Cominciano a vedersi dei segnali sul fronte delle palazzine di Via Giordano Bruno “di proprietà del Fondo Immobiliare Città di Torino gestito da PRELIOS SGR S.p.A”, come tiene a sottolineare il comunicato di Compagnia di San Paolo diramato ieri per annunciare l’audizione del (suo) Project Manager Antonio Maspoli alla conferenza Capigruppo in Comune.
"La situazione, come previsto, è complessa- commenta Antonio Maspoli- soprattutto perché ci siamo trovati di fronte alla totale assenza di un censimento della popolazione che occupa i locali. Per questo è stato necessario iniziare con una mappatura volontaria degli occupanti, circa 120 per ora, che sarà approfondita da un censimento effettivo. La mappatura consente già di iniziare un percorso di formazione lavorativa e linguistica (la maggior parte degli occupanti non parla italiano), e sono stati individuati alcune linee di inserimento, grazie alla disponibilità e la collaborazione da parte di alcune aziende produttive di altre Regioni".
Questo è quel che ci è dato sapere dal comunicato stampa della maggioranza consiliare pentastellata, che mette in luce come sia la Compagnia di San Paolo (do you remember “il Sistema Torino da abbattere!”?) a tirare le fila e “sedersi a capo-tavola” come dichiarato dalla consigliera di minoranza Eleonora Artesio in una intervista ai nostri microfoni un mese fa.
Da quanto emerge invece dal comunicato congiunto Città di Torino – Regione Piemonte – Compagnia di San Paolo – Diocesi di Torino (da leggere tutto d’un fiato) il Protocollo d’Intesa tra le parti prevede come obiettivo “l’emergenza abitativa e lavorativa degli abitanti delle PALAZZINE OCCUPATE PER CONSENTIRNE LA GRADUALE RESTITUZIONE e verificarne i possibili utilizzi a fini della RIQUALIFICAZIONE URBANA E SOCIALE, procedendo alla definizione di percorsi condivisi” (il maiuscolo non è un errore di battitura, ma un sottolineare che probabilmente PRELIOS SGR S.p.A ha nuovamente bisogno dei suoi immobili per specul… ehm ehm… riqualificare la zona).
Lo strumento sarà quello della progettazione condivisa, con il coinvolgimento degli abitanti (ma non delle Circoscrizioni stando a quanto dichiarano i rappresentanti territoriali PD); la prima fase del progetto sarà “conoscitiva degli abitanti delle palazzine occupate”, con una susseguente “ricollocazione abitativa e di interventi di inclusione lavorativa e sociale e valutazione dei profili individuali”.
Continueremo a tenere d’occhio la situazione con la speranza e la fiducia nel fatto che, aldilà degli attori sistemici presenti al Tavolo, questo processo sarà indirizzato verso “il bene dei migranti”, qualsiasi cosa questo possa significare e di qualsiasi contenuto ognuno di noi lo voglia riempire.
(di seguito il comunicato stampa "iniziativa MOI 23 maggio" http://www.compagniadisanpaolo.it/ita/News/Iniziativa-MOI-migrazione-opportunita-e-inclusione)
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