Si inizia parlando del bando per le periferie (i famosi 40 milioni dal Governo che l’ex Sindaco Fassino rivendicava come frutto della sua azione) e dell “agopuntura urbana” di cui la Sindaca si vanta apertamente, ovvero dei piccoli e puntuali interventi nei quartieri più degradati. Parola d’ordine del tema? RIQUALIFICAZIONE!

Molto interessante notare come le vocazioni della città siano diventate due: “Industria 4.0”, con automotive, spazio, biomedicale come punti di forza, è un tema centrale dell’intervista, forse anche più di “turismo e cultura”. Non stupisce però tutto questo, dato che già alla Presentazione del Rapporto Rota 2017 a settembre si notò questo cambio di passo da parte dell’establishment economico culturale e politico.
Certo, non manca l’incenso per la Torino turistica eh: più 3,5% di visitatori, senza contare il boom di Airbnb che non è rilevabile. Come questo ricada sulla città (e come, e se, l’App dei viaggiatori influenzi il costo degli affitti) non viene trattato, mentre si afferma perentoriamente che non verranno toccati i fondi alla cultura dato che le Fondazioni relative si stavano già lamentando.
“Io non firmerei mai un DASPO urbano per allontanare un homeless”: degna di nota questa affermazione da parte di Appendino quando le viene posta la domanda relativa alla questione povertà. Uno dei pochi tratti distintivi verso altre Amministrazioni urbane che non hanno disdegnato l’utilizzo di questo strumento “a tutela del decoro” (sigh!).
Si discute ovviamente della questione Piazza San Carlo, sebbene lo si faccia rimanendo molto sul generale e sulle sensazioni provate quella sera, ma questo è inevitabile, e forse anche condivisibile, data l’inchiesta in corso da parte della magistratura.
I “Torino sostenibili” saranno ben felici della domanda relativa allo smog: Chiara premette che una Amministrazione cittadina non ha tutte le leve possibili a disposizione per contrastarlo, ma rivendica tanto i blocchi del traffico quanto le azioni di mobilità sostenibile (ciclabili, bus non inquinanti, e soprattutto l’ utilizzo dell’ ISEE sulle strisce blu “per difendere le fasce deboli della popolazione”) che stanno cercando di intraprendere. Il tema, secondo la Sindaca, deve diventare nazionale: basterà questa come risposta a chi lotta quotidianamente per una città pulita?
Passando al tema ex MOI e campi rom, Appendino è bravissima a rimanere in equilibrio sul crinale citando le soluzioni istituzionali concertate con i corpi intermedi, tra cui Compagnia San Paolo (il cui project manager Maspoli viene pubblicamente elogiato), per arrivare allo sgombero definitivo delle palazzine olimpiche. Stessa logica di fondo quando prospetta “lo smantellamento e il superamento dei campi autorizzati”, accompagnati dai presidi di Polizia municipale e forze dell’ordine: siamo curiosi di vedere quel che succederà, sperando che si continui a non cedere ad approcci securitari.
La parte finale dell’intervista viene “alleggerita” da parole dolci sulla famiglia della Sindaca, risposte da “manuale del buon politico” sulle prossime elezioni politiche e rapporti con il Governo, e un po’ di retorica sull’ attenzione della Città ai giovani.
Tutto bene quel che finisce bene, grazie al certosino impegno da parte di entrambi a non sfiorare neanche lontanamente i temi che sarebbero potuti essere più scottanti: non è stato trattato il tema-Giordana, dimessosi un mese fa dal ruolo di Capo del Gabinetto ma non da quello di principale consigliere della Sindaca secondo alcuni insiders, così come la questione centro-periferia non è stata sviscerata come ci si aspettava, visto che lo stesso quotidiano sabaudo ha dedicato in questo periodo molta attenzione alla disaffezione del quartiere-simbolo Vallette verso la sua (ex) paladina.
Insomma, una delle poche occasioni di confronto pubblico della Sindaca Appendino con i mass media, molto più propensa a comunicare con i cittadini tramite la sua pagina personale Facebook e in generale disintermediando attraverso i social, è vanificata dalla volontà di rassicurazioni reciproche tra i due attori cittadini. E’ un peccato, perché un confronto più aperto e senza esclusione di colpi
tra rappresentante dell’ Amministrazione politica e giornalismo avrebbe fatto bene alla Città, e forse anche ai sostenitori stessi della Sindaca: ma forse non era questo l’obiettivo della passerella al grattacielo.