Preambolo
Ogni volta che vado a correre ai Murazzi ripenso a quella famosa domenica di marzo, quella del mega-evento pubblico che chiedeva conto al Comune del futuro del nostro splendido Lungo Po. Quella domenica in cui Fassino con una lettera prometteva una soluzione entro l'estate, quei giorni in cui si annunciavano consultazioni on-line di cittadini e gestori per condividere idee e nuovi progetti e sopratutto la promessa della pubblicazione del bando per riassegnare le arcate sotto sequestro e al centro dell'inchiesta della magistratura. Dopo lunga attesa finalmente si è arrivati a una soluzione.
Il provvedimento del Comune
Martedì 17 giugno la Sala Rossa del Comune di Torino ha approvato la delibera riguardante il Piano d'Ambito relativo ai Murazzi: dal 1° luglio i locali potranno riaprire utilizzando i dehors esterni, con obbligo di chiusura entro mezzanotte e la circolazione, grazie a un emendamento a 5 Stelle, dei vigili urbani per tutto il tratto del lungo fiume. Il provvedimento è limitato alle arcate private e a quelle di proprietà pubblica regolarmente concesse e in regola coi pagamenti. Nel frattempo i privati proprietari, “capitanati” dal volenteroso Giorgio Emprin sotto l'egida dell'associazione Borgo Murazzi, si erano già mossi con l'obiettivo di presentare un programma commerciale e culturale (con l'accento posto rigorosamente sulla prima parola: “attività capitalistica” non è più una bestemmia nella nostra rossa città). Nelle settimane passate erano già circolati alcuni nomi importanti del settore food di qualità torinese, come il caffè Costadoro, la gelateria Alberto Marchetti, il pastificio Savuré e la Burgheria; nello stesso tempo sembra che le realtà culturali torinesi, come la stessa “Save Murazzi”, si siano mosse per completare in maniera interessante e divertente la proposta estiva. Proposta che sembra molto allettante, con alcuni nomi importanti della cultura torinese e interpretazioni originali e a loro modo “rivoluzionarie” dei Murazzi 2.0: questa parte di città comincerà a vivere di giorno, con attività sportive dal mattino presto per tutte le fasce d'età, presentazioni di libri e concerti in acustica in orario aperitivo e spettacoli di ogni forma artistica la sera. A mezzanotte tutti a casa, nel rispetto dei dettami dei comitati anti-movida (ho delle fitte fortissime alla mano ogni volta che scrivo questa parola, ma è ormai inevitabile il suo utilizzo).
IL PROGRAMMA ESTIVO
Come emerge dall'intervista telefonica fatta a Emprin, l’area dovrà diventare una zona di attrazione turistica, sportiva e artistica. L'offerta culturale si articolerà in una programmazione 7 giorni su 7, con gli eventi più importanti ovviamente concentrati nei week-end. Dalla presentazione di libri, con bancarelle e presentazione degli autori, alla presenza di un famoso chansonnier di Torino e numerosi artisti di strada. Ampia attenzione viene dedicata all'intrattenimento dei bambini, con laboratori musicali a loro destinati e corsi di canoa agli Amici del Fiume per chi frequenterà gli Estate Ragazzi comunali.
“Murazzi paesaggi riflessi” è il nome del palinsesto estivo che prenderà il via l'11 luglio, con una semplice e festosa inaugurazione che darà il “nuovo battesimo” al luogo: ci saranno una banda musicale itinerante e il torinesissimo Matteo Negrin con uno spettacolo che unisce in maniera interessante jazz ed elettronica. Nel contempo ci sarà Para-Market, emanazione di Paratissima, che inaugura il primo dei suoi tre appuntamenti con artisti emergenti che concederanno ai Muri le proprie opere in maniera semi-permanente. Altrettanto interessante l'evento del 19 luglio: ci sarà “Bike-Republic” a onorare il nuovo corso a due ruote della città, con la presenza dei migliori artigiani delle custom-bike, esposizioni delle ciclo-officine e una gara di ciclo-cross. Ulteriori appuntamenti da non perdere saranno le giornate dedicate alla “cultura del fiume”, l'iniziativa sponsorizzata Iveco con l'esposizione di roboanti super-track e i sempiterni aperitivi del venerdì a base di jazz e musica dal vivo. Il tutto andrà avanti fino al 30 settembre con possibilità, valutando afflusso di gente e condizioni meteorologiche, di prolungare di alcune settimane.
“Murazzi paesaggi riflessi” è il nome del palinsesto estivo che prenderà il via l'11 luglio, con una semplice e festosa inaugurazione che darà il “nuovo battesimo” al luogo: ci saranno una banda musicale itinerante e il torinesissimo Matteo Negrin con uno spettacolo che unisce in maniera interessante jazz ed elettronica. Nel contempo ci sarà Para-Market, emanazione di Paratissima, che inaugura il primo dei suoi tre appuntamenti con artisti emergenti che concederanno ai Muri le proprie opere in maniera semi-permanente. Altrettanto interessante l'evento del 19 luglio: ci sarà “Bike-Republic” a onorare il nuovo corso a due ruote della città, con la presenza dei migliori artigiani delle custom-bike, esposizioni delle ciclo-officine e una gara di ciclo-cross. Ulteriori appuntamenti da non perdere saranno le giornate dedicate alla “cultura del fiume”, l'iniziativa sponsorizzata Iveco con l'esposizione di roboanti super-track e i sempiterni aperitivi del venerdì a base di jazz e musica dal vivo. Il tutto andrà avanti fino al 30 settembre con possibilità, valutando afflusso di gente e condizioni meteorologiche, di prolungare di alcune settimane.
