Il Tribunale Permanente dei Popoli ha emesso la sua
sentenza: in Valsusa si sono violati i diritti dei cittadini, in riferimento alle
prassi di coinvolgimento nei processi decisionali e nella libertà di parola ed
espressione.
Ieri il teatro Magnetto di Almese era stracolmo di persone
in trepidante attesa del pronunciamento. Una sentenza e una sessione storica
perché per la prima volta questo importante Tribunale di opinione si è espresso
su “Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e grandi opere”.
Accanto alla sentenza il Tribunale ha emanato delle
raccomandazioni nei confronti degli stati coinvolti chiedendo una sospensione dei
lavori, un tavolo vero di confronto in cui venga presa in considerazione l’opzione
zero, la cessazione dell’occupazione militare e della criminalizzazione del
dissenso.
Dal 5 al 7 novembre si sono succeduti sul banco dei
testimoni attivisti, sindaci, avvocati, ingegneri, naturalisti. Non si è
parlato solo di Valsusa ma anche di tanti casi analoghi sparsi in Italia ed
Europa: Muos, Mose, le trivellazioni, il passante ferroviario AV a Firenze, il
TAV in Francia e nei Paesi Baschi, la miniera a Rosia Montana in Romania, la
nuova stazione ferroviaria a Stoccarda, solo per fare alcuni esempi.
Ah no, dimenticavamo anche il Ponte sullo Stretto, magicamente
risorto dal Capo Renzi, proprio durante la seconda giornata di lavori. Sembrava
quasi una barzelletta invece era la triste realtà.
I denominatori comuni delle realtà che hanno portato la loro
testimonianza sono l’imposizione dall’alto di questi grandi progetti, che
vengono decisi sulla testa dei cittadini che si organizzano in sistemi di lotta
e resistenza, subendo la repressione e la criminalizzazione.
Per questo motivo la sentenza pronunciata ieri, se pur nel
sostanziale silenzio o ridimensionamento dei media, ha un valore importante a
livello europeo e mostra questa nuova forma di colonialismo che sta contagiando
l’Europa: quello delle lobbies interessate alle Grandi Opere.
Quelle grandi opere propagandate come essenziali per l’interesse
generale che si scontra così con quello particolare, quello delle comunità.
Ma dove sta l’interesse
generale? Il 7 dicembre 2005 durante le giornate più calde in Valsusa Luciano Gallino sulle pagine di Repubblica si interrogava proprio su questo tema, se l’interesse particolare in questo caso
potesse essere d’aiuto all’interesse nazionale. Tutto sempre di grande
attualità-
E la controparte? Telt nella persona di Virano e Foietta per
l’Osservatorio hanno deciso di non partecipare, di non presentarsi per
difendersi e portare con loro numeri e prove della necessità di realizzare la
Torino-Lione. Le scuse sono le più svariate. Ma quello che conta è il dato di
fatto: ancora una volta i proponenti dell’opera si sono sottratti al confronto
pubblico e per di più di fronte a un Tribunale d’opinione così importante.
Hanno anche provato a ridimensionare il valore di questo tribunale, ma forse è
bene studiare la storia del Tribunale Russell prima di giungere a conclusioni
affrettate.
Facendo così hanno
dimostrato ancora una volta come il dibattito e il confronto non siano attività
proprie di chi propaganda il TAV da decenni.
Quello che rimane impresso è l’emozione delle centinaia di
valsusini accorsi ieri ad Almese: il senso di una popolazione che ancora lotta
testardamente, forte della bontà delle sue posizioni.
Per leggere il dispositivo della sentenza potete cliccare
qui:
Sul sito del Controsservatorio Valsusa troverete i resoconti
giornalieri delle varie testimonianze: http://controsservatoriovalsusa.org/
Per conoscere la storia e le sentenze passate del Tribunale permanente dei Popoli potete cliccare qui:
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