Questa la minaccia politica che il rappresentante fascioleghista ha indirizzato ai suoi colleghi lunedì scorso, durante la discussione della mozione (presentata da Artesio, Montalbano, Enzo Lavolta e Chiara Foglietta) che chiedeva verità e giustizia sul caso Cucchi con relativa censura politica delle dichiarazioni a riguardo di Giovanardi e del Ministro Salvini, del quale si chiedevano inoltre le dimissioni.
Strumentalizzazione politica?
Sembrerebbe di sì ad ascoltare l’intervento del consigliere grillino Damiano Carretto: “un atto del consiglio comunale non deve spostare l’attenzione dalla verità e giustizia per Cucchi. Il Ministro dell’Interno non merita quel posto e non mi rappresenta.”
E infatti l’auspicio viene accolto dal compagno di Governo Ricca che presenta due emendamenti “per ri-armonizzare la mozione, come richiesto da Carretto, togliendo ogni riferimento politico.”
Leghisti e pentastellati uniti nella lotta!
Da Roma a Torino la morsa padana stringe sempre più al collo dei rappresentanti del M5S, e Ricca si gioca le sue carte sogghignando in faccia a quegli stessi attori locali grillini che si sentivano liberi e indipendenti (sì, come no).
Eppure sembra esserci nulla di più vicino alla maggioranza torinese se non questa mozione redatta dalla Compagna Artesio e dalla pasionaria Montalbano: basta ascoltare le parole della Capogruppo Sganga (che definisce IDIOZIE le parole di Salvini) per capire che l’assist fornito dalle opposizioni di sinistra è ghiotto per permettere al gruppo pentastellato di marcare la propria distanza dal fascioleghismo di Roma.
La strumentalizzazione politica è però dietro ogni angolo: prima il PD presenta un emendamento per aggiungere solidarietà alle forze dell’ordine (che la maggioranza dichiara di voler respingere), poi un emendamento simile ma edulcorato di Artesio (che invece verrebbe accolto), finché non si giunge a dover prendere una decisione sull’ emendamento Ricca e di conseguenza sul rapporto tra il M5S e la Lega (con relativo avvertimento di Ricca).
A questo imbarazzo, si aggiungono risate più o meno sguaiate, urla e accuse reciproche: risultato? Seduta sospesa, numero legale saltato al rientro in Aula e pericolo scampato per i five stars: nessun voto contrario al Ministro Salvini, il contratto di Governo è salvo vivaddio!
Martedì 15 gennaio 2019, Consiglio Regionale del Piemonte, assistiamo al replay del giogo fascioleghista al collo dei rappresentanti locali a 5 Stelle: si discute a proposito del ricorso della Giunta regionale alla Corte Costituzionale contro il "decreto sicurezza" di Salvini.
Quello stesso decreto sicurezza che aveva causato infuocati post su Facebook di consiglieri comunali e regionali pentastellati che “confessavano” al proprio popolo l’opposizione all’ orribile razzismo intrinseco al provvedimento fascioleghista. Bene, quindi si va alla lotta?
Si vota a favore della verifica della costituzionalità o meno del decreto in questione? In fondo dei conti è legalità anche questa no? Manco per niente, anche qui si lotta come un sol uomo pentaleghista contro il buonismo delle sinistre radical chic.
Prendendo spunto dal comunicato stampa del sito del Consiglio Regionale, per Giorgio Bertola, Davide Bono e Federico Valetti (M5S) “la realtà dei fatti è che c’è grande e grave disagio nei nostri territori. Chi abita in piazza vittorio come Chiamparino forse non ha contezza di quello che accade nelle periferie delle città. Non dobbiamo né cavalcare né ignorare il disagio. QUESTO GOVERNO STA CAMBIANDO L’IMMAGINE E L’AUTOREVOLEZZA DELL’ITALIA IN EUROPA, tutti devono essere parte della soluzione e non scaricare su qualcuno i problemi. a forza di retorica buonista e terzomondista, ci si dimentica delle persone che soffrono. Ci siamo preoccupati delle condizioni dei paesi da cui si parte e non di quelle in cui si arriva e accogliamo queste persone per permetterci di mantenere i nostri stili di vita con manodopera a basso costo”.
E Frediani? Voi ci direte “hai censurato la Compagna Frediani che avrà ricordato a tutti la tradizione d’ accoglienza della Valsusa” (che l’ultimo film di Daniele Gaglianone ci racconta in maniera struggente).
Spiace cari compagni: Francesca Frediani è rimasta in silenzio e votato contro il ricorso costituzionale avverso al decreto sicurezza (NdR: la Consigliera afferma di non aver votato contro).
Non si può andare contro il Capitano (di sventura), non si può fare una votazione avversa al compagno di Governo, non si può alzare la testa ma solo rispettare la cieca obbedienza.
Cel’ ha ricordato anche ieri, e con questo chiudiamo il Festival degli Orrori, la Sindaca Chiara Appendino: “Ritengo sbagliato, per quanto riguarda il Dl Sicurezza, che alcuni sindaci abbiano deciso di disobbedire, perché un sindaco deve sempre obbedire alla norma”. Sic et simpliciter: stai zitto, rispetta Sua Maestà LEGALITÀ (il più iperuranico dei princìpi pentastellati, oltre che il più destrorso) e Sua Eccellenza OBBEDIENZA e tutto andrà bene. Con buona pace dei distinguo tra i due alleati di Governo che qualcuno vuole ancora propugnarci.
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