giovedì 19 gennaio 2017

UN BILANCIO SENZA VINCOLI DELLA GIUNTA APPENDINO


Gennaio è il mese in cui si tirano le somme, che si tratti della tua squadra di basket del cuore, del tuo fidanzamento o della nuova Amministrazione cittadina insediatasi a giugno dopo vent’anni di dominio elettorale del Sistema Torino (che non esiste, ma resiste).

Quindi, come sono andate le cose, “il cambiamento è reale” come recita la nostra nuova copertina?

Se ne discuterà in una assemblea pubblica in Via Moretta 57 sabato 21 gennaio alle ore 15:00, convocata da comitati, associazioni, sindacati, collettivi: insomma quei “cittadini dediti alla partecipazione” che tanto piacciono alla nuova Amministrazione, invitata a partecipare ad un confronto che non può che essere fecondo per la cittadinanza tutta.

I temi sul tavolo sono certamente tanti: mediaticamente, e non solo, più importante è quello dei supermercati. Una escalation in questi mesi che ha avuto il suo apice nell’ area ex Westinghouse, cui a dicembre si è dato il via definitivo al progetto comprendente il più classico dei non luoghi. Un filotto che era cominciato con l’affidamento del Parco Michelotti a Zoom, mettendo in pratica una privatizzazione di fatto: certo, grida vendetta dal punto di vista democratico quella Determina firmata il 29 giugno 2016 dalla precedente Giunta, ma certo ci si aspettava qualcosa di più in termini di coraggio dal nuovo Consiglio Comunale, come evidenziato in Sala Rossa dalla consigliera di minoranza Eleonora Artesio.
Ci auguriamo che gli oneri di urbanizzazione non restino il faro illuminante della nuova Amministrazione, dato che siamo già nauseati dalle retoriche urbanistiche dei passati Assessori. Una retorica che non sembra mutata neanche in relazione ai Grandi Eventi: dal Salone dell’Auto al Salone del Gusto (sul quale abbiamo pubblicato una approfondita inchiesta) l’accettazione a tratti entusiastica delle logiche che ve ne stanno alle spalle ci lascia interdetti.

Dalla lettura dei giornali, traspare che le voci “turismo e cultura” (ma non andavano separate?) restino prioritarie ed intoccabili, esattamente come welfare e servizi, di fronte ai tagli dei costi che verranno attuati in questo periodo in attesa del bilancio previsionale 2017; forse bisognerebbe tornare a pensare alle necessità che i cittadini delle periferie che hanno premiato la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle hanno come prioritarie. 
Tranquilli nessuno di noi sta pensando alle alghe nel Po, al wi-fi o alla retorica fallace sulla mostra di Manet, temi tanto superficiali quanto inutili al dibattito cittadino.
Le esigenze della popolazione nella città che vanta record in termini di povertà e tassi di disoccupazione sono altri, e sono sempre i soliti purtroppo: casa e lavoro.
Il trend in termini di sfratti è rimasto purtroppo invariato, ed anche qui competiamo per un triste primato: cosa pensa di fare la nuova Amministrazione di fronte alle migliaia di famiglie che restano senza un tetto sopra la propria testa? Qual è la svolta che propongono? Secondo la logica dell “housing first” adottata, correttamente, dai Servizi Sociali cittadini e non solo non possiamo che rimarcare quanto la casa sia la prima esigenza da soddisfare per ogni torinese.

In questi giorni è emerso altrettanto drammaticamente il tema del lavoro, sul quale un Comune può forse fare poco, certamente più di quanto visto finora: vogliamo definitivamente liberare Palazzo di Città da lavoratori pagati in voucher? Sarebbe un piccolo segnale, coerente con quanto lo stesso Movimento afferma sulle piazze nazionali. Altrettanto poco gradevole è stato assistere alla “passeggiata” della Sindaca Appendino insieme a Marchionne, Chiamparino e John Elkann conclusasi con cosa? Un bel finanziamento alla Fondazione per la Cultura di 250 mila euro a sostegno dei Grandi Eventi di cui sopra. Una metafora perfetta di una continuità cui non vorremmo assistere: il nostro sogno è quello di un rappresentante politico che chieda conto a Marchionne del famoso secondo modello da produrre a Torino, di modo da assorbire una (piccola) parte dei lavoratori, operai ed impiegati, abbandonati a se stessi e che no, proprio non potranno essere tutti riconvertiti in guide turistiche.
E visto come se la passano i lavoratori della Reggia di Venaria, cui va ogni giorno la nostra solidarietà, non ci sentiamo neanche di augurarglielo.

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