CONTRORDINE KOMPAGNI
Ci avevate creduto? Scherzetto! Niente di tutto questo avverrà quest'estate a Torino. L'architetto Emprin in un comunicato stampa ha annunciato venerdì la volontà di desistere: “i troppi ritardi accumulati hanno impedito alle aziende private di organizzarsi per la stagione ormai inoltrata, con un tentennamento da parte della politica sembrato pretestuoso e pregiudiziale” il sunto delle sue motivazioni.
L'oggetto del contendere, manco a dirlo, sono i soldi necessari per sostenere l'attività culturale estiva: 40 mila quelli necessari, circa un decimo quelli che i privati sembrano voler sostenere. Le accuse al sistema politico-burocratico-amministrativo sono chiare e nette, ma Ilda Curti, Assessora che si occupa tra le altre cose di Autorizzazioni all'utilizzo del suolo pubblico, non è disposta a incassare i colpi senza reagire e replica dettagliatamente alle accuse fornendo una cronistoria leggermente diversa. Il 23 aprile l'associazione culturale Borgo Murazzi ha presentato un progetto di riqualificazione estiva incentrata sulla proposta culturale, a margine della quale la somministrazione permettesse di riequilibrare l'apporto economico. Secondo la Curti, non può essere considerato accettabile un documento di 4 pagine contenenti parecchi punti interrogativi riguardo la fattibilità effettiva dei diversi eventi proposti. L'intento sembra però buono e condivisibile e il Comune decide così di dare una mano e sostenere l'iniziativa. Iniziano una serie infinita di misunderstanding: i privati scalpitano, ma l'Assessore non vuole soprassedere su quelle stesse regole che un anno prima hanno fatto chiudere diversi locali. La prassi per l'approvazione dei progetti all'interno del Piano d'Ambito non è cambiata, e sopratutto, citando la stessa Assessora, se un progetto viene presentato come culturale è da questo punto di vista che viene valutato per la sua approvazione. Qui sembra risiedere il primo e forse più importante punto di disequilibrio: Borgo Murazzi ha considerato la propria idea “soprattutto commerciale” mentre il Comune l'ha accolta e valutata sotto tutt'altra ottica. Non è questione di lana caprina, dato che sembra fare tutta la differenza del mondo dal punto di vista burocratico.
Un nodo amministrativo importante è infatti il seguente: le licenze commerciali temporanee (per i Murazzi ma non solo) vengono sì concesse, ma solo all'interno di una manifestazione prettamente culturale “a carico” del privato. Il vantaggio competitivo a livello economico che il commerciante riceve, viene “scambiato” con una offerta culturale a sue spese fruibile da tutta la cittadinanza. Il tempo intercorso tra il 23 aprile e oggi è dovuto quindi, stando alla “versione pubblica”, alla necessità di lavorare a fondo su un progetto che presentava diverse lacune (mancava la piantina della parte interessata alla concessione del suolo pubblico): mentre il Comune si concentrava sull'offerta del proprio supporto tecnico e logistico per definire nei dettagli la proposta culturale, il privato scalpitava per mantenere accanto a sé i numerosi sponsor a sostegno. Dopo decine di incontri e di tira e molla, si è giunti all'accordo della scorsa settimana: peccato che fosse ormai fuori tempo massimo per i tempi dell'economia privata, desiderosa di rientrare dell'investimento iniziale. Anche su questo la Curti non ha lasciato spazio a fraintendimenti: “Trovo francamente bizzarro che ora venga addossata al Comune la responsabilità del fatto che l'accordo interno a privati e sponsor si sia sciolto come neve al sole. Il rischio d'impresa compete al privato, per cui a loro tocca mettere i soldi: troppo facile ricercare un modello che privatizza le entrate e socializza le perdite.” Non tarderà certo ad arrivare l'ulteriore replica di Borgo Murazzi: mercoledì 25 giugno ci sarà un ulteriore incontro, all'interno del quale non si potrà fare altro che leccarsi le ferite.
CUI PRODEST?
Assisteremo nelle prossime settimane allo sport nazionale italico: il dividersi in due opposte fazioni a mo' di curve calcistiche con scambio di sterili accuse e probabile vomito linguistico attraverso i social. Sarebbe un errore sesquipedale cadere nel qualunquismo per cui si accusa il pubblico di eccessive lungaggini burocratiche e il privato di voler agire al di sopra delle regole. Restando ai fatti è tutto ancora più semplice: durante l'estate 2014 i Murazzi resteranno, a quanto pare, desolatamente chiusi, vuoti, deserti e avvolti in un rimbombante silenzio di giorno e di notte (fatte salve le stoiche e storiche eccezioni ancora presenti come i Magazzini sul Po e il CSOA). Dallo scontro ideologico tra chi vorrebbe spostare i punti di divertimento lontano dal tessuto urbano e chi vuole valorizzare il centro storico di Torino anche di notte, sarebbe potuto nascere un Murazzi ibrido, lontano anni luce dalla visione nostalgica di ciò che fu, ma vicino a un nuovo modello che costituisse da humus fecondo di nuove e diversificate attività, dalle commerciali alle culturali passando per sport e divertimento fine a se stesso. Quanto sarebbe stato apprezzato tutto ciò? Difficile azzardare con certezza una risposta; credo però che la “non azione” in certi casi sia sempre deleteria e che sia meglio, come affermava un mio coach maestro di vita, “sbagliare forte” piuttosto che rimanere fermi, immobilizzati da incertezze e adesioni a vecchi schemi di pensiero.
Paolo Tex
(disegno di Massimo Giovara)
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