venerdì 22 dicembre 2017

L’INCHIESTA POSSIBILE: NUOVI GUAI PER MICHELE CURTO E IL RAS GIORGIO MOLINO?

Esiste ancora qualche torinese che non abbia letto “I Buoni” di Luca Rastello, Maestro per chiunque voglia fare inchiesta sociale e politica nella nostra città?
Beh, se siete tra quei pochi correte in qualche libreria indipendente ad acquistarlo e poi aprite le cronache locali di oggi: anzi, andate a ritroso sul nostro blog alla ricerca di quanto scrivemmo un paio di anni fa in relazione alla “occupazione occupata” di Via Asti, dove la coalizione sociale-politica sindacale che occupò la caserma si ritrovò a sua volta occupata dalle “famiglie di Lungo Stura Lazio”, sgomberate dal campo rom e rimaste senza dimora. Fu quello il primo segno tangibile del fatto che qualcosa nel progetto “La Città Possibile” (5 milioni di euro di fondi pubblici, ottimamente indagati da questa inchiesta degli amici di Wots) stava andando storto, mentre era già di dominio pubblico il fatto che tra le case “proposte” alle famiglie vi erano numerose proprietà del ras delle soffitte Giorgio Molino.

Nel frattempo di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, Via Asti (l’unica occupazione con vigilanza REAR nella storia torinese) non è più sotto occupazione se non per un breve periodo da parte degli “artisti” di Paratissima e i suoi animatori svolgono altre funzioni sociali. Chi fece emergere tali criticità fu accusato di intelligenza col nemico fascista, mentre la procura proseguiva il suo lavoro di indagine, che oggi chiude la sua prima importante tappa.


La procura di Torino avrebbe inviato l’avviso di conclusione a dieci persone secondo l'articolo de Lo Spiffero, con l’accusa (pesante) di truffa aggravata e frode in pubbliche forniture, con molti “nomi eccellenti” del mondo sociale e politico sabaudo: l’ex capogruppo di SEL Michele Curto (ora impegnato in progetti in quel di Cuba), il ras delle soffitte Giorgio Molino, il presidente e rappresentante legale della Cooperativa Valdocco Paolo Petrucci e il direttore responsabile del progetto Massimiliano Ferrua, il tesoriere di “Terra del Fuoco” Matteo Saccani e il consigliere della stessa cooperativa Roberto Forte.

Ribadiamo spesso e volentieri un concetto che vale sempre: non ci interessa il giustizialismo, né che la magistratura sostituisca la politica e il giornalismo nel far emergere le criticità di determinati progetti. Quel che ci preme è, semplicemente, informare i sistemisti su quel che avviene in città e far emergere (ed esplodere) le criticità di alcune situazioni del recente passato cittadino.


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