Non sarà sfuggita a tanti la differenza di "velocità" nel prendere iniziative da parte dei diversi ministri del governo del "cambiamento": tanto "celeri" a bloccare centinaia di migranti sulle navi (violando costituzione, diritti umani ed esponendo a rischio sanitario diverse persone) quanto "distratti" nei confronti della Torino Lione, opera per anni considerata disastrosa ed inutile, che continua a generare spese per le casse dello stato. Il movimento No Tav cerca di fare chiarezza a riguardo e chiede azioni concrete da parte di chi ha fin'ora soltanto guadagnato consensi affermandosi contrario all'opera ma nei fatti, permette la continuazione dei lavori. Buona Lettura!
- Al Presidente del Consiglio, prof. Giuseppe Conte
- Al Ministro delle Infrastrutture, sen. Danilo Toninelli
Oggetto: sollecitazioni circa la necessità di emanare provvedimenti
governativi inerenti l’iter procedurale della Nuova Linea Torino Lione
(TAV)
Val di Susa, 5 Settembre 2018
In questa fase di attesa
dell’esito dell’analisi costi benefici commissionata da codesto
Esecutivo per rivalutare appieno l’utilità, la sostenibilità economica e
la redditività del TAV Torino Lyon, si rileva come i promotori
dell’infrastruttura, a partire dalla società Telt e dal Commissario
Foietta, operino in continuità con la determinazione del precedente
Governo verso la realizzazione ad ogni costo dell’opera.
A fronte di
ciò, l’insieme dei cittadini e delle organizzazioni che costituiscono
il Movimento No Tav e da trent’anni si oppongono alla realizzazione
della “grande opera” in Val di Susa rivolge ai destinatari della lettera
le seguenti domande con riferimento allo stato attuale dei lavori ed ai
concreti rischi che questi procedano sotto traccia nelle more
dell’analisi governativa in corso.
• Per quale motivo il Governo non
emana un atto che sospenda l'efficacia delle delibere 30 e 39 del Cipe
(Gazzetta Ufficiale 10 Agosto 2018) che di fatto danno il via libera ai
lavori in territorio italiano della tratta internazionale? Si tratta
peraltro di delibere in cui la Corte dei Conti ha rilevato irregolarità
documentali, e che si pongono in contrasto con l’accordo italo-francese
del 30 Gennaio 2012, nelle fattispecie degli articoli 3 (governance
paritetica) e 16 (avvio dei lavori consentito solo dopo il completo
stanziamento - da parte di Italia, Francia e UE - delle somme necessarie
a completare l’opera; requisito ad oggi non soddisfatto): ricordiamo
ancora per inciso che l’articolo 18 dell’accordo citato (ripartizione
dei costi) pone a carico dell’Italia il 57,9% dell’investimento totale,
quando i Km del tunnel di base ricadenti sul nostro territorio sono solo
il 21,3%.
• Perché il Governo non sospende tutte le attività
propedeutiche agli espropri dei terreni nell’attesa di conoscere i
risultati della nuova analisi costi benefici? Risulta che l’ex Ministro
delle Infrastrutture Delrio abbia cercato di ottenere dal Consiglio di
Stato a fine maggio 2018, pochi giorni prima che si insediasse il nuovo
Esecutivo, una sorta di licenza per espropriare i terreni con modalità
che violano l'ordinamento giuridico non permettendo il contraddittorio
con i legittimi proprietari. Fortunatamente il Consiglio di Stato ha
sospeso il proprio parere in merito, richiedendo precisazioni al
Ministero: cosa farà l’attuale Ministro delle Infrastrutture in
proposito?
