Per
la prima volta sabato 18 febbraio prossimo il Comune di Torino parla e chiede
di parlare pubblicamente della Cavallerizza Reale. Lo fa nelle sale
della ex Curia Massima, in via Corte d'Appello, dove ha invitato,
dalle 9 alle 13, gli altri proprietari degli immobili (la sua società
CCT - Cartolarizzazioni Città di Torino e la Cassa Depositi e
Prestiti), enti, istituzioni (tra cui presumibilmente anche i
firmatari del Protocollo d'intesa della Giunta Fassino) e
associazioni (con ogni probabilità, quelle impegnate nella tutela
dei beni culturali, architettonici e ambientali). Ognuno avrà 7
minuti a disposizione per esprimersi sul tema "Idee per la
Cavallerizza". Dopo gli interventi dei soggetti invitati, i
microfoni verranno aperti anche ai cittadini, che, 5 minuti ciascuno,
potranno prendere parte alla discussione. Saranno i saluti della
Sindaca Chiara Appendino e dell'Assessora alla Cultura Francesca Leon
ad aprire l’incontro, seguiti dal Vicesindaco Guido Montanari,
anche Assessore all'Urbanistica, al quale spetterà l’introduzione
al dibattito e, immaginiamo, la dichiarazione delle intenzioni della
nuova Giunta Comunale.
Su
quali possano essere queste intenzioni in città circolano ancora poche idee, a causa del lungo silenzio istituzionale in proposito. La
locandina diffusa dal Comune suggerisce, però, che il
complesso ha una "vocazione alle attività culturali,
artistiche, di ricerca, di formazione e di sperimentazione"
(sembrerebbero dunque scomparsi i richiami alle funzioni residenziali
e commerciali altamente presenti nel famigerato Masterplan voluto
dagli aderenti al Protocollo d'intesa). La locandina precisa
inoltre che la nuova Amministrazione comunale "intende costruire
un percorso condiviso che permetta di individuare destinazioni d'uso
compatibili e scelte economicamente sostenibili". L’incontro
del 18 febbraio è
annunciato quindi come "una prima giornata di confronto", il che
lascerebbe presagire un seguito di ulteriori occasioni in cui continuare e, c'è da
augurarsi, ampliare e approfondire il confronto tra le idee sul
futuro di quell’area, critica per posizione e storia e rilevante per le
opportunità che dal suo uso possono derivare.
Se
bene interpretiamo e queste sono le effettive intenzioni del Comune,
perchè si possa andare oltre alle semplici dichiarazioni di intenti
e realizzare un percorso comune che coinvolga finalmente istituzioni,
associazioni e cittadini oltre che le varie proprietà, saranno
indispensabili passaggi concreti, distinguibili da quelli non
realizzati in occasione di altre scelte, urbanistiche e non, recentemente operate in città dall'Amministrazione comunale e sulle quali
ora la medesima si trova incalzata dal Coordinamento
di comitati, cittadini e associazioni costituitosi sotto il nome di
Assemblea21.
In primis, il fondamentale passaggio per dare concretezza a quelli che sembrano gli intenti dell’Amministrazione è la riacquisizione e mantenimento da parte del Comune della proprietà di tutte le porzioni del complesso che anni fa furono cedute alla società di cartolarizzazione CCT (che ha provato inutilmente a venderle per ripagare le banche creditrici) al fine di tappare i buchi nel bilancio provocati dal grande debito accumulato dalla Città dopo le Olimpiadi del 2006. Perché ciò possa avvenire servono svariati milioni di euro, una decina si dice, cifra che sicuramente verrà dichiarata incompatibile con le disponibilità del bilancio 2017 così come di quello del 18 e che, probabilmente, finirà per essere reperibile complessivamente solo nell'arco della legislatura con il bilancio del 2021.
In primis, il fondamentale passaggio per dare concretezza a quelli che sembrano gli intenti dell’Amministrazione è la riacquisizione e mantenimento da parte del Comune della proprietà di tutte le porzioni del complesso che anni fa furono cedute alla società di cartolarizzazione CCT (che ha provato inutilmente a venderle per ripagare le banche creditrici) al fine di tappare i buchi nel bilancio provocati dal grande debito accumulato dalla Città dopo le Olimpiadi del 2006. Perché ciò possa avvenire servono svariati milioni di euro, una decina si dice, cifra che sicuramente verrà dichiarata incompatibile con le disponibilità del bilancio 2017 così come di quello del 18 e che, probabilmente, finirà per essere reperibile complessivamente solo nell'arco della legislatura con il bilancio del 2021.
