I ricordi Facebook hanno la capacità di mantenere sui social quella che nel Novecento si sarebbe definita “memoria storica”: quattro anni fa stavamo vivendo la settimana pre-ballottaggio più calda della Torino recente. Ed è divertente rileggere quanto successe e quali fossero le discussioni rilevanti: la questione “Sistema Torino” (che non esiste) prese il cuore del dibattito, dal confronto Sky a La Stampa.
E tutti noi ricordiamo Appendino prendere le più ampie distanze da quel mondo, rivendicando la volontà di creare un nuovo mondo, basato su trasparenza, indipendenza dalle élite con i cittadini al centro delle decisioni amministrative (qui un interessante link a una campagna sulla trasparenza delle nomine cui la candidata Appendino partecipò ) .
Insomma, un rigore, e talvolta un furore, anti-sistema che si tradusse in una campagna elettorale incentrata sullo scardinamento di quel modello di fare politica: e ora, a quattro anni di distanza, qual è il bilancio?
Quel che emerge chiaramente, ancor più forte in questi giorni burrascosi, è la mediocrità di coloro che non volevano abbattere un Sistema, ma solo sostituirlo con sè stessi.
Una pletora di mediocri che non erano altro che le seconde linee, il Sistema di Serie B, "gli esclusi", forse proprio per la scarsa qualità delle loro competenze.
Non è certo una retorica della competenza quella che vogliamo mettere in campo (vi sono già troppi laboratori torinesi pronti a fare le "candidature delle competenze" per il 2021) ma una riflessione ex post sulla retorica della trasparenza della allora candidata Appendino a proposito di bandi e nomine pubbliche.
Ve lo ricordate? Iniziò con i curriculum da mandare via mail per la scelta degli Assessori, bandi pubblici e limite dei mandati sulla qualunque; e si sta concludendo con una commedia dell'assurdo che va dalle intercettazioni sul Regio alle indagini su un bando per una nomina a titolo gratuito, passando per il mutismo di Appendino sul terzo mandato del suo modello di riferimento Evelina Christillin al Museo Egizio.
E preferiamo censurare l’atteggiamento politico di fronte al dramma di Piazza San Carlo, dove l'incompetenza si è assommata allo scaricabarile in sede processuale.
E nel mezzo, cosa c'è stato? Era proprio nel mezzo della campagna elettorale 2016 che salì alla ribalta Paolo Giordana (col quale la Sindaca scrisse un imbarazzante pamphlet), seguito a ruota da Ringhio Pasquaretta, apparentemente spuntato dal nulla a creare un trio inavvicinabile per chiunque, dai giornalisti ai famosi cittadini al centro del processo partecipativo pentastellato. La scacchiera si completò con l’Assessore al Commercio Alberto Sacco, le cui competenze svariano dalla gestione di discoteche all’ amicizia ventennale col suddetto Ringhio. BAstò aspettare la prima delibera di Giunta di settembre 2016 per capire che la cabina di comando del cerchio magico sarebbe stato il Gabinetto di PAolo Giordana, con Sacco nel ruolo di Golden Boy dell’Amministrazione. Altro che Assessori scelti per CV!
E le Fondazioni? Vi ricordate quella alla Cultura che volevano cancellare in campagna elettorale? Sono bastati pochi mesi per la retromarcia che ha portato alla conferma di La Rotella, in una delle capriole programmatiche più comiche di questi anni.
Stessa logica per Urban Lab, che è l'epilogo buffo di una commedia che amalgama molto bene dramma e comicità. Ci pensa Guido Montanari a sorreggere la linea comica (nel ruolo che fu di Nando Martellone in Boris) con un susseguirsi di disavventure incredibili: supermercati approvati a spron battuto, compreso il LIDL con orto sul tetto, la querelle PalaParella conclusasi con un nulla di fatto per finire con il divorzio causato dalla danza della pioggia del Vice-Sindacosul Salone dell'Auto.
