giovedì 23 febbraio 2017

Cavallerizza Reale e il "Ricomincio da tre" della Giunta Appendino.

"Oggi vogliamo ascoltare la vostra parola", sono queste le poche scarne battute di Francesca Leon, Assessore alla cultura della Città, che segnano l'inizio dell'incontro di sabato 18 febbraio nella Sala Bobbio dell'Ex Curia Maxima. La Sindaca Chiara Appendino (qui una sua intervista di due anni fa riguardo Cavallerizza, interessante il confronto tra prima e dopo) grande assente. Presente Guido Montanari, Vicesindaco  e Assessore all'urbanistica, da sempre affezionato alla causa Cavallerizza.

L'Amministrazione Comunale per la prima volta invita Enti, Associazioni e Cittadini ad un confronto pubblico su Cavallerizza Reale. Chapeau!

Parole d'ordine, tutte da verificare: azzeramento, destinazione culturale, unitarietà. A cui affiancheremmo a titolo di monito: debito, indisponibilità e, con un gran punto interrogativo, sostenibilità economica? 

Si riparte da zero, si dice. E si legga: decartolarizzazione, scioglimento del protocollo d'intesa e Masterplan cartastraccia.
Presenti all'incontro, nonostante siano le 9 del mattino di un soleggiato sabato di fine inverno: Musei Reali, Archivio di Stato, EDISU, Assemblea Cavallerizza 14:45, Università di Torino, Accademia di Belle Arti, Teatro Stabile, Pro Natura, Italia Nostra, Gruppo di Studio sulla Cavallerizza, ICOMOS, Comitato Emergenza Cultura, Ugo Mattei - paladino dei Beni Comuni - e una lunga schiera di cittadini attivi.

A ben guardare, il “si riparte da zero” si rivela presto un ricomincio da tre.
Sono almeno tre infatti le visioni della Cavallerizza Reale riunite in Sala Bobbio con cui la Giunta non potrà non confrontarsi: quella degli enti coinvolti dal Protocollo d’intesa e che in un certo qual modo hanno trasferito le proprie attese nei confronti della precedente Amministrazione sull’Amministrazione erede, quella del Gruppo di studio su Cavallerizza Reale con tanto di piano economico e destinazioni d’uso e quella degli occupanti, che nel tentativo, inesaudibile, di dar voce alla cittadinanza predicano una visione già reale o meglio già “irreale” delle Ex Scuderie. Tre progetti dunque, formali, informali, in fase di studio o solo sognati, che non sappiamo e non possiamo ancora immaginare conciliabili tra loro. Le posizioni coinvolte, infatti, sono varie e tutt’altro che omogenee. Lo sforzo dell'Amministrazione dovrà essere, e pare voglia, quello di conciliarle tutte in una visione unitaria e condivisa. Lo farà, dice, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro aperto e partecipabile dai cittadini. Non osiamo concluderne che sia l’inizio del tanto agognato processo partecipato o almeno non ci metteremmo la mano sul fuoco; se e quanto peseranno le parti d’interesse nelle decisioni finali non possiamo a monte giudicare. Sappiamo, però, per esplicita ammissione del Vicesindaco, che sarà l’Amministrazione comunale ad operare scelte e prendere decisioni e che la scelta pubblica su un bene che è di tutti non potrà che comportare una limitazione delle libertà individuali, seminando malcontento in qualche dove.

Il contesto che si è venuto a creare sabato mattina risulta tuttavia interessante e bisogna riconoscere a chi ha voluto l’incontro se non altro il merito di aver riunito fuori dalle stalle tutte, o quasi, le parti d’interesse (assenti di rilievo Compagnia di San Paolo, Cassa Depositi e Prestiti, Teatro Regio, Regione Piemonte). Agli Enti presenti va riconosciuta la disponibilità al confronto in un contesto pubblico e allargato;  stesso merito va alle Associazioni, ad Assemblea Cavallerizza 14:45 ed ai Cittadini presenti. Quale sia l’orizzonte unitario è però ancora oscuro e ancor più oscuro è come si potrà realizzare un progetto realmente condiviso che tenga conto, rispetti e valorizzi tutte le parti in causa. Chi ha seguito Sistema Torino negli ultimi anni ricorderà senz’altro che sul compendio della  Cavallerizza Reale gravano tre diversi diritti di proprietà in capo ad altrettanti enti: Cassa Depositi e Prestiti, il Comune di Torino e CCT (la società di Cartolarizzazione 100% della Città di Torino medesima).  Nonostante l’indisponibilità di fatto del bene, le idee per una riconversione culturale della Cavallerizza si sprecano: da Polo delle arti contemporanee gestito attraverso la formula dell’uso, a fronte di snodo tra la zona di comando e le ex aree industriali della città, aule studio e residenze per studenti, luogo di conservazione del patrimonio storico, delle arti e della cultura del territorio, laboratori musicali, hub culturale, luogo di produzione teatrale - bene comune per definizione a detta del Direttore del Teatro Stabile - e chi più ne ha più ne metta. La Cavallerizza culturale, insomma, spalanca le porte dell’immaginazione. Ah, Türin! Türin! Sempre a correr dietro alla Cultura! Che ci sia posto per tutti in 40.000 mq non vi è dubbio, ma che alla semplice convivenza negli stessi spazi possa corrispondere un progetto unitario, pare assai dubbioso.

Poche le risorse in campo, qualche milione di euro per il recupero dei Giadini Reali, un tot a budget per il Salone delle Guardie, un po’ di expertise e tanto idealismo.
Accanto al sogno della riacquisizione e del recupero in chiave culturale della Cavallerizza Reale si pone la cruda realtà: “La Cavallerizza ,che ci piaccia o non ci piaccia, è privata” conclude Guido Montanari, sebbene in verità una porzione dell’immobile appartenga alla Città, CCT sia 100% proprietà del Comune stesso e Cassa Depositi e Prestiti sia all’80% di proprietà del Ministero per l’Economia.  Montanari  aggiunge inoltre che la mattinata di sabato non è che il primo passo di un processo che dovrà vedere coinvolti i cittadini,  i loro rappresentanti, i direttori delle Fondazioni e gli organi istituzionali. Non si tratterà di un processo di accompagnamento promette, “la parola accompagnamento  mi fa schifo” ha dichiarato il Vicesindaco, ma di un processo condiviso che comporterà  scelte che questa Giunta non pare disposta a delegare. 

Il passo successivo all’incontro di sabato scorso sarà formare un gruppo di lavoro che recepisca le idee emerse e che avrà il compito di lavorare su due temi: un progetto unitario di destinazione compatibile con il bene ed un progetto di gestione con le sue inevitabili ricadute economiche.
Non si riparte da zero quindi ma da almeno tre. Perché questo possa essere davvero considerato un nuovo inizio ci aspettiamo da subito un atto formale che metta nero su bianco le intenzioni della Giunta e che traduca in azione politica e amministrativa il percorso che sta per iniziare. Se così non fosse quella che potrebbe essere l’apertura di un nuovo capitolo di Cavallerizza Reale resterà solo una delle strabilianti avventure delle Scuderie del Re.



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