Carlotta Trevisan, Consigliera del Movimento 5 Stelle e vicepresidente del Consiglio Comunale di Rivoli, ha dato le dimissioni da tutto lunedì 18 giugno, uscendo dal Consiglio Comunale e dal Movimento 5 Stelle. Ha chiuso la sua attività vestendo la fascia tricolore al Gay Pride, rivendicando con orgoglio il suo senso di appartenenza alla lotta per l’affermazione dei diritti civili (insieme ad altre migliaia presenti nel suo “curriculum politico”). Ideali troppo lontani dal Contratto di Governo pentaleghista e dalle affermazioni di questi giorni di molti suoi esponenti.
Carlotta ha deciso così, con coerenza e schiena dritta, di lasciare il suo incarico e il “suo” Movimento. Una scelta di coraggio e di estrema rilevanza politica in un momento in cui il Movimento 5 Stelle è nell’ occhio del ciclone tanto a livello nazionale che a livello locale (vedi candidatura Olimpiadi Torino 2026).
Per questo motivo Sistema Torino ha deciso di andare a intervistare Carlotta Trevisan, ex Consigliera Comunale di Rivoli, che ringraziamo per la disponibilità.
1) Quali sono i motivi che ti hanno spinto a lasciare il Movimento 5 Stelle?
Lasciare il Movimento 5 Stelle è stata dura, una sofferenza che ritorna ogni volta che leggo un commento o guardo il telefono e vedo messaggi o chiamate. Dura perché sono persone che conosci da sette anni, con le quali nel bene o nel male la tua vita si è intrecciata tra affetto, attivismo e amicizia.
Le mie divergenze sono iniziate durante la discussione sulle unioni civili, me ne ero occupata in prima persona insieme ad altri attivisti di Italia con cui avevamo formato l “Osservatorio nazionale m5s per i diritti civili e LGBTQI”. Lascio oggi perché quando le divergenze diventano quotidiane creano solo più contrasto e non discussione costruttiva. Non ho digerito il contratto con la Lega, non ho votato a favore e si sa, non condivido questa scelta. Scelta che ha portato solo a far aumentare i consensi a Salvini, a fare alzare la testa ai nostalgici del ventennio nero che si erano assopiti in una sorta di rassegnazione. Oggi invece si sentono forti e autorizzati a dire qualunque cosa contro i principi fondamentali del rispetto delle persone (tutte!).
La scelta dei Ministri mi lascia basita, una Buongiorno, un Fontana e un Salvini ci portato indietro di anni. Non mi piace nemmeno Bonafede perché ha sempre sostenuto le associazioni dei padri separati (che pretendono modifiche sostanziali su affidamento, condannati dai centri antiviolenza e non solo) che si scontrano con le lotte che invece porto avanti io, ossia avvocatura gratuita per i minori durante le separazioni conflittuali e riattivazione dei gruppi di parola con mediatori familiari (in CM avevo lavorato per far ripartire il progetto provinciale).
Questo è solo uno dei tanti esempi che possono far capire la situazione: la scomparsa della richiesta dei codici identificativi per le forze dell’ordine, la questione Aquarius, la legalizzazione (aberrante) della prostituzione, fino ad arrivare al folle censimento per etnia. Per non parlare della “flat tax”, concetto per me impossibile da sostenere.
Sono tante cose sommate che alla fine ti fanno dire "forse non sono più io nel posto giusto". Siccome non ritengo nemmeno corretto cambiare un’evoluzione del Movimento come non è giusto cambiare se stessi, in sincerità trasparenza e coerenza me ne vado io.
Senza recriminare nulla, perché al M5S devo molto: mi ha permesso di lavorare su questi temi, e sono stata eletta grazie a questo simbolo. Ma se le cose cambiano e non ci si riconosce più è giusto andarsene, anche per permettere a chi invece condivide questi ideali di fondo di andare avanti. Fa male, malissimo ma è inevitabile.
2) Come vedi il futuro del Movimento 5 Stelle?
Come vedo il futuro del Movimento? Bah bella domanda, vedo diverse possibilità, la prima è che si rimanga al 32 % senza crescita, la seconda che per recuperare la parte di base che non condivide certe polis tornerà in campo Di Battista, che piace (anche a me) per la sua capacità comunicativa. Io mi auguro che riescano a portare avanti almeno i due punti fondamentali del programma con il quale le persone il 4 marzo scorso hanno dato fiducia al m5s.
