OGGETTO: LE PARTECIPATE E IL CUORE DEL SISTEMA TORINO-SISTEMA ITALIA
Ciao Cottarelli, come va?
Senti, senza offesa, ma non devi dire sciocchezze sulla storia delle partecipate.
Perché almeno dalle nostre parti 3,5 su 4 sono in perdita, non 1 su 4.
Certo noi a Torino ci siamo inventati il socialismo reale con i soldi di IntesaSanPaolo che ora li rivuole indietro, 'sti pezzenti. Ma se è così da noi, probabilmente lo è ovunque.
Certo se la banche fossero pubbliche (come sono state durante i bui decenni passati) potremmo tranquillamente sbattercene.
Poi, veramente sempre senza acrimonia, ti spieghiamo una cosa che però dovresti proprio dirla agli italiani.
Perché le partecipate sono ridotte in queste condizioni. Te lo ricordiamo noi.
Dunque, è andata così.
Il rapporto tra capitale e lavoro negli ultimi anni è stato sostanzialmente privo di conflitto. Nonostante la precarizzazione, i licenziamenti di massa, la perdita di potere d'acquisto dei salari. Non è stato fatto mezzo sciopero.
Lo Statuto dei lavoratori è un colabrodo, le imprese hanno facoltà di produrre e pagare tasse dove vogliono (Fiat in primis).
A fronte di questo scempio abbiamo avuto una pace sociale voluta dalla triplice (CISL, UIL e anche la CGIL) che ha ingoiato tutto. In cambio di cosa? Ecco, qui siamo al punto.
Le partecipate (e le istituzioni) sono diventate casse compensative pubbliche (finanziate con soldi privati, leggi alla voce banche, presi a debito dai vari azionisti pubblici) che hanno tenuto insieme un po' di occupazione. Il caso GTT a Torino può essere portato ad esempio patrio di una realtà diffusa.
Ecco, ora c'è 'sto nodo che sta vendendo al pettine.
Anche in questo caso, l'unica soluzione possibile è la rinegoziazone del debito delle partecipata con gli istituti di credito.
Però dentro le fondazioni delle banche sono stati piazzati uomini di sindacato e di partito, e quindi non lo faranno mai.
Cottarelli, devi dirlo: è un sistema malato.
Un caro saluto, abbottonati la camicia ieri sera al tg eri inguardabile.
Ciao Cottarelli, come va?
Senti, senza offesa, ma non devi dire sciocchezze sulla storia delle partecipate.
Perché almeno dalle nostre parti 3,5 su 4 sono in perdita, non 1 su 4.
Certo noi a Torino ci siamo inventati il socialismo reale con i soldi di IntesaSanPaolo che ora li rivuole indietro, 'sti pezzenti. Ma se è così da noi, probabilmente lo è ovunque.
Certo se la banche fossero pubbliche (come sono state durante i bui decenni passati) potremmo tranquillamente sbattercene.
Poi, veramente sempre senza acrimonia, ti spieghiamo una cosa che però dovresti proprio dirla agli italiani.
Perché le partecipate sono ridotte in queste condizioni. Te lo ricordiamo noi.
Dunque, è andata così.
Il rapporto tra capitale e lavoro negli ultimi anni è stato sostanzialmente privo di conflitto. Nonostante la precarizzazione, i licenziamenti di massa, la perdita di potere d'acquisto dei salari. Non è stato fatto mezzo sciopero.
Lo Statuto dei lavoratori è un colabrodo, le imprese hanno facoltà di produrre e pagare tasse dove vogliono (Fiat in primis).
A fronte di questo scempio abbiamo avuto una pace sociale voluta dalla triplice (CISL, UIL e anche la CGIL) che ha ingoiato tutto. In cambio di cosa? Ecco, qui siamo al punto.
Le partecipate (e le istituzioni) sono diventate casse compensative pubbliche (finanziate con soldi privati, leggi alla voce banche, presi a debito dai vari azionisti pubblici) che hanno tenuto insieme un po' di occupazione. Il caso GTT a Torino può essere portato ad esempio patrio di una realtà diffusa.
Ecco, ora c'è 'sto nodo che sta vendendo al pettine.
Anche in questo caso, l'unica soluzione possibile è la rinegoziazone del debito delle partecipata con gli istituti di credito.
Però dentro le fondazioni delle banche sono stati piazzati uomini di sindacato e di partito, e quindi non lo faranno mai.
Cottarelli, devi dirlo: è un sistema malato.
Un caro saluto, abbottonati la camicia ieri sera al tg eri inguardabile.