necessariamente legato al divertimento o alle esigenze di aggregazione. In fondo è una questione di testa, di scelte, oltre che di regole. Una questione culturale, insomma. Si è sentito dire che Parigi ha istituito un sindaco della notte. Senza arrivare a tanto, credo che una città con le caratteristiche di Torino potrebbe prevedere una figura tecnica di riferimento, capace di entrare nello specifico delle questioni per tutelarne gli aspetti positivi (vitalità culturale, opportunità di lavoro di un momento di crisi, capacità attrattiva) e prevenire le problematiche.
(a cura di Paolo Tex)

3 commenti:

  1. Grazie per questo lavoro di informazione, è molto utile. Però nel tentativo di capire cosa sta succedendo (sono una ex torinese, diciamo) vi chiedo: perché nella domanda 3 parlate di "Nuovi proprietari", quando non c'è stata una vendita ma solo il bando per l'assegnazione, ovvero il Comune è il proprietario? O ho perso dei passaggi? :) Grazie!
    K.

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    1. Ciao, grazie per la segnalazione, è una nostra inesattezza: in effetti, come dici tu, non si tratta di nuovi proprietari ma di "assegnatari" che pagheranno l'affitto per sei anni, rinnovabile (salvo morosità o simili) per altri sei.
      A volte la ricerca di sinonimi spinge all'errore! :-)

      Aldilà delle battute e del riconoscimento del mio errore, si può dire comunque che un arco minimo di 12 anni concede ai nuovi assegnatari un tempo sufficientemente lungo per non considerarsi "di passaggio".

      Grazie ancora e a presto!

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    2. Adesso capisco meglio, incluso il dettaglio dei 6+6.
      Molte grazie per la precisazione!

      K.

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