3) Suggeriresti ai consiglieri ribelli di Torino di fare il tuo stesso passo? E voteresti a favore delle Olimpiadi se fossi Consigliera qui?
Se fossi eletta a Torino starei nella stessa situazione di alcuni, ossia lotterei per non far passare la questione Olimpiadi, ci proverei con tutte le forze e poi se non dovessi farcela me ne andrei come ho fatto ora. E no, non voterei mai a favore!
4) È ancora possibile secondo te applicare politiche progressiste per le Giunte cittadine pentastellate?
No perché se già prima era difficile, e se il progetto di cambiamento culturale si è un po' arenato, ora con questa esplosione di “pancisti” lo è ancora di più. Ci salva che la Regione non è più in mano alla Lega altrimenti sarebbe completamente impossibile portare avanti qualsiasi iniziativa progressista, per quel che riguarda i temi che io seguo da vicino.
5) Domanda secca: quanta democrazia c’è all’ interno del Movimento? Perché secondo te lo scontro sui social è così feroce con chi dissente?
Democrazia è concetto nobile, utopistico, forse impossibile oltre certi livelli, ma fondamentale. Credo che la democrazia ci sia, ognuno è libero nel m5s di dire cosa pensa ma poi quante volte viene preso in considerazione? Spesso non avviene. Il problema è sempre uno: organizzazione e comunicazione.
Trovo però molto deludente non essere riusciti a costruire canali di confronto. Se per esempio fai un post contro una linea decisa, ti ritrovi con bulli da tastiera che anziché argomentare confrontandosi oppure esponendo un'altra visone, ti insultano. Questo è il fallimento che vedo, non solo del m5s ma della società tutta.
Nel Movimento ultimamente vedo tanti fans e pochi attivisti, fans da social, ma la politica non è una fede calcistica, è in primis discussione. Se manca, manca tutto.
Dispiace leggere insulti ancora oggi a Debora Montalbano (prendo lei come esempio perché più vicino, ma ci sono altri casi in Italia), non condivido la sua scelta ma la comprendo.
6) Resterai una attivista del Movimento? Quale reazione ti aspetti dai suoi sostenitori?
No, ma rimango in contatto col mio gruppo storico di Rivoli perché sanno che se avessero bisogno di un confronto su temi della Commissione che seguivo, io ci sono. Ho lasciato il m5s come idea politica, ma le persone rimangono persone. Mi ha stupito leggere tanti commenti positivi, forse qualcosa di buono allora l'ho fatto, sono fiera di me perché in questi anni qualche risultato l'ho ottenuto per il mio Comune, per la Città Metropolitana e per tutti gli altri progetti che ho seguito.
7) Ti consideri di sinistra o è una categoria superata come sostiene la leadership pentastellata?
Altra bella domanda. Beh il mio cuore batte da un lato solo si sa, ma la sinistra intesa come 40 anni fa è superata perché il Paese è cambiato, ora si parla di priorità e di visione politica. Vi faccio un esempio: per me agire su politiche di Welfare è anche una visione economica, perché col welfare alla persona si potrebbe indirettamente incrementare il PIL di tre punti in percentuale: un modo per basare la politica economica sulla parità. Sono visti come concetti di sinistra semplicemente perché è la parte politica che ha storicamente sostenuto i più deboli.
Allo stesso modo, un Paese emancipato culturalmente è secondo me più forte sui tavoli di contrattazione. L’ omofobia ci costa tantissimo perché non riconoscere diritti è una spesa, non solo sociale ma anche economica. Ma nessuno capisce che la crescita passa anche da questi temi.
Io sono cresciuta con un nonno che mi diceva "non ti racconto storie di principesse perché non esistono, tu donna devi essere indipendente non una principessa” e mi leggeva pezzi de “Il Capitale” di Marx mentre mi accarezzava i capelli lunghi biondi per farmi addormentare. Le mie estati scorrevano al Nuovo Valentino (Parco Ruffini) alla festa dell'Unità a mangiare piadine romagnole... Beh sì, forse sì, sono proprio di sinistra…e posso dirvelo? Fiera di esserlo!
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