Altro
passaggio fondamentale è il mantenimento in capo al Comune del
diritto di programmare l'utilizzo futuro dell'area in tutta la sua
estensione, compresa la porzione di proprietà della Cassa Depositi e
Prestiti, attraverso i normali strumenti decisionali amministrativi a
iter pubblico, quali delibere di Consiglio e Giunta Comunale, varianti di
piano regolatore ecc. Tale diritto comporta la revoca della presenza
dell'ente nella procedura decisionale riservata, ed extra
istituzionale, istituita dalla Giunta Fassino con la firma del
protocollo d’intesa tra il Comune medesimo, svariati enti pubblici
e le fondazioni bancarie. Protocollo che, ricordiamo, su incarico
conferito (e pagato) dalla Compagnia di San Paolo, ha prodotto il
famigerato Masterplan della Cavallerizza, mai approvato né mai
discusso in sede istituzionale (solo illustrato in commissione
cultura e sommariamente presentato da assessori e sindaco durante
incontri organizzati da privati o enti pubblici).
La decisione di riacquistare la quota di proprietà ex Comunale della Cavallerizza Reale, l'annullamento del Protocollo d'intesa e quindi il definitivo superamento del Masterplan fornirebbero l'occasione per riportare il dibattito e il confronto in Consiglio Comunale, dove l'argomento Cavallerizza non è più stato materia all’ordine del giorno dall'approvazione della cartolarizzazione nel 2009, passando in conseguenza di ciò tra le competenze della Giunta e, in particolare, di un solo assessore: quello al Bilancio (mentre sabato 18 faranno capolino, e si spera non solo, anche l’Assessore all'Urbanistica e quello alla Cultura).
La decisione di riacquistare la quota di proprietà ex Comunale della Cavallerizza Reale, l'annullamento del Protocollo d'intesa e quindi il definitivo superamento del Masterplan fornirebbero l'occasione per riportare il dibattito e il confronto in Consiglio Comunale, dove l'argomento Cavallerizza non è più stato materia all’ordine del giorno dall'approvazione della cartolarizzazione nel 2009, passando in conseguenza di ciò tra le competenze della Giunta e, in particolare, di un solo assessore: quello al Bilancio (mentre sabato 18 faranno capolino, e si spera non solo, anche l’Assessore all'Urbanistica e quello alla Cultura).
I
fondamentali passaggi citati sarebbero anche l'occasione, magari dopo
la sessione di approvazione del Bilancio 2017 che dovrà concludersi
entro il 31 marzo, per ridare un ruolo degno della loro
funzione ai consiglieri comunali, che ormai non discutono più di
indirizzi generali per la gestione della città ma passano,
piuttosto, in occasione delle sedute settimanali, un paio d'orette in
diatribe su interpellanze e mozioni.
Se
la nuova Amministrazione Comunale intende spezzare la continuità con
le scelte fatte dalla precedente amministrazione sulla futura
destinazione della Cavallerizza Reale dovrà dunque dare da subito
chiari segnali in tal senso, non limitandosi a
una veloce raccolta di pareri provenienti da soggetti solo
occasionalmente invitati a esser presenti o
convenuti anche senza invito:
dovrà
distinguersi e avviare un processo sincero a cui si possa attribuire
legittimamente e non solo de dicto il valore di percorso decisionale
e progettuale partecipato.
Non
una semplice
audizione dunque e neppure
una consultazione, è ciò
che l’Amministrazione dovrà mettere in atto se vorrà interrompere
la linea che ha segnato il triste presente della Cavallerizza Reale.
E processo
partecipato è anche quanto
chiedono i comitati e i
cittadini di Assemblea21 a
proposito del prossimo e dei futuri bilanci del Comune di Torino.
Bilanci di cui la
Cavallerizza Reale e' stata
finora vittima,
sottratta alla naturale
vocazione di bene pubblico a
uso collettivo e in quanto
tale bene comune: vocazione
che ora, dopo anni di resistenza messa in atto dall'occupazione
insediatasi nel 2014, potrebbe
avere una prospettiva se ci saranno, da parte del Comune di Torino,
scelte chiare e condivise. A
partire da quelle che emergeranno sabato 18 febbraio:
aspettiamo quindi il
confronto.
prova
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