Non c’è nessuna differenza tra un paese del Centro Africa - senza alcuna offesa per tali nazioni - che scopre una miniera di qualche risorsa naturale e la vende a ricchi privati
occidentali, e il Comune di Torino che entro breve tempo venderà/regalerà la
Cavallerizza Reale a qualche investitore autoctono o alloctono.
Come dovrebbe ben sapere l’assessore Passoni, l’economia del
nostro patrimonio artistico e culturale è stata fino ad ora sfruttata come una
classica “economia di rendita”. Non a caso è dalla metà degli anni 80 che
tale “Patrimonio”, tutelato da un ormai grottesco art. 9 della Costituzione, viene
definito come “il petrolio d’Italia”. Definizione che di per sé racconta bene quale
utilizzo se ne voglia fare e chi ci debba guadagnare.
Come ha detto un noto e pericoloso economista bolscevico, Joseph Stiglitz,
“I paesi che abbondano di risorse
naturali sono tristemente famosi per le attività di ricerca della rendita.
Questo è spesso un gioco a somma negativa.” Vendere la Cavallerizza, o un’isola
della Laguna di Venezia o un Palazzo mediceo a Firenze (entrambi sono presenti in un "lotto" preparato dal Governo Letta), non è esattamente
questo? E quando si giungerà alla vendita del Colosseo, o di Ischia?
E’ chiaro, perché ci stiamo suicidando? Prendere un patrimonio
pubblico, sia esso una vena di bauxite o il bar del teatro Carignano - sede pochi
giorni fa di un set pubblicitario pubblico della Lavazza, con la
solita Evelina Christellin intenta a fare la brava madamin che serviva il caffè
a vari vips – è la peggiore delle privatizzazioni, la più pericolosa perché
toglie le risorse vitali con cui la democrazia vive.
No patrimonio culturale pubblico? No democrazia.
Ma la Sinistra in Italia, e in particolare a Torino, ha
perso la testa e ormai ha fatto suo il dogma dell’Uomo Monodimensionale, l’uomo
che pensa solo ai soldi. E’ una deriva perfino grottesca. Sono dei veri talebani
del pensiero unico: così somiglianti ai
ciechi di Saramago, incapaci di vedere il disastro in corso da venti anni,
incapaci di ammettere che ogni singola decisione incardinata su questa maledetta Teologia del Mercato che hanno applicato alla città non ha portato nessun
singolo risultato positivo, nessun miglioramento per la cittadinanza. Eppure
proseguono, decisissimi.
Passoni, Fassino, Chiamparino, etc etc siete uomini di
destra, anche se ultimamente rivendicate orgogliosamente il contrario per pure ragioni di marketing.
Non la destra truculenta, ovviamente. Bensì la cosiddetta “destra
economica” quella che un tempo era rappresentata dagli Agnelli. Sappiamo che questa cosa vi fa incazzare, la
verità fa sempre male: per questa
ragione la scriviamo e speriamo che qualcuno ve la faccia leggere. Anche
perché, in cuor vostro, dato che siete delle persone anche abbastanza colte, lo
sapete. Portate avanti una visione del mondo totalmente
appiattita sulla teologia liberale tardo ottocentesca. Non è manco neoliberismo
il vostro, è qualcosa di arcaico e primitivo, privo di futuro.
La vostra visione culturale prevede che piccolissime èlite si comprino pezzi di beni pubblici che voi avete fatto consapevolmente
marcire. Senza rendersi conto che questo metodo altro non fa che “aumentare la
crescente e smisurata diseguaglianza: non soltanto con una crescita più lenta e
un PIL inferiore, ma anche con una maggiore instabilità.” Sono parole sempre
del noto compagno Stiglitz, che sembrano scritte dopo un breve soggiorno
turistico nella nostra città.
La ex Sinistra attuale Destra Economica vede di buon occhio
un’idea di super ricchi barricati dentro la Cavallerizza e circondati dai
torinesi che guardano. Un’immagine che ricorda i villaggi turistici del Kenia
gestiti da un grande fan di Matteo Renzi: Flavio Briatore. Il modello
Billionaire a Torino che piace tanto anche a Grabriele Ferraris, a cui una
trattoria farebbe schifo e si emoziona al solo pensiero di file di Rolls Roice
e Ferrari parcheggiate in via Verdi.
Viene in mente quando Renzi, il vostro nuovo capo di destra
che ora idolatrate, ha fatto chiudere Ponte Vecchio a Firenze, per trentamila miserabili
euro, e ci ha fatto fare un party privatissimo per ricchissimi possessori di
Ferrari.
La democrazia si è ridotta a questo: l’elezione ogni quattro
anni di un curatore fallimentare che vende il patrimonio pubblico agli
speculatori, facendo brucare qualcosa anche alle banche grazie alle operazioni sulle
cartolarizzazioni: di solito l’accensione di nuovi mutui che strangoleranno
ancora di più i Comuni, e in particolare il nostro.
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