martedì 19 febbraio 2019

IL SISTEMA ROUSSEAU NON ESISTE

Signore e signori, abbiamo il risultato del nostro sondaggio! Ed è perfettamente riassunto dalla prima pagina di Cuore tirata fuori all’ uopo dall’ archivio storico della sinistra italiana (Da un’idea di Mauro Ravarino): quali altre analisi politiche profonde si possono fare di fronte a un Movimento che arriva a rinnegare la propria essenza pur di rimanere al Governo con il fascioleghista?

In una gara di ipocrisia verso il basso, vincono ancora una volta i Consiglieri comunali torinesi che si stracciano le vesti, si indignano, si fanno bersaglio degli strali social ma restano in sella perché a quanto pare il Movimento e la città hanno bisogno di loro (sinceramente noi non avvertiamo questa necessità di ascoltare ancora i penultimatum dei “ribbelli” di fronte agli scandali degli ex collaboratori della Sindaca Appendino, ai processi e a tutta la farsa che gira intorno a questa Giunta).
Ne facciamo volentieri a meno di questa masnada di improvvisati politici nati incendiari e pronti a morire forzisti: la transfigurazione del M5S nella nuova Forza Italia è infatti giunta a maturazione.
Dalle accuse alla magistratura che vuole colpire il Governo, ai giornali sempre contro fino all’ alleanza di Governo con i fascioleghisti, con l’unica differenza dell’atteggiamento zerbinesco dei pentastellati verso l’alleato: tutto è sacrificabile sull’ altare del Governo per forza.

E ora? Cosa succederà? Le Regionali piemontesi sanciranno il definitivo passaggio dei voti di destra all’ interno del loro alveo naturale, ovvero il leghismo xenofobo, razzista e perbenista: un profilo perfetto di quella maggioranza dei pentastellati che emerge dai commenti social e dalla stessa votazione di Rousseau (Il 59% ha voluto salvare Salvini e il suo Governo sovranista).

Quel che resta di questo slittamento a destra dei voti pentastellati è una carogna elettorale che potrà essere spolpata dal più scaltro e preparato ad approfittarne: ci sono, almeno a Torino, voti considerabili “di sinistra” tra i comitati, associazioni ambientaliste, movimenti per la casa, collettivi politici che sostennero “l’ #alternativa Appendino” nel 2016.
Qualcuno saprà approfittarne?

Grande è la confusione sotto il cielo, perciò la situazione è favorevole: quale momento migliore per togliere di mezzo l’enigma pentastellato e superare l’ anomalia della Casaleggio Associati tornando a parlare di politica secondo schieramenti e ideali che solo una truffa ideologica può aver considerato superati dalla Storia?

mercoledì 13 febbraio 2019

ALTA PUBBLICITA’

La Torino Lione è inutile, controproducente, un investimento a perdere, un danno ambientale inopportuno. Nulla di nuovo quindi, nulla di nuovo e nulla di diverso da quanto il movimento No Tav afferma da decenni. La vera domanda che oggi dobbiamo assolutamente porci è: basterà questo studio a dar sostanza all’endorsment del movimento cinque stelle circa l’opposizione a questa grande opera pubblica?
Di per sè l’analisi costi benefici non cambia la realtà: il cantiere esiste, l’area è sempre militarizzata, lo stato di diritto in quella zona del Piemonte rimane compromesso ed è di nebbiosa interpretazione. Si sprecano sui social manifestazioni di giubilo, comparsate tv per prendersi meriti e mantenere consensi, dopo la batosta presa in Abruzzo dove, un anno di politica illusoria e di ultradestra ha portato ad una liquefazione dell’elettorato, colato via come un ghiacciolo dimenticato al sole. Il movimento No Tav e la l'opposizione alla Tav sono sfruttati a fini politici sia a Roma che a Torino. Giusto lunedì la Sindaca, assente non giustificata l’8 dicembre e durante le votazioni in consiglio riguardo l’opera,offriva giudizi in merito alla coscienza notav (per non parlare di quella antifascista ed antirazzista ??!!) dei presenti al corteo cittadino pro Asilo.
L’analisi costi benefici ha un valore strategico e strumentale, è stata sacrificata sul terzo valico e forse lo sarà anche sulla Torino Lione, non è un valore politico personale quello che muove l'interesse del movimento cinque stelle, le parole di Di Maio circa la "trattativa sulle grandi opere" con Salvini sono eloquenti in tal senso. Se non fosse vero, si dovrebbe passare dalle parole ai fatti, senza continuare a lasciare il cerino dell' opposizione concreta all’opera ai movimenti territoriali e popolari del torinese (e non solo) . Movimenti sempre più esposti giuridicamente e nell'occhio del ciclone della repressione del dissenso, accerchiati tra madamine, giornali, politica, industria e sindacati. Al centro, oltretutto, del mirino del nuovo asse pentaleghista Salvini-Appendino, sempre più affiatato, tra voglie di olii, di ricino ed extravergine IGP.
I due piani di opposizione, come ci insegna l'esempio valsusino, possono e devono coesistere, ma ognuno faccia in fretta la sua parte, anche perchè il cantiere tutt'ora è funzionante, si faccia come con il commissariato di governo, si chiuda tutto e si ripristini la tanto cara "normalità" nell'area di Chiomonte. 
Lo sbandierare un’appartenenza vale molto di più in termini elettorali che non forzare un’alleanza, anche perché, visti i sondaggi, in molti perderebbero irrimediabilmente la carica faticosamente ottenuta a colpi di meme e grandi promesse di cambiamento.
Il cantiere va chiuso politicamente, lo si deve ai valsusini, lo si deve agli attivisti, lo si deve agli elettori ed a tutti coloro che stanno vivendo nel nostro Paese. 
Si è già ampiamente compreso come valori profondi, nati dall'opposizione all'opera, quali il rispetto dell'ambiente e delle volontà popolari e territoriali, non siano permeate dentro chi si riempie la bocca di contrarietà alla grande opera valsusina, gli esempi del terzo valico, della Tap e dell'Ilva di Taranto sono sotto gli occhi di tutti.

