“O mi risolvete la questione o vi sotterro tutti”. Sembra di essere
in un b-movie all'italiana e il titolo potrebbe essere “Il portavoce si
incazza”. Ma, invece, siamo nella realtà, quella nuda e cruda, condita
di grevi bassezze, quella in carne, ossa e intercettazioni. Per la
precisione, nella più apparentemente paludata realtà sabauda, dove un
fiduciario della sindaca - in difficoltà finanziarie e legali - tiene
sotto scacco i massimi vertici della città. Questo, qui sotto, è un
corollario di intercettazioni, che la sindaca definirebbe, con forzato
eufemismo, “colorito”. Lui si definisce “un tamarro che sa fare il
proprio mestiere”. Uno che quando si incazza “succedono brutte cose”.
La scalata del pitbull di Palazzo di Città è stata rapida e feroce.
Nessuna esperienza alle spalle che ne motivasse la scelta come
portavoce, ma in dote la raccomandazione del futuro assessore al
Commercio (“L'ho conosciuto che era un normale frequentatore della
discoteca”), associata a modi spicci e arroganti sfoggiati nelle tv
locali, utili per allontanare eventuali rompiballe. E, poi, un'ambizione
sconfinata.
Quei 40 mila euro lordi previsti dal suo incarico
non gli bastavano, ne voleva altri e lo rivendicava per le
responsabilità assunte, per pagare le rate e non “raschiare il fondo del
barile”. E, quindi, dalla sindaca al cerchio magico, ad addirittura
dirigenti, tutti si sono trovati impegnati nell'affannosa ricerca di una
collaborazione per garantire più soldi al pitbull. Pronto a scatenare
“brutte cose”. Prima e dopo le sue dimissioni.
Ma perché? Ci chiediamo, senza ancora risposta.
Ma perché? Ci chiediamo, senza ancora risposta.
Le dimissioni arriveranno qualche giorno dopo una conversazione in chat
con il marito della sindaca che lo avvisava: “Ti vogliono morto, Luca.
Se corri nudo su un campo di battaglia ti prendono con un colpo di
bazooka”.
Al di là dei toni grotteschi di questa sceneggiatura
vintage, siamo di fronte a una situazione grave, a un verminaio vero e
proprio, per utilizzare una formula classica. Non siamo di fronte a un
linguaggio colorito. L'ex portavoce è indagato, tra l'altro, per
estorsione e peculato. La prima cittadina è sotto ricatto? Quali sono
gli indicibili segreti – forse legati alla Juve – a cui allude in una
conversazione l'ex capo di gabinetto Paolo Giordana?
La sindaca
Appendino deve spiegarlo alla cittadinanza e farebbe bene a dimettersi,
perché Pasquaretta – l'amico e compagno di movida dell'assessore Alberto
Sacco – l'ha scelto lei, non ha vinto un concorso pubblico.
Bang, Bang!
“Fermi tutti, peni in alto, Luca Pasquaretta”
Stop, buona la prima!
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