Partiamo dai dati di fatto: dopo quasi cinque anni di indagini e una cinquantina di persone informate sui fatti ascoltati i pm hanno notificato ieri mattina “il tradizionale 415 bis, atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio” (Cit.Corriere Torino). I reati contestati sono peculato, falso ideologico in atto pubblico e turbativa d’asta.
Roberto Picchioni, patron del Salone, è il recordman per numero di imputazioni tra i 29 personaggi coinvolti, che vede nomi eccellenti del fu Sistema Torino degli anni d’oro della Kapitale della Cultura.
Ci sono l’ex Sindaco Piero Rodolfo Fassino, c’è l’attuale Assessora alla Cultura della Regione Piemonte Antonella Parigi, alcuni membri del CdA della Fondazione e l’ex Assessore regionale alla Cultura Michele Coppola, più imprenditori avvocati e revisori dei conti: insomma, ce n’è per tutti i gusti in queste 29 pagine che provano a ricostruire la storia delle assegnazioni del Salone nel periodo 2010-2015.
Particolarmente interessante nel documento è il passaggio relativo alla “Predisposizione del bando per il triennio 2016-2018”: si parla di ipotesi di “collusioni o altri mezzi fraudolenti (che) turbavano la Gara per la concessione dell'organizzazione del Salone Internazionale del Libro di Torino per l'anno 2016” al fine di assegnare la gestione a GL EVENTS ITALIA s.p.a., “in particolare stipulando in data 30.3.2015 il contratto triennale di locazione delle strutture espositive del Lingotto Fiere per gli anni 2016-2017-2018 al canone di locazione annuo di euro 1,160.000 e concordando l'inserimento nel successivo bando di gara di una serie di ulteriori clausole” che rendevano de facto impraticabile la partecipazione al bando per qualsiasi altra società esterna.
Molto divertente è la lettura delle note spese del patron Picchioni e dei centinaia di migliaia di euro spesi in ristoranti in cinque anni: una delle accuse è quella di essersi appropriato di “fondi derivanti dai conferimenti in denaro della Regione Piemonte, Provincia di Torino e Comune di Torino”.
Viene poi citata la “La cancellazione dei dati del computer di Picchioni”, ovvero “un fatto diretto a cancellare e comunque sopprimere informazioni e dati informatici relativi alla organizzazione dell'evento Salone del Libro dell'anno 2014 nel quale era ospite la Città del Vaticano e quindi utilizzati dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura e quindi ente pubblico o comunque ad essa pertinenti. Con l'aggravante che dal fatto derivava la cancellazione o la soppressione delle informazioni e dei dati.”
Chiudiamo con il capitolo “Bando per nuovi soci e sponsor”: secondo il documento di conclusione delle indagini, i soggetti Michele Coppola, Piero Fassino, Claudio Piacentini (Avvocato incaricato della predisposizione della convezione e dei bandi di gara), Andrea Lanciani (Avvocato incaricato
della predisposizione della convezione e dei bandi di gara) “con collusioni o altri mezzi fraudolenti turbavano la procedura per l'individuazione del socio fondatore/sponsor della Fondazione per il libro, la musica e la cultura indetto con avviso pubblico di ricerca di mercato per la scelta di operatori economici che intendessero assumere la qualifica di Socio Fondatore della Fondazione in data 15.3.2016 e la procedura indetta con avviso pubblico di ricerca di mercato per la scelta di operatori economici che intendessero diventare sponsor finanziari dell'edizione 2016 del Salone del Libro in data 23.3.2016.”
In particolare “dopo avere Piero Rodolfo Fassino, Sindaco di Torino, avviato trattative private volte a determinare l'ingresso di Intesa San Paolo quale socio della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, sfociate in una bozza di convenzione in cui venivano fissate le condizioni economiche, di visione strategica e di govrnance e veniva riconosciuto ad Intesa San paolo una posizione di sponsor esclusivo della fondazione, essendosi reso necessario per garantire tale posizione il ricorso ad una gara ad evidenza pubblica, FASSINO, MILELLA alla presenza di COPPOLA davano incarico agli Avv. Lanciani e Piacentini di predisporre due bandi di gara (avviso pubblico di ricerca di mercato per la scelta di operatori economici che intendessero assumere la qualifica di Socio Fondatore della Fondazione in data 15.3.2016 e avviso pubblico di ricerca di mercato per la scelta di operatori economici che intendessero diventare Sponsor finanziari dell'edizione 2016 del Salone del Libro in data 23.3.2016) che, di fatto , recepivano gli accordi già avvenuti tra Intesa San Paolo e Fondazione ed escludevano altri soggetti potenzialmente interessati.”
Chiude l’elenco delle fattispecie di reato la sezione “Falsi bilanci 2010-2015” che pone numerose interessanti domande sulla gestione economico-finanziaria del Salone del Libro, soprattutto per la parte relativa il valore del marchio e i “trucchi” per mettere così in ordine i conti del Salone. Picchioni, i revisori dei conti e il titolare della società di advisor che stima nel 2009 in 1 milione e 800 mila euro il valore del marchio sono indagati dato che, secondo la Procura, la cifra è fallace e lo testimoniano le perizie successive del 2015 (studio Jacobacci, tra 108 e 215 mila euro) e del 2018 (liquidatore Gili, sui 350 mila euro)
Come concludere un articolo simile? Potremmo citare quel famoso e raffinato analista politico che scrisse “Ce n’ è per i maiali”: il garantismo di Sistema Torino è ormai storico, e l’abbiamo spesso ribadito di fronte a questioni politiche che approdano alla Procura di Torino.
Quel che a noi preme sottolineare è l’evidenza in alcuni passaggi che quel famoso “Sistema Torino” forse esisteva veramente e forse forse non era così virtuoso come il megafono comunicativo ha cercato di farci credere per venti anni. Non è il tintinnare di manette che auspichiamo (lo lasciamo volentieri ai pentaleghisti che si fanno fotografare in divisa), ma un accertamento di alcune verità storiche sulla recente attualità della nostra città.
Ci piace anche fare come Scanzi (anche se noi a differenza sua abbiamo continuato a rimanere seduti dalla parte del torto) e dire che queste cose noi le scrivevamo già nel 2016 (QUI), che non vi era bisogno (ma ben vengano) di indagini giudiziarie per “scoprire” alcune tendenze della politica nostrana, che potrebbero però tornare utili per fare una lettura più lucida e obiettiva della “Torino always on the move” che viveva di grandi eventi, cultura, ricchi premi e cotillon.
Proprio perché, guardando alla città con il senno di poi, i ricchi premi e cotillon sono rimasti appannaggio di pochi, mentre la città langue in un declino che ha radici molto lontane.
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