venerdì 4 gennaio 2019

DECRETO SICUREZZA SALVINI: IL GRUPPO CONSILIARE PENTASTELLATO VOTA LA SUA SOSPENSIONE. LA SINDACA LI IGNORA


Roma: dormitori vuoti e stranieri per terra
22 OTTOBRE 2018: il gruppo consiliare 5 Stelle vota in Sala Rossa un ordine del giorno (presentato da Elide Tisi del PD) con il quale IMPEGNA la Sindaca e la Giunta Comunale a chiedere al Ministro dell'Interno ed al Governo di sospendere, in via transitoria fino a conclusione dell'iter parlamentare, gli effetti dell'applicazione del Decreto 2018 04146/002 3 Legge e ad aprire un confronto con Torino e le Città italiane, al fine di valutare le ricadute concrete di tale Decreto sull'impatto in termini economici, sociali e sulla sicurezza dei territori.

04 GENNAIO 2019: parte la campagna di alcuni Sindaci italiani, tra i quali spicca il primo cittadino napoletano Luigi De Magistris, che si oppongono all’ esecuzione del decreto Insicurezza, scatenando la reazione del Ministro fascioleghista.

Nulla di più semplice che unirsi al coro dato che ha già l’appoggio della quasi totalità del Consiglio Comunale, da due mesi: cosa può fare la Sindaca della legalità se non opporsi all’ applicazione di una legge a rischio incostituzionalità?
Come hanno sottolineato autorevoli giuristi infatti, qualsiasi operatore di diritto chiamato ad applicare una norma che reputi incostituzionale ha il diritto/dovere di non applicarla e di fronte al giudice al quale dovrà rispondere di tale omissione chiedere il rinvio alla Corte Costituzionale. E, in questo caso, i fondamenti giuridici per dar seguito a una azione giuridica simile vi sono eccome.

Basterebbe ricordare quel che la stessa Capogruppo Valentina Sganga dichiarò in Sala Rossa, tanto per restare pragmaticamente nel merito della questione:
“Lo SPRAR è da sempre considerato un modello virtuoso, un modello dove fondi pubblici vengono gestiti da un sistema pubblico che vede in prima linea gli Enti Locali, in collaborazione con il Terzo Settore, Terzo Settore che è stato anche ospite della nostra Commissione. È virtuoso perché è in grado di fornire più servizi rispetto alla pratica dei CAS, è virtuoso perché capace di realizzare quel modello di accoglienza integrata di cui abbiamo tanto
sentito parlare, sia per i migranti inseriti, appunto, in percorsi di autonomia individuale, sia per i Comuni che li accolgono. A questo modello inevitabilmente si contrappone quello delle concentrazioni in grandi numeri nei Centri di Accoglienza Straordinaria gestiti da enti profit e no profit, cioè da privati, privati che gestiscono fondi pubblici su assegnazione delle Prefetture. La reciproca collaborazione tra questa Amministrazione, da un lato, e la Prefettura e le Forze dell'Ordine non è mai mancata, ma il modello a cui aspiriamo è indubbiamente quello di un'accoglienza qualificata e controllata, un modello che esce inevitabilmente ridimensionato dalle disposizioni in materia di immigrazione contenute nel Decreto Sicurezza. Per queste ragioni il voto del Movimento 5 Stelle sarà a favore di questo ordine del giorno.”

E quindi? Cosa aspetta la Sindaca Chiara Appendino a mettere in pratica quanto suggerito dal Consiglio Comunale? Non è questa la più classica applicazione del modello pentastellato della partecipazione, con il gruppo consiliare che raccoglie le istanze cittadine per poi portarle alla Giunta di governo cittadino?

Ah già, ma la Sindaca oggi è in altre faccende affacendata: forse è al telefono con i Ministri di riferimento del suo Movimento (o magari direttamente con la sottosegretaria Laura Castelli visti i buoni rapporti) per perorare la causa torinese di fronte all’ aumento della percentuale di accantonamento minimo al Fondo crediti di dubbia esigibilità (Fcde). Tradotto: il Comune avrà 20 milioni di euro in meno a disposizione, e un bilancio da presentare alla Corte dei Conti entro un mese.

Il rischio pre-dissesto è a questo punto altissimo, ironia della sorte indirettamente provocato dal Governo pentaleghista (ma non doveva essere amico?), in nome del quale oggi la Sindaca Chiara Appendino disattende completamente l’indirizzo posto dall’ intero Consiglio Comunale torinese, gruppo di maggioranza pentastellata compreso.

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