sabato 15 giugno 2019

ADESIONE AL TORINO PRIDE 2019: DIRITTI CIVILI E NON SOLO

Sistema Torino è molto felice di partecipare in massa al Torino Pride 2019 di sabato 15 giugno a Torino.
E siamo ancora più felici di aderire convintamente al “DOCUMENTO POLITICO – TORINO PRIDE 2019”.
Così come riteniamo una bella notizia il fatto che i due principali partiti torinesi, cioè il PD e il Movimento 5 Stelle, abbiano aderito: una domanda però sorge spontanea.
Partito Democratico e Movimento 5 Stelle lo hanno letto il documento politico cui hanno aderito?
Forse è la stessa domanda che si è fatto il “Torino Pride” stesso, che chiederà ai politici presenti alla manifestazione di firmare e sottoscrivere il documento. 

E ben fanno visto che l’ attualità politica dei due partiti sembra stonare fin dall’ incipit del documento stesso che ci ricorda il perché del carnevale come riferimento:
il carnevale, tuttavia, è il momento dell’anno in cui fin dall’antichità tutte e tutti, per un giorno, sono uguali, e possono dileggiare bonariamente i potenti, attraverso il rovesciamento dei ruoli e la libera espressione di caratteristiche personali che rimangono celate, quando non esplicitamente osteggiate, nel resto dell’anno.

In tempi di DASPO urbano (una misura con cui un Sindaco – in collaborazione con il prefetto – può multare e poi stabilire un divieto di accesso ad alcune aree della città per chi «ponga in essere condotte che limitano la libera accessibilità e fruizione» di infrastrutture di trasporto) viene difficile immaginarsi una adesione al dileggio dei potenti e alla libera espressione. 

E chi ha introdotto per primo il concetto di DASPO in un decreto sicurezza? Minniti, PD.
E chi sta cercando di restringere ulteriormente le libertà personali attraverso un Decreto Sicurezza bis? Il Governo a maggioranza 5 Stelle.

E quindi? E quindi siamo solo all'inizio, prego sedetevi comodi che sta per cominciare lo show…dell’ipocrisia. (semi-Cit. Salmo)

LA FIERA DELLE CONTRADDIZIONI

Infatti, “il Pride è intersezionale” e “combatte questo sempre più aggressivo tentativo di normalizzazione a appiattimento al pensiero unico che proviene oggi addirittura dai palazzi che dovrebbero tutelarci tutte e tutti”: ed è proprio nella difesa delle altre sezioni della società che casca l’asino delle adesioni partitiche.

Si parte col ricordare che l’Italia ottiene nel 2018 il 27%, punteggio nel RAINBOW INDEX,
(indice che valuta i Paesi europei rispetto a variabili come uguaglianza e non-discriminazione, famiglie LGBT), nel chiedere maggiori diritti per i migranti LGBTQI e “l’abrogazione del Decreto Sicurezza approvato dal governo Conte (M5S+Lega) che sta complicando il procedimento per ottenere la cittadinanza. Stiamo già vivendo gli effetti negativi dello smantellamento progressivo del sistema di accoglienza e integrazione.”

Si prosegue con la difesa degli spazi occupati, ribadendo la loro essenzialità per la vita e il fermento culturale di una città: applausi a scena aperta da parte nostra, e un GRAZIE al Coordinamento Pride per essere andato dritto al punto senza mezzi termini. Ma quel Partito che sostiene da anni che i centri sociali sono il male di Torino, da chiudere hic et nunc in quanto illegali, come si è sentito di fronte a questo punto? Il documento lo sottoscriverebbe ancora tutto o solo in parte?

A questo aggiungiamo un passaggio di un paragrafo precedente ove, a proposito dello scrivere un comunicato andando dritto per dritto, si censurano “le diverse occasioni di repressione sociale e appiattimento culturale dove si tenta di silenziare le voci fuori dal coro e alcuni quartieri vengono addirittura militarizzati.” Caso mai i consiglieri pentastellati volessero sentirsi assolti, questo passaggio ricorda quanto siano irrimediabilmente coinvolti nella stoica difesa che nei mesi scorsi hanno compiuto rispetto alle azioni avvenute nel quartiere Aurora con lo sgombero dell’Asilo occupato.

