Vi ricordate i bei tempi andati in cui canzonavamo l’ex Assessore Lo Russo per il proliferare di centri commerciali e gallerie del lusso autorizzati sull’intero territorio cittadino? Si stava meglio quando si stava peggio: la nostra rubrica “sarà un supermercato che vi seppellirà” ebbe un successo altissimo, ripetuto ad ogni non-luogo del consumo che vedeva la luce. Ora il tormentone è cambiato, e a distanza di otto mesi “il cambiamento è reale?” è la domanda che dobbiamo quotidianamente farci di
fronte a quel “tuttavia” che rischia involontariamente di diventare il nuovo tormentone stile Zelig.
La delibera di Giunta firmata ieri dalla Sindaca Chiara Appendino e dall “Assessore al Bilancio, Tributi, Personale e Patrimonio” Sergio Rolando è perfettamente esplicativa del mood di questi otto mesi: viene citata la delibera di Consiglio Comunale di novembre 2016 con la quale si autorizza, in via straordinaria e certamente anomala, l’utilizzo de “i proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni in materia edilizia per finanziare in parte corrente le spese elencate dalla Legge di Stabilità 2016”. Ovvero, uscendo dalla citazione diretta, non solo si fa utilizzo degli oneri di urbanizzazione (derivanti dall'autorizzazione a costruire nuovi centri commerciali in città) tanto vituperati in campagna elettorale ma lo si fa a scopo non di investimento, ma di copertura della spesa corrente, sfruttando una deroga della Legge di Stabilità. La lotta contro i supermercati fu una lotta che vide gli attivisti a 5 Stelle al nostro fianco; ora le retromarce sono parecchie, Westinghouse su tutte. Il fatto che la retromarcia venga oltretutto utilizzata a scopo diverso dall’ investimento rende il tutto ancor più indifendibile.
Ma non è finita qui: nello stesso Consiglio di novembre 2016 si approva una mozione che impegna Sindaca e Giunta a non utilizzare mai più gli oneri di urbanizzazione in futuro come copertura delle spese correnti. E qui entra in gioco il “tuttavia” di prima: “TUTTAVIA, l'esigenza di provvedere ad interventi di manutenzione ordinaria del verde, delle strade e del patrimonio comunale, unitamente alle considerazioni derivanti dalle sempre crescenti difficoltà che gli Enti Locali si trovano ad affrontare nella predisposizione dei bilanci di previsione in una situazione di costante diminuzione delle entrate e di vincoli normativi introdotti dalla riforma della contabilità, rende opportuno rivedere l'indirizzo assunto in tale occasione.”
Oh raga, ci abbiamo provato ma ci dobbiamo rimangiare tutto! Esorcismo degli oneri di urbanizzazione, da strumento del demonio a strumento di bilancio: da copertura dei “buchi che ci avevano lasciato loro” (cit.2016), a “volontà di non consentire che l'aspetto anche estetico della Città possa subire un degrado, processo che interventi di manutenzione ordinaria rallentano o addirittura impediscono.” (cit. proposta di delibera di Giunta Comunale, 22 febbraio 2017). Cioè autorizzano supermercati e utilizzano oneri di urbanizzazione in spesa corrente ma lo stanno facendo per le nostre periferie. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere: la comprensione da parte nostra è ampia anzi, nessuno quanto Sistema Torino considera il debito della città dirimente. La rinegoziazione è contenuta nel nostro simbolo da sempre, il tema dell’eredità di deficit olimpico è in cima ai nostri interessi e approfondimenti dalla nascita del nostro collettivo, ma oggi ci aspettiamo uno scatto in avanti molto più grintoso di un “ci abbiamo provato ma siamo rimasti incastrati” e quindi facciamo un triplo carpiato all’indietro.
Ricordiamo che le premesse e le promesse erano molto differenti: nello stesso documento di ieri, leggiamo di “stanziamenti del bilancio di previsione attualmente in fase di formazione” e che verranno presentati il 7 marzo. Strano perché, in ottica di comitati di Assemblea21, questo stride con quanto affermato nella ormai famosa assemblea pubblica del 21 gennaio, di confronto tra associazioni del territorio e Assessori e Consiglieri Comunali. Lì fu richiesta una partecipazione alla redazione del bilancio che fosse precedente la presentazione finale, sulla falsariga di altre esperienze positive di bilancio partecipato che la stessa Sindaca, ai tempi in cui la fascia tricolore non era neanche immaginabile, indicava come la via da seguire e perseguire per riportare l’interesse dei cittadini al centro dell’attenzione.
Esattamente due anni fa infatti, in una nostra intervista (qui il testo completo) relativa alla questione Cavallerizza, l’allora consigliera di minoranza Chiara Appendino parlò apertamente di “forme di democrazia partecipativa deliberativa” e di sostegno a “la scelta della città di sperimentare il bilancio deliberativo in Circoscrizione 7 e nell'ambito del nuovo disegno delle circoscrizioni abbiamo spinto affinché quei luoghi possano divenire luoghi reali di partecipazione e confronto, cosa che oggi non sono. (…) Allo stesso modo, oltre a processi di partecipazione “consultivi “, sono indispensabili percorsi partecipativi che si concludano con votazioni di cui l’amministrazione deve prendere atto e tradurre in azioni concrete (i cosiddetti percorsi partecipativi deliberativi).” A proposito del debito invece, Chiara rispose “per rimanere sul punto, reputo siano indispensabili due azioni: la ricognizione dell'ammontare del debito della Città e degli enti ad essa collegati (recentemente si è parlato di 126 milioni di euro per un prestito bullet alla finanziaria Città di Torino), e l'analisi della sua composizione. Una eventuale rinegoziazione la si potrà fare successivamente andando anche a ricercare eventuali forme di anatocismo a danno dell'ente pubblico.”.
Cosa è successo nel frattempo? Difficile immaginare che abbiano scoperto l'indicibile in tema di bilancio, dato che tra l'altro Chiara Appendino, in compagnia di Vittorio Bertola, già era in Consiglio Comunale e nelle Commissioni. Pare inverosimile pensare che vi sia un tale "solco di conoscenza" dello status quo tra opposizione e governo della città.
Ci sembra di essere ancora tanto, troppo, lontani da quanto prospettarono nel remoto e recente passato di una campagna elettorale che al momento non ha ancora visto corrispondenti azioni concrete e coraggiose.
Scrivere in modo semplice e comprensibile ai "poco acculturati" come me .........NO, eh?!?!?!?
RispondiEliminaChi scrive così non ha interesse di essere compreso/a dai più ma solo di ESIBIRSI in una nullificazione introspettiva di retorica semantica che nulla pospone nell'ottica di una induttiva rimembranza.
Tanto ti dovevo.