mercoledì 24 marzo 2021

CINQUE STELLE MENO ELLE + PD MENO ELLE: quando si parlerà di temi e non di candidati immagine?


Il movimento 5 ST (cinque sistemi torino) alla riscossa! 


“Ticket Lo Russo-Salizzoni con Marchisio dietro le punte”

“Recuperiamo Saracco, lo scambiamo con Napoli per Fico e ci giochiamo Roma all’ultima giornata”

“Ho un’idea: candidiamo Berruto. È un grande coach, QUINDI saprà fare anche il Sindaco no?”


La lettura dei media mainstream locali in questo periodo sembra la caccia al prossimo conduttore di Sanremo più che la cronaca di cosa succede in città: facciamo anche fatica a biasimarli dato che, con la complicità del (sacrosanto) rinvio delle urne locali, il Consiglio Comunale esprime un grande nulla, e poche sembrano essere anche gli atti derivanti dalla Giunta. L’ Amministrazione Chiara Appendino si ritrova a gestire un prolungamento che non si aspettava e che non sa come riempire, per cui si anticipa la campagna elettorale e si parla solo di quello.

Peccato che non vi sia nulla di più avvilente della carrellata di nomi e di dichiarazione sempre uguali tra favorevoli e contrari alla Santa Alleanza PD-M5S-LEU che dovrebbe conquistare la carica di Sindaco nel 2021. Lunghe dichiarazioni di intenti e di princìpi dietro le quali manca la ciccia dei temi elettorali che vorrebbero proporre a noi cittadini. Per cui ci siamo chiesti: ma quanto sono davvero vicini o distanti i rappresentanti delle Giunte AppenFassino?
Stando ai quattro anni monocolore grillino, i punti di contatto sembrano essere molto più numerosi rispetto alle finte schermaglie ideologiche. Tutte le pagine più tristi di questa Giunta hanno ricevuto un appoggio più o meno nascosto da parte del gruppo consiliare PD:

- Politiche pro-decoro (dalle telecamere piazzate ovunque al centro città trasformata in-fortino/vetrina della città turistica)
- Sgomberi campi rom ed ex-MOI: qual è stata l’opposizione reale del PD sul campo della solidarietà e dei diritti sociali per tutti? Unica voce degli oppressi (insieme alle fuoriuscite dal Movimento) è stata quella di Eleonora Artesio, sempre pronta a criticare e porre le giuste domande in Consiglio Comunale.
- Gentrificazione di Porta Palazzo con Mercato Centrale, Combo e tutti i cosiddetti “interventi di riqualificazione” che Fassino lanciò e Appendino ha messo in pratica.
- Progetto Cavallerizza accolto con entusiasmo per la somiglianza con il Progetto Passoni di parecchi anni fa
- Distanza centro-periferie: forse è meglio stendere un pietoso velo su questo (drammatico) tema politico

L’unica operazione che sembra essere in reale contro-tendenza è il maquillage green dell’attuale Giunta, che ha provato a spingere sulla mobilità sostenibile e sulla costruzione di sempre nuovi piste ciclabili: restano però agli atti due fatti imprescindibili. Torino resta in cima alle classifiche d’Europa sull’inquinamento, e il progetto di modifiche radicali della ZTL è stata messa nel cassetto, come auspicato dallo stesso PD e dai suoi elettori medio-borghesi del centro cittadino.

Di Urbanistica e nuovi supermercati forse è meglio non parlare: aldilà delle schermaglie sui metri quadrati fatti costruire da uno e l’altra Sindaco, probabilmente ora entrambi gli schieramenti ammetteranno la necessità degli oneri di urbanizzazione per riempire le casse finanziare svuotate dalla pandemia.

La convergenza sembra essere forte anche sulle parole-chiave da utilizzare: Capitale turistico-culturale, Industria 4.0, Torino città dell'innovazione, un green buttato qua e là e anche questo pezzo ce lo portiamo a casa.

Insomma, sembrerebbe che basti non parlare di TAV (che non è di competenza comunale) e il giochino è fatto.

E la sinistra di LEU? Quale sarà il loro compito, oltre quello di non farsi stritolare tra i due vasi giallo-rosa? Auspichiamo un loro convinto proseguo del lavoro fatto in 5 anni dalla Consigliera Eleonora Artesio, ma potrà bastare? Quale sarà la reale incidenza della sinistra di lotta e di Governo nel caso in cui conquistassero la città?