Così come è altrettanto doveroso e doloroso ricordare che la “sinistra di Governo” che si arroga il primato dei diritti civili “sai che diritti hanno concesso, non sono stati nemmeno capaci di far approvare una legge sul matrimonio paritario, sull’adozione, sull’eutanasia, sull’omofobia, e fermiamoci qui” : per cui ci uniamo al Documento del Pride e ricordiamo ai politicanti che scenderanno in piazza che manca ancora per esempio una legge contro l’omo-bi-transfobia, quanto mai necessaria nei tempi bui che stiamo attraversando.

E siamo ancora uno dei pochi Paesi in cui è completamente assente il matrimonio egualitario, che riconosca alle persone dello stesso sesso gli stessi diritti e dignità. E, tanto per continuare a guardare al resto d’ Europa più progredito in quest’ ambito, ricordiamo inoltre che non è in Italia “garantita la possibilità di adozione di minori da parte di singoli, singole e coppie, indipendentemente dall’orientamento sessuale di chi ne fa richiesta”.

E questi sono solo alcuni punti salienti di un documento che non risparmia schiaffi metaforici a nessuno, ed è questo il motivo per cui idealmente lo sottoscriviamo.


E QUINDI? CHE FARE?

E quindi? E quindi viva il Pride, e viva questo movimento così trasversale da saper, e voler, includere tutti per ricordare attraverso un carnevale (come da rivendicazione iniziale citata) quanto la diversità (e la lotta) siano componenti essenziali della società.
Per questo motivo, dopo avervi portato in viaggio nel “tour nelle contraddizioni” di PD e M5S, ribadiamo la convinzione che non vi sia nulla di meglio di una piazza che chiede ai rappresentanti politici presenti di guardare in faccia le incongruenze del loro agire politico (anche perché mai ci sogneremmo di essere noi a fare i “buttafuori” di una manifestazione politica così aperta).

Chiudiamo con una nostra visione da sinistra. Altra preziosa azione positiva di questo documento è stata la capacità di scatenare un dibattito che ha messo tutti in guardia da un rischio che forse anche noi abbiamo corso in passato: pensare ai diritti civili come “diritti di Serie B” e "arma di distrazione di massa" del centro-sinistra che nel frattempo ha abbandonato i diritti sociali.

E se può essere vero (anzi lo è certamente) che la sinistra di Governo ha abbandonato i diritti sociali “pompando” di pinkwashing il proprio agire (e un parallelismo simile si può fare con le politiche civili della Giunta Appendino), è d’obbligo (e di sinistra) rifuggire dal rossobrunismo riconoscendo che TUTTI i diritti DEVONO essere al centro dell’agenda politica.
Di fronte a una attualità politica che ci propone gay picchiati e bullizzati, migranti perseguitati e la diversità vista come un male della società, non si può certo pensare ai diritti civili come fuorvianti.

Anzi, è solo facendo camminare per mano insieme diritti sociali e civili che una sinistra degna di questo nome potrà permettere un giorno a due persone dello stesso sesso di sposarsi e adottare un bimbo, senza correre il rischio di non sapere come arrivare a fine mese.

BUON PRIDE A TUTTI.

2 commenti:

  1. Qui si può liberamente scaricare il mio libro autobiografico sulle fraudolente sette mistiche e associazioni di ogni tipo (esistenza finanziata con questue vantate come fondi filantropici), che legalmente proteggono le loro attività di raccolta fondi attraverso ONG e statuti relativi.

    http://ilsenzaprofittoeletruffeong.blogspot.com/

    RispondiElimina

Il commento ai post del blog di Sistema Torino è libero e non richiede registrazione. E' comunque gradita la firma. Commenti ritenuti inopportuni oppure offensivi verranno rimossi dagli amministratori