FIno appunto all’ ultima novità del Vice-Sindaco indagato per turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta sul bando pubblicato lo scorso anno da Urban Lab per individuare il nuovo direttore dell’ente. Un Direttore che avrebbe lavorato gratis per tre anni, e che stando alle accuse era già presente in seno all’ Ente: insomma, un bando cucito apposta per non smuovere nemmeno di un millimetro i vertici dello stesso Urban Lab che volevano abbattere quattro anni orsono.
Ah, come si cambia per non morire.
Chiudiamo con la ferita aperta della querelle Teatro Regio: il coup de théâtre della Sindaca Appendino è stata la proposta di commissariamento dell'Ente esattamente 24 ore dopo l’esplosione del caso Graziosi. Una nomina che, stando alle intercettazioni emerse sui giornali (quelle che facevano eccitare i grillini pre-presa del potere), venne decisa in pizzeria insieme a Ringhio Pasquaretta e un manipolo di esperti culturali dell’ inner circle appendiniano: vi basta sfogliare una qualsiasi cronaca torinese per “deliziarvi” con questo Sistema Appendino, che ha semplicemente sostituito il caviale con la Quattro Stagioni per restare popolare (o popolani?).
Il Sistema Appendino (che non esiste) ha lasciato invece invariata la distanza siderale tra i luoghi di potere dove vengono prese le decisioni reali (sul cerchio magico si potrebbe scrivere un libro) e il chiacchericcio fine a sè stesso di chi finge di dialogare con i cittadini, con i comitati e con il Consiglio Comunale dove si svolgono inutili dibattiti che non servono ad altro che a distrarre l’attenzione da quel che avviene in altre, segrete, stanze.
Tutto cambia affinché nulla cambi. Vedremo cosa succederà nel 2021.
Il commento è anonimo solo perché scrivo dal computer di mia figlia, ma non ho problemi a identificarmi. Commento per amor di discussione - in questo periodo sono molto social - su un tema che mi sta a cuore, anche perché ci avevo creduto molto in un sindaco come la Appendino. L'impressione personale è che il desiderio di cambiare le cose fosse sincero. Non sono d'accordo quando scrivi "non volevano abbattere un Sistema, ma solo sostituirlo con se stessi" (a proposito l'accento non ci va sul "se"), se decidi di cambiare le cose, è chiaro che vuoi mettere altre persone - che ritieni più valide - al posto di un Sistema di potere che effettivamente era diventato stantio e autoreferenziale (il Sistema Torino che denunci tu). Il problema è proprio lì, nella scelta delle persone: come scrivi tu giustamente, il livello è sceso in maniera imbarazzante. Se vuoi togliere Barbera dal Festival del Cinema mi devi mettere almeno De Niro! Se vuoi cambiare direttore del Regio, devi scegliere un top assoluto inattaccabile per qualità e onestà. E invece, in 4 anni, già i due consiglieri della Sindaca si sono dimostrati "personaggetti" alla ricerca di un posto di al sole e del loro tornaconto personale, per poi scomparire in ignobili inchieste, per non parlare delle nomine proposte. Questo è l'aspetto più imbarazzante... Credo anche, però, a parziale difesa, dell'Appendino, che in molti casi si sia dovuta adeguare ad un sistema più forte di lei. Il caso Egizio è esemplare: in linea di principio io, e anche molte altre persone, saremmo ben favorevoli al cambiamento, il limite dei due mandati può avere un senso. Ma visto come hanno gestito le nomine, le scelte che hanno fatto in questi anni, con quale credibilità si può pensare di contestare una persona che comunque ha funzionato in quel ruolo come la Christillin? Saluti cari, ah i tuoi post danno sempre degli spunti interessanti di riflessione, anche tu ti candidi per il 2021?
RispondiEliminaGrazie per gli spunti di riflessione.
RispondiEliminaSiamo un collettivo, e non una singola persona, per cui una candidatura collettiva sarebbe più difficile. A parte le battute, pensiamo che il modo di fare politica di Sistema Torino debba rimanere questo, e che una candidatura non sia strettamente necessaria.
In una città decorosa e silente come la nostra, forse la funzione di Sistema Torino come spina nel fianco potrebbe essere più utile e feconda di una candidatura.
Cari saluti.