martedì 21 dicembre 2021

LE RICADUTE DI EUROVISION: IL LAVORO VOLONTARIO? UN APPELLO PER UN GIUSTO SALARIO

Ci duole fare la parte di coloro che non sono più buoni neanche a Natale, ma ci siamo imbattuti, nella rassegna stampa mattutina, di fronte alla seguente notizia: secondo quanto riportato all’interno della mail inviata dal direttore del Centro di Produzione di Torino, Guido Rossi, la Rai sarebbe alla ricerca di volontari da utilizzare nella realizzazione dell’Eurovision Song Contest, anche al di fuori delle mansioni definite dalla propria figura di appartenenza. Che cosa significa “ricerca di volontari”, si chiede SLC CGIL Torino e Piemonte (il Sindacato dello Spettacolo): lavoratori ricollocati per mantenere all’interno della RAI l’organizzazione dell’evento, oppure si vuole ripetere il solito schema e cercare lavoro non retribuito, a “sostegno esterno” di grandi service internazionali cui affidare l’appalto con la fetta più grossa di guadagni? Ci spiace constatare come lo schema sui grandi eventi che atterrano in città sia sempre lo stesso: si comincia con il Sindac* (che sia Fassino Appendino o Stefano Lo Russo poco cambia) che conquista Eurovision o simili con la diretta dell’assegnazione ufficiale. Si prosegue con i quotidiani che magnificano i fantastiliardi di ricadute (solitamente calcolate dalle stesse agenzie che siedono tra gli organizzatori dell’evento stesso) e il giubilo della maggioranza politica in carica che si dimostra così migliore di tutti gli altri. Poi tra l’assegnazione e l’evento stesso passano i mesi necessari per l’organizzazione, durante i quali emergono i dettagli e le magagne. Tutti ricordiamo Torino2006 e i nostri concittadini ripagati in giacche a vento: ci ritroveremo la città invasa di giacche primaverili col logo Eurovision? Vorremmo evitare il susseguirsi di scoperte dell’acqua calda trasformate nello “scandalo del giorno” sul mainstream locale: vi anticipiamo che i prossimi saranno il costo delle camere d’ albergo triplicate (anche il portiere dell’hotel avrà salario triplicato in quei giorni?), e l’impossibilità di trovare un Airbnb a meno di cento euro a notte (immaginiamo la pioggia di soldi nelle tasche dei ricchi multi-proprietari immobiliari di Falchera o Vallette). Eugenio Cesaro, leader di Eugenio in Via Di Gioia (autori della “finta sigla” virale di Eurovision2022 a Torino), scrisse un entusiastico articolo a ottobre su La Stampa Torino, di cui vogliamo evidenziare il seguente passaggio: “sarebbe bello che Torino potesse dimostrare di saperlo fare in una modalità sostenibile”. Facciamo nostra quella parte del suo appello, e invitiamo altri artisti torinesi impegnati, come Bandakadabra e Marcello Poletti (AKA Max Casacci), a fare lo stesso ampliandone il senso: chiediamo al Comune di Torino e alla TV pubblica di essere realmente sostenibili per la Città, anche e soprattutto dal punto di vista economico, in primis per i concittadini e i lavoratori coinvolti. Se “grande ricaduta culturale ed economica” dev’essere, che sia equamente distribuita: no al lavoro appaltato all’esterno, no al lavoro volontario. Sfruttiamo questa occasione per dimostrare che è possibile valorizzare le grandi competenze lavorative e culturali presenti sul nostro territorio, retribuendole con una paga equa ed equilibrata. Questa è, o dovrebbe essere, la via maestra per rendere davvero grande un evento musicale internazionale a Torino.

1 commento:

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