lunedì 17 agosto 2015

Leggete l'Unità?

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Affrontare l'Unità è affrontare il paradosso di Zenone.
Il presocratico disse una cosa che più o meno faceva così: “Un numero infinito di passi può farci percorrere una distanza finita”.
Zenone voleva dimostrare l'impossibilità del movimento.
L'Unità è l'Angelo Sterminatore, Achille e la tartaruga.
Partiamo però dai numeri dell'Unità
1924 e 92, data di fondazione e anni di vita.
Un infinito numero di passi che ha portato a un punto addirittura antecedente alla partenza: all'impossibilità del movimento, al “eterno ritorno del sempre uguale” per dirla con altre parole nobili e di destra.
Partita da Gramsci è arrivata a Renzi.
Partita dal comunismo, l'Unità è tornata al liberalismo tardo ottocentesco.
Siamo perfino oltre Zenone.
Ma noi siamo di sinistra perché siamo galileani, pitagorici. Va bene così? Così più nessuno si turba e pensa alla barba di Marx, ai gulag, ai bambini bolliti.
Noi siamo tutto questo e affrontiamo la questione l'Unità con approccio scientifico.
Usciamo di casa, sciabattiamo venti passi, buongiorno desidera, vorrei l'Unità ben scandito-deciso, un euro e quaranta, grazie, prego, arrivederci, arrivederci.
Ce l'ho, è nelle mie mani.
Titolo del 15 agosto centrale: “Si può fare di più”, a una passo dalla citazione colta, dal trio vittorioso a San Remo.
Fondo pagina una bellissima vignetta di Staino meraviglia. Patrimonio Unesco.
Bobo: “La Grecia sta rischiando la crisi di governo”
Figlia: “Ha una sinistra Dem anche Tsipras?”
Risate che pare di scoppiare, quasi come la lettera scritta non a Cuperlo, ma al nuovo padrone che avrà sicuramente gradito.
Pagine 2 e 3: “Recessione finita, crescita lenta, l'Europa non tira”
Meta messaggio: non è colpa di Renzi, è l'Europa che non va. Così il capo non si offende.
Poi nelle pagine successive la bandiera Usa a Cuba, Bobbio e reprimende varie a Cuperlo. Così il capo è contento.
Poi l'apoteosi renziana: due pagine piene, 8 e 9. Titolone: Renzi avverte: "Sulle riforme teniamo botta.” Foto: Renzi che tira con l'arco pronto a fare centro, renzi che stringe mani, renzi che mangia, renzi che sorride.
Taglio basso: Il successo delle feste, contro riflusso e populismi". Cioè il capo è amato dal popolo militante.
Spalla: “I volontari: restiamo uniti e cambiamo l'Italia". Cioè: il capo è amato e il popolo vuole che Cuperlo e gli altri stiano zitti.
Numero fotografie presenti in due sole pagine 8 (otto). Un record che manco i vari foglietti berlusconiani invidiano. Cioè il capo è un figo perso.
Profondo lutto e rammarico, invece, elle pagine 12 e 13. Il Labour inglese starebbe tradendo la linea Blair (che in Italia sperimentiamo con entusiasmo dopo 20 anni di fallimenti conclamati) e si sposterebbe a sinistra. L'Unità, “quotidiano dei lavoratori e dei contadini” è indignata e preoccupatissima per questa deriva, e dà parola a un noto militante socialista, un giornalista dell'Economist, che dice: “Avrà un impatto profondamente negativo, perché allontanerà l'elettorato di centro. E poi, mi lasci aggiungere, un ex comunista alla guida di un partito social democratico non mi pare una grande scelta.”
L'Unità è un giornale fondato dal fondatore del Partito Comunista Italiano.
Sono abissi e apici, cortocircuiti totali.
E quindi ha ragione Zenone, siamo sempre fermi, anzi torniamo indietro nonostante il numero infnito . Quindi l'Unità si sposta oltre Zenone.
L'Unità è un giornale con una esiziale linea editoriale che si può racchiudere in questa alata proposta politico-culturale: far contento il capo.
E tanto basta.
Il mondo da raccontare è quello del capo.
Le parole da utilizzare sono quelle del capo.
I nemici da attaccare sono quelli del capo.
Gli amici da esaltare sono quelli del capo.
I dogmi sociali ed economici sono quelli del capo.
L'Unità, “giornale dei contadini e dei lavoratori” oggi riempie le sue pagine di “competitività”.
Una volta era eguaglianza, ma chi se ne ricorda più.
Oggi il già giornale dei contadini e dei lavoratori chiede a contadini e lavoratori di competere.
Interessante.
Lo chiede tutti i giorni perché lo chiede il capo o un suo sodale.
E questa è la parte tragica della faccenda, perché l'Unità non è un fenomeno comico, come scritto da Angelo d'Orsi.
Possiamo riderne, sfogliandolo. Ma l'Unità è il simbolo supremo della catastrofe, e quindi nemmeno un sorriso di scherno può aprirsi: perché è il foglio sul quale giorno dopo giorno viene firmata la resa senza condizioni della sinistra.
Giorno dopo giorno l'Unità ci dà un messaggio semplice: arrendersi è bello, arrendersi è giusto, arrendersi è un dovere.
Viva la resa, la resa conviene! Arrendetevi subito!
E non è il direttore di turno e i vari giornalisti che si arrendono: è Gramsci in persona. E con lui tutte le sue idee.
Questo è quello che si legge, questo è il motivo per cui ogni tanto la riesumano.
Il simbolo della sconfitta e della resa deve bruciare sempre e “lettere di fuoco lo dichiari e risplenda come un croco in un polveroso prato”.
Siamo alle ultime pagine, finalmente qualcosa di leggibile: le previsioni del tempo e i programmi TV.


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