• Perché il Ministero delle Infrastrutture non blocca il
recente (31 Luglio 2018) progetto esecutivo dei nuovi svincoli
dell’autostrada A32 in corrispondenza del Cantiere Tav di Chiomonte, pur
sapendo che si tratta dell'atto propedeutico indispensabile
all'installazione del più vasto cantiere (estensione nel territorio
comunale di Giaglione) per iniziare lo scavo italiano del tunnel di
base? Si tratta oltretutto di un progetto che implementa una soluzione
logistica assurda, con conseguenti enormi aggravi di costi economici ed
ambientali durante la (eventuale) fase costruttiva del Tav: non
recependo in sostanza la stessa variante Telt alla tratta internazionale
(quella del Luglio 2017, che tra l’altro comporta lo spostamento del
cantiere industriale da Susa a Salbertand) ha infatti semplicemente
orientato gli svincoli in direzione opposta a quella che sarebbe
funzionale a minori percorrenze dei camion a servizio del cantiere (con
il progetto pubblicato il totale dei Kilometri risulterebbe più che
triplicato).
• Perché codesto Governo non invia una segnalazione
alla Procura ordinaria ed a quella della Corte dei Conti relativamente
al caso della mancata gara di appalto per la realizzazione del tunnel
geognostico di Chiomonte? L’opera fu approvata dal Cipe nel Novembre
2010 con una delibera che richiedeva espressamente di procedere
all’assegnazione dei lavori tramite gara, così come previsto da tutta la
normativa nazionale e comunitaria, ed esplicitamente dalla stessa
Commissione europea che nel 2008 finanziò la progettazione.
• Viste
le molteplici dichiarazioni pubbliche di attuali importanti Ministri,
nelle quali si ribadisce che “nessuna opera pubblica può essere fatta
con il filo spinato e la polizia”, perché codesto Esecutivo non
abolisce, per coerenza, lo status di “sito di interesse strategico
nazionale” per l’area di Chiomonte, che dal Gennaio 2012 è gravata da un
regime di gestione militare operata dall’Esercito e dalle Forze
dell’Ordine? Perché codesto Esecutivo non interviene inoltre sulla
Prefettura di Torino che da sette anni emette ordinanze di ininterrotta
limitazione della circolazione intorno all’area di cantiere, in
violazione dell'art. 16 della Costituzione? La legge restringerebbe un
siffatto potere del rappresentante del Governo a sporadici casi di
durata assai limitata nel tempo.
• Perché codesto Esecutivo non ha
ancora provveduto a sostituire l’attuale Direttore generale di Telt,
Mario Virano ed i Consiglieri di amministrazione di parte italiana, così
come prevede lo statuto della stessa società? Continuando ad espletare
il mandato del precedente Governo, l’attuale dirigenza di Telt sta
operando per lanciare ed aggiudicare appalti per l’avvio dei lavori
inerenti il tunnel di base transfrontaliero; servirebbero invece nuove
investiture che interpretino l’attuale linea governativa in merito
all’opera.
• Perché il Governo non sostituisce parimenti il
Commissario straordinario per la Torino Lione, Paolo Foietta? Questo
Commissario del Governo decaduto non rappresenta affatto la nuova linea
di programma nei confronti dell’infrastruttura, e impropriamente a nome
della Presidenza del Consiglio continua ad operare forzando ed
accelerando il processo decisionale in direzione di una rapida ed
ineludibile realizzazione del Tav.
Ribadiamo che l’intento di questa
lettera è quello di evidenziare a codesto Governo come nei territori
interessati si stia tuttora osservando il compiersi di azioni
propedeutiche volte a realizzare comunque il Tav Torino-Lione,
nonostante sia formalmente in corso la pausa di riflessione per
rivalutare l’opera; risulta più che evidente che solo concreti
provvedimenti governativi di carattere amministrativo possono evitare
fatti compiuti che rappresentino passi irreversibili verso la
costruzione della linea.
Nella sua lunga storia, il Movimento No TAV
si è confrontato, quando ve ne è stata la possibilità, con molti
governi e istituzioni locali, nazionali ed europee. Nel confronto ha
sempre portato le ragioni contrarie a quest’opera inutile, devastante e
antieconomica. Dopo trent’anni, queste ragioni mantengono la loro
validità.
Gli scriventi si augurano di poter vedere presto attuate
soluzioni adeguate ai problemi sollevati; nel contempo restano
ovviamente disponibili ad un’eventuale interlocuzione che consenta di
meglio esplicare ed approfondire i temi esposti.
il Movimento No Tav
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