Abbiamo (volutamente) lasciato da parte i temi dirimenti per la politica torinese del prossimo quinquennio, quelli su cui le destre stanno conquistando terreno: un welfare cittadino in grado di sostenere un impoverimento che a Torino non nasce col COVID, ma che è stato amplificato dal virus.
Verrà prestata la giusta attenzione al nodo del trasporto pubblico, insufficiente a permettere lo svolgersi “in emergenza” delle lezioni scolastiche ed inadeguato a sostenere i flussi distanziati dell’epoca pandemica? Verranno attuate politiche di pressione verso la giunta regionale per migliorare la risposta cittadina del sistema sanitario, in palese difficoltà a gestire la mole di lavoro degli ultimi mesi?
Una politica di contrasto agli sfratti senza la quale rischiamo di vedere sempre più senza fissa dimora nei portici del centro (E sappiamo quanto questo non piaccia né ad Appendino né alle Giunte PD di altre città d’Italia).

Recente è stata la disputa in Consiglio Comunale a proposito dell’accorpamento delle sedi scolastiche alle Vallette (https://www.facebook.com/deborah.montalbano/posts/3875007345924940), in un capolavoro politico che in un colpo solo ha contraddetto le promesse di partecipazione, interesse verso i più deboli e primazia delle periferie.

Avremo delle risposte politiche su questi temi? Oppure non vi sono risposte, se non quella che ci ripetono da venti anni, quel “E allora volete far vincere i fascisti?” (come diceva l’Ingegnere protagonista del nostro primo spettacolo teatrale) che ora sembra aver contagiato anche parte del M5S.

A sinistra del Tripartito però non si odono voci dirompenti, se non quella che ha conquistato le prime pagine dei quotidiani locali nell’ultimo weekend: il candidato Ugo Mattei, usurpatore del ricordo di Rodotà per crearsi una propria fondazione che facesse da chiavistello in Cavallerizza, già animatore di deliranti video su Byoblu (dai colibrì-spia alla dorsale oceanica che nasconde tutti i nostri dati privati ma noncelodicono!!), ha deciso di scendere in piazza coi negazionisti No Mask/No Vax/SI Duce (la convocazione arriva da un ex Fratelli d’Italia) in una plastica rappresentazione del rossobrunismo non a caso benedetta da Fusaro.

Nel mezzo vi sono tutte quelle sigle, da Potere al Popolo - Torino a demA Torino passando per Rifunda, che stanno (forse) dialogando per creare un unico cartello elettorale che abbia qualche speranza di andare oltre il 3% di rappresentanza tipico della sinistra che non scende a compromessi con nessuno (e qua l’ironia è rivolta tanto ai rappresentanti quando ai rappresentati).

Cosa ci aspettiamo da una sinistra, di cui facciamo parte, che si candida nell’ anno domini 2021, dopo mesi strazianti di pandemia, alle Comunali di Torino? Nulla di più e nulla di diverso dai princìpi sempre espressi: una ridiscussione (vedi rinegoziazione e cancellazione) del debito della città che stringe come un cappio qualsiasi azione politica che si discosti dalla gestione dell’ordinario. Un debito in parte nelle mani (insieme al finanziamento del Welfare e dell’attività culturale torinese) di quella stessa banca che sposterà, (con la complicità del supposto benicomunista Mattei, ironia della Storia) la sede della propria Fondazione all’interno del patrimonio UNESCO Cavallerizza, da dove continuerà a manovrare il percorso di sviluppo cittadino.

Per questi motivi, una sinistra che non abbia il coraggio di affermare “se non ora quando?” di fronte all’opportunità di ridiscutere il Patto di Stabilità interno degli enti pubblici e il vincolo del debito olimpico è una sinistra che tradisce la propria ragion d’essere di messa in discussione dello status quo. Ed è paradossalmente proprio questo a unire il fronte progressista col M5S: la consapevolezza, dopo cinque anni di Appendino, di non avere alcuna possibilità di incidere realmente sulla vita dei torinesi, se non sulla propria, partecipando alla spartizione del (reale?) potere politico, mentre altrove vengono decisi i destini della Torino del futuro.

1 commento:

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