martedì 12 febbraio 2019

CHI SPORCA L’ANTIFASCISMO, L’ANTIRAZZISMO E LA CAUSA NO TAV?

Chi, secondo voi cari sistemisti, “ha sporcato l’antifascismo, l’antirazzismo, la causa NO TAV e molte nobili cause cui tenta codardamente di appropriarsi” tanto per citare l’intervento della Sindaca sceriffo nel Consiglio Comunale di ieri?

Chi occupa spazi pubblici abbandonati in quartieri abbandonati o chi, come Appendino stessa, trova il sostegno giubilante dei fascioleghisti nazionali e locali?

“Brava Sindaca per l’utilizzo del pugno duro, continui a lavorare forte e fiera con il Ministro Salvini!”: le parole del leghista Ricca valgono più di mille considerazioni.

Dopo l’ormai celeberrimo “IR-RE-VO-CA-BI-LE” relativo allo spostamento del mercato degli straccivendoli, la Sindaca gialloverde (si candiderà con la Lega una volta esauriti i mandati con il M5S?) sfoggia una nuova dimostrazione di forza virulenta in Consiglio Comunale e rivendica a pieni polmoni lo sgombero dell’ Asilo Occupato arrivando a citare la Prefettura e le indagini in corso relative agli arrestati, in una inedita (e oscena) sovrapposizione tra potere politico e potere giudiziario. Peccato che alcuni consiglieri della sua maggioranza abbiano ricevuto una telefonata proprio in quel momento e fossero fuori dall’ Aula nel momento dell’intervento della loro Capa. Un caso? Non credo.

Sarà forse dovuto all’ assenza di una linea politica unitaria e condivisa che sappia andare oltre alla comunicazione social e ai tweet di risposta all’ alleato di Governo?

Sarà che ci troviamo di fronte al solito e ormai ritrito (vedi elezioni in Abruzzo) cerchiobottismo che strizza l’occhio al leghismo con la Sindaca e tranquillizza i centri sociali “in bilico” con il Vice-Sindaco? C’è qualcosa di più strumentalmente NO TAV di un tale atteggiamento ondivago?

A tenere la barra dritta sul fascioleghismo ci pensa comunque la Sindaca nel suo intervento di chiusura del dibattito, con una frase agghiacciante che fa correre i brividi lungo la schiena di qualsiasi sincero democratico: “i cittadini lì molti tornano a vedere che lo Stato esiste, che lo Stato è presente”.
Da questa citazione testuale, dobbiamo forse capire che lo Stato mostra la propria presenza in un quartiere degradato attraverso lo sgombero di un luogo che era abbandonato e attraverso la militarizzazione dello stesso per giorni interi? Ma la Sindaca una volta progressista si rende conto dell’ abominio che ha pronunciato a verbale?

Di fronte al dibattito in Aula di ieri sera, in cui spiccano la lucidità politica (brutta parola in epoca grilloleghista) di Eleonora Artesio e il coraggio umano di Deborah Montalbano, resta per noi insoluta una domanda precisa.

Se l’Asilo Occupato era (ed è) proprietà comunale, chi ha fatto la denuncia con relativa richiesta di sgombero? Questa Amministrazione è andata oltre (o no) il PD delle precedenti Amministrazioni?

È vero che nel Decreto Sicurezza sono previsti gli sgomberi dei centri sociali che occupano spazi comunali?

Chissà se risponderanno, e come, nel merito e nei fatti a queste domande: e chissà, tanto per chiudere con una altra domanda, se arriverà prima il prossimo sgombero o la prossima intercettazione sui giornali a dare uno STOP definitivo a una Giunta che sa di alternativa più scura che la nostra città potesse mai immaginare.