In vista delle ormai imminenti elezioni comunali vi proponiamo l'intervista ad Alessio Ariotto, candidato Sindaco per il Partito Comunista dei Lavoratori.
Per problemi tecnici dell'ultimo minuto non siamo riusciti a realizzare in formato video il nostro incontro con l'esponente del PCL.
Ringraziamo comunque Ariotto per la disponibilità dimostrata.
Buona lettura!
- Buongiorno Ariotto, grazie per la Sua disponibilità. Partiamo da un bilancio di questi cinque anni: quale voto darebbe alla Torino di oggi?
L'amministrazione di un sindaco che si ritiene di sinistra e addirittura proviene dal PCI avrebbe dovuto impedire il diluvio di sfratti ed intervenire efficacemente contro l'emergenza abitativa, organizzare adeguati servizi di accoglienza per i rifugiati, agire a sostegno dei redditi più bassi e contro la povertà dilagante. Siamo invece ai massimi storici come sfratti; profughi e migranti sono abbandonati a se stessi; la povertà aumenta. Nel frattempo pochi ricchi guadagnano sempre di più e soprattutto sono sempre i medesimi di Sistema Torino. Direi totale fallimento e quindi un bello ZERO.
- Una delle parole d’ordine usate maggiormente in questa campagna elettorale è: periferie. Dove ha sbagliato la Giunta precedente? Da uomo di sinistra cosa pensa di fare per le zone semi-abbandonate della città?
Anche io ho notato questo uso continuo del termine “Periferie” mai seguito da proposte concrete. Credo dipenda intanto dalla difficoltà di individuarle veramente: è periferia anche Porta Palazzo che è in pieno centro. “periferia” secondo me è dove si vuole imporre qualcosa di estraneo alla storia e alla comunità di quel quartiere e sempre di più vedo sparire negozi, soprattutto le librerie, a vantaggio o degli ipermercati o di vie dello shopping.
Credo che si debba invece arrivare ad una gestione diretta dei quartieri: ci vogliono assemblee “de barrio” cioè di quartiere che decidano cosa serve veramente e lo impongano al comune, se necessario in modo energico.
- Torino è una delle città con il più alto tasso di disoccupazione del Nord Italia: come rilanciamo il lavoro in città? Ha nostalgia della fabbrica e della città manifatturiera?Nessuna nostalgia di produzioni inquinanti e di ritmi di lavoro distruttivi. L'occupazione è funzionale al sistema capitalista che noi pensiamo invece di superare. Siamo quindi per la riappropriazione dei luoghi e la successiva creazione di stili di vita fuori dal cappio lavorativo: l'amministrazione comunista rivoluzionaria sosterrà di intende liberarsi dalle catene del lavoro salariato. E poi autogestione delle imprese in crisi o in fase di fallimento (con annullamento dei debiti con le banche e lo stato) secondo il modello di Miraflow a Milano o la Zanon argentina.
- “Torino Capitale del Debito” è uno degli slogan di Sistema Torino: qual è la sua valutazione del Patto di Stabilità interno?
Considerato che Fassino è anche presidente ANCI non si capisce cosa ci sia andato a fare su quella poltrona. Chiaro che il problema risorse non si risolve solo a livello locale. Uscire subito dal TAV però sarebbe un gran segnale per liberare risorse. Se il Comune non spende per servizi è per ripagare debiti contratti specie con le olimpiadi (fra 2004 e 2007). In ogni caso il patto di stabilità va superato e quindi intanto disatteso.
- Passiamo a “Torino Capitale del Turismo”: un mantra ascoltato spesso negli ultimi 10 anni. Lei vede la città vivere di turismo e di cultura e se sì in che modo?
Non quanto viene pubblicizzato e nemmeno quanto servirebbe, soprattutto per quanto riguarda la cultura. Tutto è merce e quindi perde di senso ormai. Le vie del centro sono un triste centro commerciale a cielo aperto di negozi monomarca intervallati da bar o gelateria.
Però Torino non è Venezia Firenze o Roma. Deve tornare ad investire nella ricerca per tornare a produrre cose diverse che siano compatibili con l'ambiente la tutela della salute e che servano davvero. Per questo occorre pianificare cosa e per chi produrre.
- Un tema molto caldo sotto diversi aspetti (economici e politici) è quello della gestione delle partecipate. Chemodello possibile vede nel futuro sulla gestione dei servizi?
Solo aziende speciali. Tornare ad un controllo pubblico diretto. Assumere i precari . In questo settore le privatizzazioni sono state un fallimento e servono solo per fare macelleria sociale.
- Uniamo le diverse questioni: nomine nelle fondazioni bancarie, partecipate, gestione del debito. Domanda secca: il Sistema Torino esiste?
Se avete tempo fate il giochino dei puntini neri: unite i nomi dei membri nelle fondazioni bancarie, partecipate, immobiliari, allargatelo magari alle fondazioni culturali e magari aggiungete un po' di consulenze professionali e vedrete che immagine viene fuori...
- In uno scenario di ballottaggio tra Appendino e Fassino, lei cosa voterebbe?
Personalmente voterei contro Fassino, ma che il M5S senza uscire dal capitalismo possa fare molto meglio ne dubito.
- Cosa ne pensa del percorso della sinistra italiana degli ultimi 20 anni che pare essersi persa? Quali sono i contenuti odierni di una sinistra di lotta che si candida alle elezioni?
I nostri contenuti sono quelli ovvi di una normale sinistra anticapitalista. La deriva della sinistra, non solo in Italia, è però più risalente e inizia nel dopoguerra con Blair a dare il colpo di grazia.
Per rimanere in Italia la compromissione con PdS-DS-PD è stata devastante. Occorre costruire dalle fondamenta un movimento politico rivoluzionario che sappia suscitare e accompagnare le lotte globali che per esempio stanno scuotendo la Francia. Prima o poi sarà la volta dell'Italia.
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